L’Italia finora ha detto ben poco in tema di Intelligenza artificiale, uno degli asset su cui Est e Ovest hanno iniziato a scommettere. Ma la situazione potrebbe presto cambiare. E Torino, antica capitale del nostro Paese, potrebbe diventare capitale della via italiana all’IA. Questa almeno è la scommessa dell’HighESt Lab, il laboratorio di Big Data e Intelligenza Artificiale del Dipartimento di Economia e Statistica dell’Università di Torino.
CHI HA LAVORATO ALL’HIGHEST LAB
L’ateneo per realizzare questo laboratorio ha tessuto partnership con Tim Enterprise, Oracle e Technology Reply. Una collaborazione pubblico-privato che combina le competenze di ricercatori e manager per una rapida traduzione delle scoperte scientifiche in applicazioni pratiche e concrete.
CHI DIRIGE IL CENTRO TORINESE SULL’IA
“Noi lavoriamo insieme a ricercatori, professori e tre aziende: Oracle, Tecnology Replay e Tim – ha spiegato, tagliandone virtualmente il nastro Paola Pisano (nella foto), ex ministra all’innovazione e oggi direttrice HighESt Lab – con l’obiettivo di capire come utilizzare questa tecnologia, come applicarla e modificare l’intelligenza artificiale per rispondere a problematiche e opportunità che non sono ancora state indirizzate”.
COSA FARANNO ALL’HIGHEST LAB
“Siamo un po’ gli artigiani oggi dell’intelligenza artificiale”, prosegue. “Ricercatori e professori devono collaborare proprio per riuscire a piegare questa intelligenza artificiale per creare una società migliore, aziende più produttive, un”università ancora più di eccellenza. E come lo facciamo? Con la multidisciplinarietà, con l’entrata in campi differenti, nella formazione, nella ricerca e nella collaborazione con le aziende. E ovviamente lo facciamo grazie alle nostre competenze e alle competenze delle aziende che ci sostengono”.
Il centro si occuperà di ricerca applicata all’AI con aziende pubbliche, private ed enti, utilizzando l’AI e l’analisi dei dati per aumentare il valore dei progetti e delle attività rispondendo così alle nuove esigenze nei diversi settori come quello della sanità, cultura, formazione, ricerca e ambiente.
“Tim sta plasmando la tecnologia, come la AI, per metterla al servizio di alcuni bisogni che noi riteniamo fondamentali per la crescita delle imprese e per la crescita economica in generale – afferma Enrica Danese, direttrice Corporate Communication & Sustainability di Tim – è ciò di cui c’è bisogno in Italia ed è prioritario”. “Uno degli aspetti che riteniamo importante – aggiunge – è quello di far crescere il bacino dei laureati, di coloro che hanno le competenze utili per portare effettivamente un contributo a questa crescita”.
IL TUTOR VIRTUALE
Tim ha sviluppato con il nuovo laboratorio dell’Università di Torino il “Virtual Tutor”, uno strumento che metterà l’intelligenza artificiale al servizio degli studenti per orientare e migliorare il loro percorsi di studi.
Una nuova versione, promettono da Tim, è prevista nella prossima sessione invernale e potrà evolversi in un vero e proprio mentore digitale per aiutare lo studente nella fase di apprendimento, fornendo istruzioni dirette, interpretandone le competenze e riconoscendo le ‘lacune’ in modo da aggiornare il piano di studi ‘su misura’.
LE APPLICAZIONI PER LE IMPRESE
Il laboratorio sta realizzando attività di ricerca non convenzionali come lo studio di applicazioni di GenAI nelle imprese per ridurre il pregiudizio di genere e sostenere le donne nel raggiungere posizioni di rilievo all’interno delle organizzazioni e l’utilizzo della stessa GenAI per creare modelli di business innovativi.