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Col Copied Act gli Usa blindano artisti e giornalisti dalle scopiazzature dell’Ia

Sotto elezioni, il Senato Usa prova a far felici editori e artisti (che negli studios di Hollywood hanno inscenato proteste a ripetizione contro l'IA), ma soprattutto tenta di rallentare i deepfake realizzati con le Intelligenze artificiali. Ecco le novità del Copied Act.

Forse le continue lamentele sulle ripetute violazioni del diritto d’autore da parte di giornalisti, scrittori e artisti hanno trovato un orecchio disposto ad ascoltare al Senato degli Stati Uniti. Dopo un iniziale disinteresse da pare del legislatore statunitense, l’avvicinarsi delle presidenziali Usa sembra aver spinto i senatori a dare valore alle lagnanze che riguardano alcune delle software house in ascesa.

Un gruppo bipartisan di senatori ha infatti presentato una nuova proposta di legge denominata Content Origin Protection and Integrity from Edited and Deepfaked Media Act (COPIED Act), che mira a proteggere gli artisti, gli autori di canzoni e i giornalisti dall’utilizzo dei loro contenuti per addestrare modelli di IA o generare contenuti di IA senza il loro consenso. Il disegno di legge intende anche a rendere più facile l’identificazione dei contenuti generati dall’IA e a combattere l’aumento dei deepfake dannosi.

COSA DISPONE IL COPIED ACT

Il Copied Act prevede che le software house che stanno sviluppando famelici algoritmi di IA consentano agli utenti di allegare informazioni sulla provenienza dei contenuti frutto dell’elaborazione (o rielaborazione) delle loro opere. Tali informazioni non potranno essere adulterate e nemmeno cancellate (salvo casi eccezionali). Avranno due anni per provvedere.

Una sorta di bibliografia obbligatoria e partecipata, sulla stregua di quanto accade su Wikipedia (senza però che ci sia una normativa di riferimento) che sarà normata fin nel minimo dettaglio potendo contenere informazioni che documentano la provenienza dei contenuti originai, siano essi canzoni, immagine fotografiche, frame di video, estratti di libri e articoli di cronaca. Secondo la proposta di legge, le opere che verranno completate dagli utenti con informazioni sulla provenienza dei contenuti non potranno essere utilizzate.

IL BOLLINO GOVERNATIVO

I Senatori infatti parlano in merito di una sorta di “filigrana” delle opere: se viene certificato che il contenuto digitale ha origini che arrivano a lambire film, canzoni e scritti coperti da diritto d’autore, gli aventi diritto avranno modo di riappropriarsene.

Si dovrebbe prevedere un percorso giudiziale agevolato per quei casi, con una istruttoria ridotta al minimo e il capovolgimento dell’onere della prova, in capo all’accusato (che dovrà dimostrare che la sua IA non ha scopiazzato) e non all’accusante.

Parallelamente, si intende perseguire la strada, già battuta da diversi social (Meta ha avuto diversi problemi in merito) e da alcune delle maggiori piattaforme, di identificare con appositi marchi le opere realizzate con l’AI, anche soprattutto per azzoppare la rapida diffusione dei deepfake, ovvero foto e video che sembrano veri ma sono invece materiali realizzati su larga scala dalle più insidiose Intelligenze artificiali e che troppo spesso coinvolgono politici e personaggi famosi immortalati nelle posizioni più assurde e imbarazzanti.

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