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Tv e radio locali, ecco perché Agcm bacchetta il governo

Rilievi e suggerimenti dell'Agcm sulle modalità di erogazione degli stanziamenti a favore delle emittenti locali televisive e radiofoniche del contributo straordinario per la diffusione delle comunicazioni istituzionali sul contagio da Covid

 

50 milioni di euro. È questo il contributo straordinario per le emittenti radiotelevisive locali, per l’anno 2020, per i servizi informativi connessi alla diffusione del contagio da Covid-19.

Contributo, però, che dovrà essere erogato in base ad alcune condizioni, scrive Agcm, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Per l’Autorità, i criteri di valutazione delle domande che determinano la distribuzione delle risorse dovranno essere “orientati al principio della tutela della concorrenza e del pluralismo dell’informazione”. Andiamo per gradi.

COSA HA PREVISTO IL GOVERNO

Partiamo dalle norme. L’articolo 195 del Decreto Legge 19 maggio 2020, n. 34, istituisce il “Fondo per emergenze relative alle emittenti locali”.

“Al fine di consentire alle emittenti radiotelevisive locali di continuare a svolgere il servizio di interesse generale informativo sui territori attraverso la quotidiana produzione e trasmissione di approfondita informazione locale a beneficio dei cittadini, è stanziato nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico l’importo di 50 milioni di euro per l’anno 2020, che costituisce tetto di spesa, per l’erogazione di un contributo straordinario per i servizi informativi connessi alla diffusione del contagio da COVID-19. Le emittenti radiotelevisive locali beneficiarie si impegnano a trasmettere i messaggi di comunicazione istituzionale relativi all’emergenza sanitaria all’interno dei propri spazi informativi. Il contributo è erogato secondo i criteri previsti con decreti del Ministro dello sviluppo economico, contenenti le modalità di verifica dell’effettivo adempimento degli oneri informativi, in base alle graduatorie per l’anno 2019 approvate ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 23 agosto 2017, n. 146”, recita la norma.

IL DECRETO ATTUATIVO

Solo successivamente, con decreto attuativo del Ministero dello Sviluppo Economico del 12 ottobre 2020, sono stati definiti i tempi e le modalità per la presentazione della domanda di ammissione, i controlli del Ministero sulla programmazione televisiva per verificare l’effettiva diffusione delle comunicazioni istituzionali Covid-19 e le modalità di erogazione del contributo.

LE MODALITA’ DI EROGAZIONE DEL CONTRIBUTO

E sono le modalità di erogazione del contributo a preoccupare Agcm. Il Governo prevede di stanziare il 95% delle risorse disponibili alle prime cento emittenti televisive in graduatoria, mentre il restante 5% è ripartito tra quelle che si collocano dal centunesimo posto in poi.

MISURE ANTICONCORRENZIALI

Decisione, quella del Mise, che “è suscettibile di determinare una sperequazione nella distribuzione delle risorse tra emittenti che, posizionandosi nella medesima zona della graduatoria (intorno alla centesima posizione), devono ritenersi caratterizzate da livelli di efficienza confrontabili”, scrive Agcm nel bollettino settimanale. 

Tale spartizione, “potrebbe avere implicazioni distorsive della concorrenza nella misura in cui due o più delle emittenti sulle quali impatta la discontinuità introdotta dalla specificazione appena richiamata si trovano a operare nel medesimo ambito locale”.

AGCM: NUOVA DISTRIBUZIONE

E per questo, l’Autorità auspica “che potrebbero prevedersi due porzioni da assegnare: l’una tra tutte le emittenti in possesso dei requisiti di ammissibilità, in misura proporzionale al rispettivo punteggio nella graduatoria complessiva, l’altra, in parti uguali tra le emittenti, avendo cura di assicurare a quest’ultima porzione di risorse un ammontare sufficiente a garantire un adeguato sovvenzionamento alle emittenti minori”.

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