Lo scorso anno l’editore Longanesi ha pubblicato l’autobiografia di Edward Snowden dal titolo “Errore di sistema” nella quale denunciava senza mezzi termini l’esistenza del programma Prism posto in essere dall’Nsa che se ne serviva per controllare in modo indiscriminato i cittadini americani utilizzando le principali imprese americane — come Facebook, Google ecc — come cavalli di troia.
Ebbene, a distanza di un anno, grazie alle inchieste del Guardian (con il quale Snowden collaborò rivelando al mondo intero gli abusi della Nsa) e del quotidiano spagnolo El Pais, è stato possibile accertare che uno dei politici della Catalogna più noti Roger Torrent — favorevole naturalmente alla indipendenza catalana — sarebbe stato oggetto di spionaggio illegale attraverso WhatsApp da parte della Intelligence spagnola. Nello specifico il Centro nazionale di intelligence o CNI si sarebbe servito di uno dei più efficaci e costosi spyware noto come Pegasus, software spia prodotto dalla società israeliana Nso Group.
Scontate naturalmente le smentite sia da parte delle istituzioni spagnole che da parte della società israeliana. Inoltre, secondo le indagini compiute da WhatsApp, ci sarebbero stati numerosi attacchi informatici tra aprile e maggio del 2019 — al di là del caso Torrent — quando ben 1400 dei suoi utenti furono presi di mira dal software prodotto dalla società israeliana.
Non solo: questo software spia sarebbe stato utilizzato per monitorare qualcosa come 100 membri della società civile — inclusi i giornalisti — in India, Marocco, Messico e Arabia Saudita.
Proprio per questa ragione WhatsApp ha avviato una causa contro il gruppo Nso.
Se le indagini dei due quotidiani indipendenti venissero confermate tutto ciò sarebbe estremamente grave sia sotto il profilo giuridico che politico perché dimostrerebbe che, nonostante lo scandalo Prism, gli stati democratici spiano gli attivisti dei diritti umani, i giornalisti indipendenti e le opposizioni politiche.