Scontro digitale all’interno del governo tra M5S e Lega. O meglio, tra Palazzo Chigi e ministero delle Riforme nella pubblica amministrazione. Meglio ancora, fra Team Digitale alla presidenza del Consiglio e Agid (Agenzia digitale) che dipende dal ministero retto da Giulia Bongiorno (Lega).
ECCO I MOTIVI DELLE TENSIONI FRA M5S E LEGA SU TEAM E AGID
Tutto nasce dall’addio di Diego Piacentini come commissario al digitale. Alla scadenza del mandato ricevuto dal governo Renzi, di fatto non rinnovato dal governo Conte anche se negli ultimi tempi ha lavorato con i vertici M5s specie sul reddito di cittadinanza e in un’intervista al Foglio aveva dato disponibilità a restare, l’ex top manager di Amazon ha consegnato al premier Giuseppe Conte un documento su consigli e suggerimenti che hanno fatto imbestialire l’Agid e il ministro Bongiorno.
CHI E’ IL SUCCESSORE DI PIACENTINI AL TEAM DIGITALE
Tra l’altro, il suo successore è stato indicato dallo stesso Piacentini: Luca Attias, già responsabile del settore innovazione alla Corte dei Conti. (qui il curriculum di Attias e la autobiografia)
IL RAPPORTO DI PIACENTINI CONSEGNATO A CONTE
Nel documento spedito a Palazzo Chigi, Piacentini scrive che l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) è inadeguata a gestire i grandi progetti di trasformazione digitale e l’unica via è ridurne funzioni e responsabilità, ponendola alle dipendenze del Team alla presidenza del Consiglio.
ECCO COME PIACENTINI STRONCA L’AGID
Ecco di seguito le ficcanti proposte di Piacentini, come si evince dal rapporto:
“Creare una struttura permanente, identificabile in un Dipartimento presso la Presidenza del Consiglio con a capo un Ministro o un SottoSegretario per la Trasformazione Digitale, dotato di una forte delega38 e di un budget di spesa, con funzioni di indirizzo e vigilanza su AgID. Tale Dipartimento dovrà essere digitalizzato al momento della sua partenza; deve essere visto come il “gioiello digitale” della pubblica amministrazione. E’ inoltre fondamentale che operi in spazi moderni, open space, che facilitino la collaborazione e che non rappresentino i palazzi tipici della burocrazia e della politica. Suggeriamo inoltre di valutare l’opportunità di una sede lontana da Roma, dove sia possibile reclutare i talenti umani necessari. Il Dipartimento dovrà infatti poter formare un team dedicato all’implementazione della trasformazione digitale della pubblica amministrazione e alla sua esecuzione sul territorio, in affiancamento e a supporto delle amministrazioni centrali, locali e ai fornitori di tecnologia
Suggeriamo di recuperare i fondi per questa nuova struttura sia dalla riduzione delle dimensioni di AgID.
ristrutturare radicalmente AgID, riducendone gli scopi – si veda la tabella in Allegato – inserendo esperti di gestione del cambiamento, introducendo processi e tool digitali e riducendo proporzionalmente il personale, a fronte della creazione del Dipartimento alla Trasformazione Digitale.
Oggi AgID è una inefficace fucina di circolari e organizzatore di tavole rotonde che non aggiungono sostanziale valore al processo di trasformazione della pubblica amministrazione. Abbiamo inoltre osservato che AgID agisce in maniera opposta alle normali regole di business per quanto riguarda la spesa dei fondi europei. La spesa dei fondi a disposizione avviene senza nessuno strumento di valutazione della loro utilità, ma solamente secondo una necessità di dimostrare la capacità di esaurire i fondi a disposizione indipendentemente dalla effettiva necessità di spesa;
Tale ristrutturazione deve avvenire sottraendo all’Agenzia, che ha scarse competenze tecnologiche e di gestione di processi complessi, le attività strategiche e progettuali, e circoscrivendo il perimetro di azione alle attività di accreditamento dei fornitori di servizi qualificati, vigilanza su tali servizi, gestione dell’ufficio del difensore civico digitale”.
GLI SBUFFI DI BONGIORNO CONTRO PIACENTINI
Considerazioni che hanno mandato su tutte le furie il ministro delle Riforme nella Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno (Lega), che ha la delega proprio su Agid e che alla testa dell’agenzia ha nominato Teresa Alvaro al posto del non confermato Antonio Samaritani.
LE ACCUSE DEL MINISTRO LEGHISTA
Agid non solo non si tocca ma va rafforzata, ha detto senza tanti giri di parole: il ministro Bongiorno a ottobre dal palco dell’EY Digital Summit a Capri rispondendo direttamente all’ex numero uno del Team Digitale: “Piacentini ha detto che l’Agid non va bene? Non solo non accolgo il suo consiglio ma dico che se non va bene allora va rimessa in piedi. Grazie a una procedura pubblica da qualche giorno abbiamo un nuovo direttore, Teresa Alvaro che vanta all’attivo un’esperienza di eccellenza nelle Dogane al punto di aver ottenuto molti premi. Con Teresa Alvaro, che è bravissima, l’Agid tornerà a crescere”.
TUTTE LE PUNZECCHIATURE DI BONGIORNO
Il ministro ha anche criticato il lavoro fatto finora, ha scritto il Corriere delle Comunicazioni. O meglio le promesse sui risultati. “Altro che anno uno, due o tre. La PA italiana è all’anno zero sulla digitalizzazione”, ha detto criticando “gli annunci con enfasi fatti negli anni scorsi”. “Nel concreto è cambiato davvero poco per i cittadini”, ha detto Bongiorno facendo l’esempio della carta di identità elettronica: “provate a richiederla a Roma, ci vogliono 5 mesi. A Milano invece si ottiene subito. E questa è la dimostrazione che si è sbagliato sul metodo. Si è cercato spesso di digitalizzare senza aver prima aver semplificato le procedure. Risultato? Tecnologie pronte ma uffici “preistorici”. Non solo: la situazione addirittura è più ingarbugliata che in passato. Quindi bisogna invertire l’ordine. Prima le procedure”.