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Piano Colao

Ecco i primi i messaggini (poco cinesi) di Colao su digitale e 5G

Che cosa ha detto Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale, in audizione su rete unica e 5G

 

La sintesi della strategia del ministro dell’Innovazione Vittorio Colao si basa “su tre punti fermi: digitale come garanzia di opportunità, inclusione e coesione territoriale; come nuovo modo di lavorare, fare impresa, ed essere cittadino pienamente; come strategia industriale e geostrategica competitiva, chiaramente europea e atlantica”.

Lo ha sottolineato di Colao alle Commissioni riunite Trasporti della Camera e Bilancio, Lavori pubblici e Politiche dell’Ue del Senato nell’ambito dell’esame della Proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza.

Una sottolineatura – la strategia “europea e atlantica” – nel solco dell’impostazione del presidente del Consiglio, Mario Draghi, evidente nel discorso programmatico alle Camere, e che non suona come un buongiorno per i gruppi cinesi attivi in Italia.

Ecco in dettagli che cosa ha anche detto il ministro dell’Innovazione Vittorio Colao

CHE COSA HA DETTO COLAO IN AUDIZIONE

Tutti connessi “entro il 2026”. E’ una promessa ambiziosa quella di Vittorio Colao, neo ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale. In audizione presso le commissioni riunite Bilancio, Lavori pubblici, Politiche Ue e Trasporti del Senato sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, Colao ha presentato il proprio piano per colmare il gap con gli altri Paesi Ue: si punta sulla rete unica, con il Ministro che spera di “riuscire a sbloccare la situazione in fretta”, e sul 5G. Tutti i dettagli.

GLI INVESTIMENTI

Partiamo dagli investimenti. Sul piatto, per recuperare il Gap con l’Europa, ci sono fino a 40 miliardi, in arrivo dal piano Next Generation Eu. “L a transizione digitale è una priorità dell’azione di governo”, ha detto Colao in audizione. “Il piano Next Generation Eu prevede che almeno il 20% degli investimenti sia destinato alla transizione digitale, che nel caso dell’Italia si traduce in circa 40 miliardi: ma per il nostro Paese la cifra sarà considerevolmente superiore, e coinvolgerà le infrastrutture critiche, la sanità digitale e le competenze digitali. Una cifra che dovrà essere impiegata avendo ben chiari gli obiettivi, quindi come fare, in che tempi, privilegiando l’efficienza ed eliminando gli sprechi”, ha aggiunto il Ministro.

DIGITAL COMPASS AL 2026

“Se vogliamo recuperare e tornare a essere leader in Europa dobbiamo lavorare a un ammodernamento digitale del Paese nel suo complesso, ponendoci obiettivi ambiziosi. Così se il Digital Compass ha l’obiettivo di arrivare alla digitalizzazione piena entro il 2030, l’Italia vuole arrivare a realizzare questa visione già nel 2026”, ha promesso Colao.

TUTTI CONNESSI AL 2026

E per il 2026, Colao promette anche la connessione dell’intera penisola e delle isole.

L’obiettivo è “connettere tutti entro il 2026 con connessioni ad altissima velocità, lasciando la libertà agli operatori di scegliere su quali connessioni puntare”.

IL PIANO DEL GOVERNO SULLA BANDA LARGA

E fondamentale, in questo piano, sarà la banda larga. “La Banda ultralarga – ha spiegato Colao – è un intervento essenziale per la modernizzazione del Paese e la coesione sociale. Non sono più ammessi ritardi”.

VERSO LA RETE UNICA

E proprio con l’obiettivo di accelerare, Colao spera di sciogliere in fretta il nodo della rete unica.

Sulla rete unica mi auguro che “si arrivi nel più breve tempo possibile a una soluzione che consenta la ripresa dell’infrastrutturazione: non possiamo più permetterci attese”, ha detto il Ministro, aggiungendo: “Io non voglio entrare in questioni che riguardano aziende private, o comunque quotate, che hanno i loro cda, e né nelle strutture societarie. Quello che però sicuramente, con il ministro dell’Economia e con il ministro Giorgetti faremo è che vogliamo assicurarci che questa situazione non determini una inefficienza nell’allocazione dei soldi che avremo per realizzare la cablatura o il 5G. Questa sì che ce l’ho a cuore”.

INVESTIMENTI NELLE AREE A FALLIMENTO DI MERCATO

E per questo il ministro ha in programma “misure che rendono più agevole la posa delle infrastrutture, da adeguate garanzie di investimento in tempi certi per lo Stato e da stimoli per l’effettiva adozione dei servizi da parte di famiglie e imprese” e “misure di semplificazione e revisione del quadro regolatorio, finalizzate ad accelerare le procedure”.

Colao ha anche annunciato investimenti nelle cosiddette aree “a fallimento di mercato” e “misure più idonee per sostenere la domanda”.

IL 5G ED IL PIANO B

Insieme alle diverse Misure, il Governo ha anche architettato un piano B, alternativo alla rete unica. “Lavoriamo anche, chiaramente – ha puntalizzato Colao – a ‘piani B’, un’alternativa è spingere molto sul 5G, e favorire aggregazioni di altre forme commerciali tecniche che permettano di superare l’impasse, credo molto nella formulazione pubblico-privato, ma dobbiamo però fare l’interesse degli italiani”.

E proprio il 5G è la tecnologia ideale per portare la connessione veloce dove non può arrivare la fibra. “Siamo fermamente convinti che principio da applicare è quello della piena neutralità tecnologica, in grado di garantire la massima copertura possibile indipendentemente dalla tecnologia utilizzata fissa o mobile, stimolando l’utilizzo delle tecnologie più avanzate, nel nostro caso il 5G, per arrivare dove la fibra non può arrivare o arriverebbe in tempi troppo lunghi, e vogliamo lasciare agli operatori la piena scelta nella tecnologia da utilizzare, continuando a garantire ai cittadini la libera scelta tra offerte competitive sul mercato”.

I NUMERI DELL’ITALIA DIGITALE

Certo è che l’impresa di Colao non è facile. L’Italia, sul fronte digitale, fatica parecchio. “Nel 2020 risultano esserci 10 milioni di famiglie italiane, il 39% del totale, che non hanno attivato offerte di accesso ad Internet su rete fissa e oltre 5,5 milioni di famiglie, il 21% del totale, che usufruiscono di servizi Internet su rete fissa ma con velocità inferiore ai 30 Mbps – ha sottolineato il Ministro – In totale, circa 16 milioni di famiglie, il 60% del totale, che non usufruiscono di servizi Internet su rete fissa o non hanno una connessione fissa a banda ultra larga”, ha detto il Ministro.

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