skip to Main Content

Edison

Telemarketing selvaggio e molesto. Il Garante strapazza Edison

Il Garante privacy ha multato Edison Energia con una sanzione di oltre 4 milioni di euro. Ma a dispetto delle condanne eclatanti il telemarketing selvaggio non sembra avere fine

 

Si pensava – e si sperava – di aver risolto i problemi di quelle fastidiose telefonate che arrivano strategicamente, in genere in orario pennichella, nel tentativo di persuaderci di cambiare gestore telefonico, di luce e gas o di fare trading semplicemente liberandoci del fisso e sparendo dagli ormai desueti elenchi telefonici.

Si pensava e si sperava di esserci riusciti soprattutto annotata l’inutilità del registro delle opposizioni. Invece il telemarketing selvaggio è continuato e, se possibile, è perfino più molesto di prima.

Abbandonati i numeri con strani prefissi, che evidentemente insospettivano chi riceveva la telefonata spronandolo a non rispondere, ora chi fa telemarketing selvaggio spesso usa numeri mobili che talvolta bucano la protezione del nostro smartphone capace di suggerirci, sulla base delle segnalazioni, se sia o meno una chiamata di “spam”.

Ma, soprattutto, chi oggi fa telemarketing selvaggio ha abbandonato gli elenchi telefonici e ha a disposizione i numeri dei nostri cellulari privati. Come li abbia ottenuti impossibile dirlo: dato che dobbiamo comunicarlo per ogni cosa, anche per la tessera dei bollini del supermercato, facile che ci siano stati passaggi di flussi nei millemila database in cui risultiamo iscritti, più o meno a nostra insaputa.

TELEMARKETING SELVAGGIO: CHI NE ABUSA DI PIU’

Sulla base delle lamentele dell’utenza è possibile stabilire chi stressa di più la gente alla ricerca di clienti: anzitutto, le compagnie telefoniche, al primo posto con il 30% dei reclami pervenuti. Seguono, a ruota, le società di luce e gas con il 29,2% delle segnalazioni. Medaglia di bronzo con il 25% alle società che fanno trading online. Molte chiamate arrivano da call center esteri, specie dal Regno Unito.

Appare comunque evidente come spuntare la casella “non desidero ricevere promozioni, chiamate, attività di telemarketing, ecc” sia di fatto inutile, com’è altrettanto evidente che chi fa telemarketing selvaggio passi, probabilmente non a titolo gratuito, ad altri operatori i numeri a propria disposizione o comunque attinga da database comuni che paiono illeciti.

TELEMARKETING SELVAGGIO IN NUMERI

In base alle stime del Codacons il comparto genera in Italia un giro d’affari da 4 miliardi di euro annui, con la vendita telefonica di beni e servizi che produce un volume, per l’intera filiera, stimabile in 40 miliardi di euro.

Ben 1.400 sono le aziende di call center in “outsourcing” attive nel nostro paese, per un fatturato annuo di 2,8 miliardi di euro. Considerati anche i call center interni alle aziende, il telemarketing registra circa 120.000 occupati in Italia.

In realtà chi opera onestamente e basa parte del proprio business model sul telemarketing è il primo a essere interessato che la concorrenza sleale cessi, specie in un periodo come questo in cui le molestie non danno un attimo di tregua, snervando gli utenti che ricevono chiamate continue, lecite o illecite che siano.

COME DIFENDERSI?

Certo è che le armi a disposizione degli utenti paiono spuntate. Come sembra esserlo la nuova normativa sul telemarketing, che prevede sanzioni salatissime contro i trasgressori, con multe fino a 20 milioni di euro per gli operatori, mentre per le imprese sono previste sanzioni fino al 4 % del fatturato totale annuo. Facilmente aggirata da call center posti fuori dai confini nazionali.

 

Del resto se il registro delle opposizioni non funziona, la via da percorrere è fatta di pec e segnalazioni al garante: non tutti hanno voglia e tempo per praticarla. Ben si spiega come mai, secondo i dati Agi, la platea potenziale di ben 98 milioni di utenze (20 milioni fisse e 78 mobili) sia rimasta totalmente disinteressata allo strumento offerto dal Mise, che conta appena 3,8 milioni di adesioni.

Anche tra gli iscritti – riporta sempre l’agenzia di stampa -non mancano le lamentele: il Garante della privacy, dallo scorso agosto, ha ricevuto 20mila segnalazioni (dato aggiornato a inizio gennaio) da parte di persone che nonostante siano nell’elenco hanno ricevuto chiamate non gradite.

 

IL GARANTE: OCCHIO AGLI OPERATORI DISONESTI

E potrà pure il Garante della Privacy ribadire che se si dice “no” alla telefonata commerciale indesiderata il call center o la società che lo ha contattato deve annotare subito la sua volontà e cancellare il nominativo dalle liste utilizzate per il telemarketing, ma di fatto il triste e stanco teatrino si ripete quotidianamente, come un giorno della marmotta telefonico.

Forse solleverà qualcuno sapere che l’opposizione espressa nel corso della telefonata non deve essere confermata con email o altre modalità, come invece viene spesso richiesto di fare da parte degli operatori, ed è valida anche per le campagne promozionali future.

L’AUTORITA’ STRIGLIA EDISON

Il principio è stato affermato dal Garante privacy che ha rilevato diverse condotte illecite messe in atto da Edison Energia spa nei confronti di un numero rilevante di utenti. L’Autorità ha quindi ingiunto alla società l’adozione di una serie di misure per mettersi in regola e le ha ordinato il pagamento di una sanzione di 4 milioni e 900 mila euro.

Entro il termine stabilito, la società si è avvalsa della facoltà di definire la controversia ed ha pagato un importo pari alla metà della sanzione comminata.

Le gravi irregolarità sono emerse nel corso degli accertamenti effettuati dall’Autorità a seguito di diverse segnalazioni ed hanno evidenziato: la ricezione di telefonate senza consenso; il mancato riscontro alle richieste di non ricevere più telefonate indesiderate; l’impossibilità di esprimere consensi liberi e specifici per diverse finalità (promozionali, profilazione, comunicazione di dati a terzi) nell’ambito del sito o dell’app, la presenza di informative carenti o inesatte.

Il Garante ha quindi ordinato a Edison di facilitare l’esercizio dei diritti previsti dalla normativa in materia di protezione dei dati personali e fornire riscontro, senza ritardo, alle istanze, comprese quelle relative al diritto di opposizione.

Diritto che – ha specificato l’Autorità – può essere esercitato  “in qualsiasi momento”  (anche nel corso della telefonata promozionale) e la volontà dell’utente deve essere correttamente registrata.

Il Garante ha inoltre vietato alla società ogni ulteriore trattamento per finalità promozionali effettuato utilizzando liste di contatti predisposte da altre aziende che non abbiano acquisito un consenso libero, specifico, informato e documentato alla comunicazione dei dati degli utenti. Se la società vorrà, in futuro, utilizzare per l’attività promozionale utenze telefoniche fornite da terzi dovrà verificare costantemente, anche attraverso adeguati controlli a campione, che i dati siano trattati nel pieno rispetto della normativa privacy.

Alla società infine è stato vietato il trattamento dei dati per finalità di marketing e di profilazione raccolti senza un consenso libero e specifico e le è stato ingiunto di fornire agli utenti un’informativa corretta, nella quale siano indicate solo le attività di trattamento effettivamente svolte.

Festeggiano gli utenti. Fino a quando il cellulare non suonerà di nuovo.

Back To Top