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Equo Compenso

Tutti i guai di Facebook, che cosa è successo anche a Instagram e Whatsapp

Lunedì nero per Facebook. Tutti i dettagli

 

Lunedì nero per Facebook. Il leader di Internet e social media è stato stretto d’assedio dalle drammatiche rivelazioni di un ex dipendente sulle sue pratiche di business e da improvvise paralisi dei suoi servizi più popolari, da WhatsApp a Instagram. Il titolo ha bruciato fino a quasi il 6% nel pomeriggio, guidando al ribasso il Nasdaq che ha perso oltre il 2 per cento.

Lunedì 5 ottobre poco prima delle 18 ora italiana, Facebook e tutti i suoi social – Instagram, Whatsapp e Messenger – sono finiti in down per cinque ore. Un disservizio di portata globale, citato dalle principali testate in tutte le lingue del mondo, che ha costretto Zuckerberg a scusarsi personalmente per il disservizio. Da Israele è subito rimbalzato un allarme hacker, ma il problema è stato un altro.

Il flop dei social collegati con Facebook sarebbe stato causato da una errata configurazione dei router che controllano il traffico di rete fra i suoi centri dati. Un errore che ha obbligatorio la rete in tilt ed oscurato tutti i social. “Per l’enorme comunità di persone e aziende in tutto il mondo che abbiamo da noi: ci dispiace”, ha affermato in un tweet l’azienda poco dopo la mezzanotte, quanto il servizio è stato ripristinato, aggiungendo “abbiamo lavorato duramente per ripristinare l’accesso alle nostre app e ai nostri servizi e siamo felici di annunciare che stanno tornando online ora”.

Anche il fondatore di FacebookMark Zuckerberg si è scusato, confermando che i servizi erano tornati online. “Ci scusiamo per l’interruzione di oggi: così quanto vi affidiate ai nostri servizi per rimanere in contatto con le persone a cui tenete”, ha scritto nel post. Frattanto, Wall Street ha duramente punito il titolo Facebook , che è arrivato a perdere quasi il 5%, complici anche le accuse di un ex manager, secondo cui Facebook ha sempre alimentato l’odio sui social per aumentare traffico e contatti e fare soldi.

Mentre Facebook si difende dalle accuse di una ex dipendente che ha passato al Wall Street Journal documenti interni che hanno fatto partire un’inchiesta a puntate sul social, tutte le app dell’universo di Mark Zuckerberg sperimentano un ‘down’ mondiale. Si bloccano WhatsApp, Instagram, Facebooke Messenger e il disservizio si fa sentire in un momento in cui ancora molte persone sono in smart working ed è importante la comunicazione a distanza.

Il down – secondo la testata americana di tecnologia The Verge – pare sia collegato ai DNS (Domain Name System) cioè i sistemi che associano gli indirizzi generali – come Facebook.com, ad esempio – ai singoli indirizzi IP che vengono impiegati dagli utenti. Quindi, una sorta di saturazione che la piattaforma social ha sperimentato altre volte individuando, come tempi di risposta, qualche ora prima che i suoi problemi essere risolti.

“Siamo consapevoli che alcune persone hanno problemi ad accedere alle nostre app e ai nostri prodotti. Stiamo lavorando per riportare le cose alla normalità il più rapidamente possibile e ci scusiamo per gli eventuali disagi”, spiega la società senza rendere note le cause del disservizio. Mentre Instagram chiede “di avere pazienza”. I problemi sembrano aver interessato anche Oculus e Workplace, rispettivamente la piattaforma di Facebook per la realtà virtuale e il lavoro.

Il down mondiale è partito dalle 17:30 circa ora italiana, quando sono iniziate ad arrivare tante segnalazioni. Sul sito downdetector.com, che tiene conto dei guasti di diverse piattaforme, gli utenti hanno segnalato problemi di accesso alle app, ma anche di connessione al server e di caricamento dei contenuti. Su Twitter è partita la consueta ironia degli utenti mentre sono volati gli hashtag #whatsappdown, #instagramdown, #facebookdown. Non è la prima volta che i servizi dell’ecosistema Facebook non funzionano all’unisono.

L’ultimo blackout mondiale che aveva mandato in tilt WhatsApp, Instagram e Facebooksi era registrato lo scorso 19 marzo ed era durato circa un’ora; ma quello più lungo si è verificato il 13 marzo 2019, un record di 14 ore di stop per le applicazioni.

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