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Stm, perché il governo Meloni boccia Chery che si fa bello al Sole

Il Mef non ha gradito le parole di Jean-Marc Chery, amministratore delegato di Stmicroelectronics, al Sole 24 Ore. Adesso l'Italia sfrutterà i poteri di veto per bloccare il board della società di semiconduttori. Tutti i dettagli.

L’intervista al Sole 24 Ore dell’amministratore delegato di Stmicroelectronics, Jean-Marc Chery, non è piaciuta al ministero dell’Economia, che assieme alla banca pubblica francese Bpifrance controlla il 27,6 per cento della società di semiconduttori. “Intervista del tutto fuori luogo”, hanno detto fonti del ministero sempre al Sole 24 Ore: quella di Chery è stata la “reazione scomposta di una persona non all’altezza del suo compito e che evidentemente è in difficoltà”.

COSA AVEVA DETTO CHERY AL SOLE

“Non penso affatto di dovermi difendere”, aveva dichiarato Chery a proposito della presunta intenzione del ministero dell’Economia di sostituirlo con un nuovo amministratore delegato. Il governo italiano si era già opposto alla sua riconferma alla carica, avvenuta lo scorso maggio.

“Con tutto il rispetto per i media e per la loro indipendenza”, ha aggiunto, “non associo queste dichiarazioni a un processo formale […]. Quindi considero queste dichiarazioni semplicemente come speculazioni o rumors. Che mi rammaricano profondamente, ma nulla di più. Anche perché capisco che queste voci possano creare incertezza tra i nostri stakeholder: dipendenti, clienti e investitori. Per questo mi tocca dedicare parte del mio tempo a controllare i danni causati da queste speculazioni e questi rumors“.

… E COSA FARÀ IL GOVERNO ITALIANO IN STMICROELECTRONICS

Il governo italiano ha intenzione di avvalersi delle prerogative previste dai patti parasociali che regolano la governance di Stmicroelectronics per bloccare le delibere del consiglio di amministrazione e le nomine. Il Sole l’ha definita una “scelta inevitabile” dopo il dimezzamento del titolo nel 2024, il forte calo (-23 per cento) dei ricavi e gli annunci di chiusure e ridimensionamenti. Inoltre, negli Stati Uniti un gruppo di investitori ha avviato una class action contro la società, accusandola di aver rilasciato delle dichiarazioni fuorvianti su propri risultati economici, nascondendo il peggioramento del mercato dei semiconduttori.

“I risultati della società, assieme alla collera degli azionisti di minoranza”, scrive il quotidiano, “sembrano fatti abbastanza eloquenti sui motivi per i quali un azionista, nell’esercizio dei propri diritti, può aver avanzato dubbi sul management”.

Chery, peraltro, è stato accusato nella class action anche di aver sfruttato il rigonfiamento artificiale dei risultati di Stmicroelectronics – e di conseguenza del titolo – per guadagnare dalla vendita di azioni.

LE RISERVE SU CHERY E LO SCAMBIO DI MAIL

Nell’intervista Chery aveva anche smentito le accuse di un favoreggiamento della Francia rispetto all’Italia negli investimenti di Stmicroelectronics. Nonostante i malumori circolati in passato negli ambienti governativi, il direttore generale dell’Economia del ministero dell’Economia, Marcello Sala, ha spiegato che “in questa vicenda non c’è nessuna battaglia tra Italia e Francia, perché entrambi i paesi hanno interesse a che Stm faccia investimenti e che non vengano licenziate le persone, cosa che invece con il piano varato da Jean-Marc Chery sta accadendo”.

Il Sole scrive che l’insoddisfazione del ministero dell’Economia nei confronti dell’amministratore delegato è stata espressa in uno scambio di e-mail con Bpifrance (Chery era in copia) dalla fine del 2023: l’Italia voleva sostituirlo, mentre la Francia chiedeva una transizione più graduale. Così, Chery è stato infine riconfermato ma affiancato, all’interno del management board, dal direttore finanziario Lorenzo Grandi. Pare che i piani iniziali prevedessero la nomina di più figure nel consiglio di gestione di Stmicroelectronics, ma sarebbe mancato “il tempo”.

LO SCONTRO ITALIA-FRANCIA

Benché Sala sostenga che non ci siano tensioni tra Roma e Parigi su Stmicroelectronics, il Sole racconta di “mail dai toni molto forti” inviate dai funzionari italiani agli omologhi francesi per le dichiarazioni fuorvianti sui risultati della società; a queste proteste, i francesi avrebbero risposto con “l’arroccamento” sulle loro posizioni, che avrebbe impedito di fatto il dialogo tra le due parti.

Di conseguenza, il ministero dell’Economia ha deciso di fare ricorso al diritto di veto per bloccare le decisioni del board di Stmicroelectronics con l’obiettivo di “avviare un confronto a livelli più alti”.

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