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Tesla Messico X MUSK BRASILE

Sorpresa, alla fine X e Musk collaborano con i giudici del Brasile

Sembra terminata la crociata di Elon Musk contro la Corte Suprema del Brasile dopo che i giudici sudamericani hanno spento X in tutto il Paese. Tace il profilo che doveva fare dossieraggio sul magistrato Alexandre de Moraes. E nel silenzio generale il social ha chiuso i profili incriminati. Ma non è mancato l'ultimo colpo di testa dell'imprenditore di Tesla e SpaceX...

L’account di Elon Musk non è mai stato tanto politicizzato e attento ai vari fatti del mondo, con retweet provenienti dall’Argentina (con Javier Milei c’è un feeling particolare) e persino dall’Italia. Eppure non è passato inosservato che nelle ultime ore sono drasticamente diminuiti i tweet contro la giustizia brasiliana, accusata dall’imprenditore egoriferito di Tesla, SpaceX e xAI (giusto per limitarci ad alcune realtà nel suo portafogli) di essere oppressiva e dittatoriale a seguito del ban di X. Questo perché, dopo lo spegnimento del social dal Brasile, la linea di Musk sembra di colpo diventata quella del dialogo.

 

LA STRATEGIA DI MUSK PER RIACCENDERE X IN BRASILE

Nella tana del free speech, insomma, si parla molto meno di quanto siano cattivi e ingiusti i giudici brasiliani. E in particolare tutto tace sulle innumerevoli (presunte) malefatte del giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes, il magistrato che ha ordinato lo spegnimento di X in tutto il Brasile, attirandosi l’ira, gli strali e gli innumerevoli insulti di Musk.

Persino l’account X dall’evocativo nick AlexandreFiles che rimanda ai vari Leaks statunitensi ha smesso di trasmettere indiscrezioni sul “nemico pubblico numero 1” della libertà di parola, almeno per chi aderisce alla crociata del miliardario – presto trilionario, ovvero dal patrimonio da 1000 miliardi – sudafricano.

GLI ULTIMI COLPI DI SCENA NELLA VICENDA

Ma cos’è accaduto? È accaduto che, con ogni probabilità, i brasiliani hanno deciso di non armarsi di Vpn (escamotage tecnico per aggirare le restrizioni locali) e sfidare le alte multe messe dalla Corte per continuare a twittare.

E deve anche essere accaduto che qualcuno, in X, ha fatto vedere a Musk i grafici con gli introiti pubblicitari in caduta libera e la conseguente fuga degli sponsor da un mercato presidiato fino al ban da X con 24 milioni di account attivi.

 

MUSK SCARICA I BOLSONARISTI

Perché mentre pubblicamente Musk dal suo profilo condivide tweet trumpiani e assesta pacche sulle spalle a destra e a manca (soprattutto a destra) ai leader di mezzo mondo – da Milei a Meloni – in Brasile X Corp. ha iniziato a collaborare con le autorità chiudendo – come richiesto dalla Corte Suprema – i profili accusati di diffondere odio e fake news del blogger bolsonarista Allan dos Santos, dell’ex presentatore della Jovem Pan, Paulo Figueiredo e dello youtuber Monark, come richiesto dal giudice della Corte Suprema de Moraes.

L’ENNESIMA PROVA DI FORZA

Insomma, nel silenzio dei tweet di Musk, pur di ritornare online X ha sconfessato se stessa, scaricando gli account che avevano portato al ban del social in Brasile.

Per non perdere totalmente la faccia, Musk ha comunque voluto forzare le cose e, mentre bloccava gli account difesi strenuamente in nome della libertà di parola, contestualmente riconnetteva X al Brasile, provocando l’ira delle autorità locali.

MUSK AL LAVORO PER RIACCENDERE X IN BRASILE

Il presidente dell’Anatel, l’Agenzia nazionale delle telecomunicazioni, Carlos Baigorri, ha subito definito l’aggiornamento che per 24 ore circa ha permesso la ripresa dell’accesso a X in Brasile un atto paragonabile alla pirateria online.

Mentre i magistrati ricordavano a X Corp. che non può tornare online senza attendere un provvedimento ad hoc e, soprattutto, che la consegna degli account incriminati non è sufficiente per rimettersi in regola.

LE ALTRE RICHIESTE DEI GIUDICI

Nella querelle tra Musk e il Brasile X aveva infatti chiuso le proprie sedi nel Paese, così da mettere al sicuro i manager della piattaforma dalle conseguenze penali degli ordini che arrivavano dal quartier generale Usa. Ma in questo modo X Corp. non può operare legalmente e infatti i giudici hanno richiesto che il social torni ad avere una sua rappresentanza nel Paese.

LA SETTIMANA DECISIVA?

Già questa settimana la situazione potrebbe sbloccarsi se X produrrà i documenti aggiuntivi richiesti dalla magistratura e si doterà di responsabili individuabili nel Paese. Resta solo da capire quanto peserà l’ultima bravata di Musk che per qualche ora è riuscito a riportare il social in Brasile. Per il momento è stata elevata una ammenda da poco più di 800mila euro.

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