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Stinger

Ucraina, ecco come gli Usa pompano la produzione dei missili Stinger

L'esercito americano ha assegnato a Raytheon Technologies un contratto da 624 milioni di dollari per ricostituire le scorte di missili Stinger.Gli Usa ne hanno inviati 1400 in Ucraina

Gli Usa provvedono a rifornire le scorte dei missili Stinger, inviati all’Ucraina per resistere all’offensiva russa.

Il 27 maggio lo Us Army ha assegnato a Raytheon Technologies un contratto da 624 milioni di dollari per la produzione di 1.300 missili antiaerei Stinger. Il Pentagono punta così a  ricostituire le sue scorte dopo aver inviato circa 1.400 sistemi missilistici a Kiev.

Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio, il Pentagono ha inviato sia i missili antiarei Stinger sia gli anticarro Javelin a Kiev, ritenuti molto efficaci.

Tuttavia, lo scorso aprile i legislatori statunitensi hanno espresso preoccupazione per il fatto che il trasferimento dei sistemi Stinger e Javelin verso l’Ucraina potrebbe lasciare gli Stati Uniti militarmente vulnerabili e hanno invitato il presidente Biden a rifornire le scorte, ricorda Axios.

E il Pentagono è corso subito ai ripari. A metà maggio anche Lockheed Martin ha ricevuto due contratti del valore di 309 milioni di dollari dall’esercito americano per i suoi missili Javelin.

Tutti i dettagli.

IL NUOVO CONTRATTO A RAYTHEON PER MISSILI STINGER

Raytheon ha dichiarato venerdì in un comunicato che il contratto è finanziato attraverso il pacchetto di aiuti militari e umanitari da 40 miliardi di dollari che il Congresso ha approvato questo mese per l’Ucraina.

La società americana ha aggiunto che il contratto include “disposizioni per il supporto ingegneristico, nonché le apparecchiature di prova e il supporto necessari per affrontare l’obsolescenza, modernizzare i componenti chiave e accelerare la produzione”.

Non c’era una tempistica per il completamento dei lavori, ma si stima che la consegna potrebbe richiedere a 30 mesi.

I MISSILI TERRA-ARIA STINGER

Il missile Stinger è un sistema di difesa aerea leggero e autonomo che può essere schierato rapidamente dalle truppe di terra.

Lo Stinger, come si legge sul sito dell’Esercito italiano, è un sistema missilistico terra-aria impiegato contro la minaccia aerea condotta a bassissime quote. Il sistema d’arma è composto dal missile infilato in un tubo di lancio: il militare lo porta in spalla e mira all’obiettivo grazie a un sistema di identificazione.

Inoltre, è possibile utilizzarli anche da veicoli terrestri ed elicotteri, dettaglio che ne aumenta la versatilità.

La sua velocità supersonica, l’agilità e un sistema di guida e controllo estremamente accurato conferiscono all’arma un vantaggio operativo contro i missili da crociera e tutte le classi di aeromobili.

Con un peso di circa 10 kg, ha una portata di circa 8 km e può prendere di mira velivoli a bassa quota, elicotteri e Uav.

FACILI DA MANEGGIARE

Si tratta di strumenti, secondo gli esperti militari, particolarmente utili proprio in un contesto di conflitto ‘urbano’ e di resistenza, dove è necessario avere a disposizione armi di facile trasporto e utilizzo. Proprio gli ‘Stinger’ antiaerei a infrarossi sono maneggevoli, entrano nel bagagliaio di un’auto e soprattutto non sono molto difficili da usare. Anche un civile, con un addestramento ragionevole, può imparare a utilizzarli con efficacia.

Proprio per questi motivi si sono rivelati efficaci per l’esercito di Kiev.

QUALCHE PROBLEMA PER LA PRODUZIONE

Secondo il ceo di Raytheon, Greg Hayes, l’azienda potrebbe non essere in grado di produrre più Stinger almeno fino al 2023. “Ci vorrà un po’ di tempo” aveva sottolineato Hayes dal momento che alcuni componenti non sono più disponibili in commercio, pertanto l’azienda dovrà riprogettare l’elettronica.

La linea di produzione Stinger è stata chiusa a dicembre 2020, ha affermato il Pentagono. Nel luglio 2021, Raytheon ha vinto un contratto per la produzione di più Stinger, ma principalmente per governi internazionali, secondo l’esercito degli Stati Uniti.

L’unico stabilimento di Stinger, in Arizona, produce solo a basso ritmo.

SEGNALATO ANCHE DA LOCKHEED MARTIN

Anche Lockheed Martin sta investendo per aumentare il tasso di produzione di missili Javelin oltre gli attuali 2.100 all’anno. Ma per il ceo di LM Jim Taiclet, ci vorrebbero “un certo numero di mesi, forse anche un paio d’anni”. Secondo il numero uno di Lockheed il Congresso potrebbe aiutare ripristinando la produzione di microprocessori.

LA POSIZIONE DEL PENTAGONO

Dunque il Pentagono si è mosso per ripristinare le proprie scorte.

Il Center for Strategic and International Studies (Csis), un think tank di Washington, ha stimato che gli Stati Uniti hanno ceduto circa un terzo delle loro scorte di Javelin all’Ucraina. E il Csis ha aggiunto che occorreranno tre o quattro anni per ricostituirle, riporta il Financial Times.

Inoltre, si stima che gli Stati Uniti abbiano inviato circa un quarto dei loro missili Stinger nel paese. Saranno necessari almeno cinque anni per sostituirli agli attuali livelli di produzione.

Tuttavia, all’inizio di questo mese, la portavoce del Pentagono ha ribadito che gli Usa sono riusciti a inviare all’Ucraina le proprie armi “senza compromettere la prontezza militare e abbiamo ancora l’inventario necessario per le nostre esigenze”.

“Stiamo continuando a lavorare con l’industria per ricostituire le scorte statunitensi e riempire le scorte di alleati e partner” ha affermato in una nota.

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