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Thales

Leonardo, che cosa combinerà la Francia in Thales Alenia Space?

Ecco novità, incognite e scenari per Thales Alenia Space. L'intervento di Guglielmo Gambardella (coordinatore nazionale Uilm per l’aerospazio)

 

È da diverso tempo che le organizzazioni sindacali denunciano lo squilibrio della struttura organizzativa della joint venture italo francese che non risulterebbe essere coerente con la definizione prevista dai patti di governance concordati fra gli azionisti Leonardo e Thales al momento della costituzione della “Space Alliance”.

Ma fino a quando questa condizione non ha avuto rilevanti riflessi sull’andamento della realtà italiana, sia in termini di ricadute industriali che occupazionali, si è atteso e sperato che un qualche intervento da parte di Leonardo o delle istituzioni italiane interessate vi ponesse rimedio per rafforzare il peso italiano.

Già nel marzo dello scorso anno, in occasione di un incontro, presso Palazzo Chigi, la Uilm, con gli altri sindacati, espresse le sue preoccupazioni agli esperti per le politiche dello Spazio della Presidenza del Consiglio dei Ministri in merito alla situazione in Thales Alenia Space

Purtroppo, ad oggi, nulla è stato fatto.

E quindi, nel momento in cui l’azionista di maggioranza Thales ha dichiarato la volontà, considerando impropriamente la JV una business unit del gruppo francese, di trasferire parte dei contratti acquisiti dalla realtà italiana, incurante dell’acquisizione avvenuta anche in virtù di finanziamenti governativi del nostro Paese, la UILM e le altre organizzazioni sindacali hanno esternato tutta la propria “disapprovazione e contrarietà” in merito alle decisioni aziendali.

La preoccupazione è resa più grave a fronte della mancata risposta, a fronte della richiesta dei sindacati dei metalmeccanici di Fim Fiom Uilm, nel quantificare i volumi di attività che i francesi avrebbero intenzione di portare oltralpe per colmare lo scarico di lavoro della Francia.

A tutto questo occorre aggiungere la riluttanza da parte della direzione aziendale HR a voler comunicare al sindacato le modalità del processo di adattamento del fabbisogno qualitativo e quantitativo di risorse necessario per le mutate esigenze in rapporto alle future attività da svolgere; anche la valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori italiani, già presenti in azienda, con adeguati percorsi formativi, che ne sviluppino esperienze e conoscenze, resta un tema tutta da definire.

Anche sul fronte degli investimenti in Italia si attende di sapere se e quando verranno effettuati.

Riteniamo che, alla luce di questo atteggiamento, possa essere troppo ghiotta per i francesi l’occasione di voler gestire (da soli) diversi miliardi di euro di contratti e programmi spaziali portati in casa con l’impegno dell’azionista italiano con il sostegno delle istituzioni del nostro Paese.

L’Italia è già da qualche anno, a partire dalla ministeriale di Siviglia del 2019 in cui ha destinato oltre 2 miliardi di euro per lo sviluppo di programmi europei, che ha deciso di puntare sul settore dello spazio come leva strategica per le future trasformazioni ambientali e digitali che il nostro Paese dovrà affrontare con impatti positivi in settori strategici come le telecomunicazioni, agricoltura ed osservazione della terra.

Inoltre, anche l’attuale esecutivo ha previsto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ingenti risorse economiche per rendere ancora più competitiva la filiera spaziale italiana, con investimenti che avranno positive ricadute industriali e occupazionali ed effetti positivi sulla crescita complessiva del nostro Paese.

Una filiera nazionale costituita da 200 aziende, 7000 addetti, 2 miliardi annui di giro d’affari ma con un moltiplicatore di ritorno di 3-4 volte per ogni euro investito.

In questo ambito Thales Alenia Space Italia, con i suoi 2200 addetti impegnati nei siti di Torino-Gorgonzola-Roma-L’Aquila, deve essere messa in condizioni di poter giocare un ruolo importante nella politica spaziale italiana ed europea.

Se gli stakeolder non interverranno in modo deciso in Thales Alenia Space Italia nell’interesse del nostro Paese, l’Italia rischia di sprecare una grande opportunità costruita nel tempo e con grande lungimiranza.

Il sistema Paese è chiamato a rispondere all’appello dei sindacati.

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