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Spotify, Microsoft, Google, Facebook, Twitter: chi sposa (e chi non sposa) il telelavoro perenne

Home working perenne per i dipendenti di Spotify, Microsoft e Twitter. Scelte diverse per Google e Facebook. Il punto

 

Smart working, o meglio home working.

E’ una delle eredità che lascerà la pandemia da Covid-19. Spotify annuncia il telelavoro perpetuo per i dipendenti dell’azienda, così come Microsoft e Twitter. Facebook e Google, invece, sceglieranno una soluzione ibrida.

Tutti i dettagli.

SPOTIFY

Partiamo dagli ultimi annunci. Spotify introduce la possibilità dello smart working perenne. Prende il via, scrive Cnet, il programma Work From Anywhere, che consente ai dipendenti di Spotify di scegliere, in accordo con i propri manager, se lavoreranno a tempo pieno da casa, dall’ufficio o se preferiscono una soluzione ibrida (casa ed ufficio).

In nome dello smart working, l’azienda tech sta anche introducendo una maggiore flessibilità sulla posizione geografica dei propri dipendenti, che potranno decidere di lavorare da remoto anche in città e paesi diversi dalla sede, nel rispetto di alcune limitazioni su fuso orario e leggi regionali.

TWITTER

Spotify imita Twitter, che già a maggio scorso ha annunciato ai dipendenti la possibilità di lavorare da casa per sempre. “Se i nostri dipendenti hanno un ruolo e una situazione che consentono loro di lavorare da casa e vogliono continuare a farlo per sempre, lo potranno fare”, scriveva il social sul proprio blog, sostenendo che il Covid-19 è stato un banco di prova.

MICROSOFT

C’è anche Microsoft tra i big tech che hanno intrapreso la strada dello smart working permanente. La società ha presentato alcune linee guida che definiscono il concetto di hybrid workplace, consentendo ai dipendenti che lo vorranno, scrive The Verge, di lavorare da casa in modo permanente anche dopo la fine dell’emergenza Covid 19.

FACEBOOK

Smart working a metà (e ritardato), invece, per Facebook. Il founder Mark Zuckerberg ha reso noto che entro il 2030 metà dei dipendenti della company, 48 mila in totale, potrebbe lavorare stabilmente da remoto. Per ora il rientro è fissato per luglio 2021.

GOOGLE

Scelta diversa, invece, per Google, i cui dipendenti dovranno rientrare in ufficio a settembre 2021.

Il The New York Times racconta che il Ceo del colosso di Mountain View, Sundar Pichai, ha anche inviato una mail ai dipendenti nella quale ha scritto come, una volta garantita la sicurezza per il ritorno delle persone negli uffici, verrà testata anche la settimana lavorativa flessibile: 3 giorni da remoto e 2 in ufficio.

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