Potrebbero esserci anche motivi calcistici dietro il controverso arresto a Parigi del fondatore di Telegram Pavel Durov. Ecco cosa scrive Rtl (gruppo Bertelsmann) sul forte aumento dei casi di streaming pirata delle partite del campionato d’Oltralpe che la società di Durov sarebbe riluttante a debellare.
Il boom dello streaming pirata
Sarebbero centinaia di migliaia, scrive Rtl, i fan francesi del calcio che aggirano gli alti costi della piattaforma ufficiale Dazn e guardano le partite in streaming con sistemi pirata.
L’esempio più recente riportato da Rtl riguarda il match Paris Saint-Germain – Le Havre, che in oltre 200.000 avrebbero seguito da uno schermo collegato a uno streaming illegale veicolato via Telegram.
La reticenza di Telegram
Per contrastare il fenomeno degli streaming pirata Dazn si avvale dei servizi dedicati di società come LeakID e Athletia. Ma secondo queste stesse società Telegram sarebbe restia a collaborare nel rimuovere tempestivamente gli streaming pirata individuati nella piattaforma.
Come spiega a Rtl Hervé Lemaire, capo di LeakID, Telegram avrebbe costituito dei team incaricati di accogliere le richieste di rimozione, ma sarebbero molto lenti nel reagire vanificando ogni sforzo come è ovvio nel contesto di partite che durano solo 90 minuti.
La situazione è confermata dalla LFP, la Lega professionisti del calcio francese. Secondo quanto riferito a Rtl, Telegram riceverebbe puntuali notifiche di streaming illegali operativi sulla piattaforma attraverso il servizio di antipirateria di Athletia.
Ma secondo LFP i tempi di risposta sono variabili e possono arrivare anche alle 24 ore.
Cosa intende fare ora LFP
Ma adesso la LFP si è stancata minacciando ritorsioni legali contro chi trasmette illegalmente le partite su Telegram, invocando l’apposita legislazione che, sottolinea RTL, è rappresentata dalle ampie maglie dell’EU’s Digital Service Act (DSA).
Il DSA prevede l’imposizione di severe penalità sulle piattaforme che violano le regole. I provvedimenti vanno dalle multe calcolate in una percentuale del 6% del fatturato annuo fino alla sospensione della piattaforma incriminata.
Come chiarisce Lemaire a RTL, “è forse arrivato il momento per i detentori di diritti di sporgere denuncia e di chiedere il pronunciamento di un tribunale. O Telegram reagisce velocemente o deve essere bloccato. Non possiamo andare avanti così. Dobbiamo colpire duro per evitare una catastrofe industriale”.