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Semiconduttori, ecco le aziende europee su cui punta Bruxelles contro la Cina

Il commissario europeo Breton ha annunciato l'obiettivo Ue di raddoppiare la quota di produzione semiconduttori. Ecco le aziende con cui sta dialogando

 

Bruxelles non intende restare indietro a Cina e Stati Uniti nel campo dei semiconduttori.

Ieri il commissario europeo al mercato interno Thierry Breton ha annunciato l’obiettivo di aumentare la quota globale della produzione di microprocessori all’interno della Ue al 20% dall’attuale 10% entro il 2030.

La carenza globale di chip ha colpito pesantemente anche l’Europa e in particolare il settore automobilistico, mostrando le debolezze nelle catene di approvvigionamento.

Un filone del piano è quello di convincere un produttore di chip all’avanguardia a costruire una fabbrica di chip in Europa. Parallelamente, il commissario europeo Thierry Breton vuole forgiare un’alleanza di aziende con l’obiettivo di espandere gli attuali punti di forza dell’Europa.

Indirizzerebbe quindi la produzione al di sotto dei 5 nanometri fino ai 2 nanometri, un obiettivo ambizioso non ancora raggiunto dai leader del settore Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (Tsmc) o dalla coreana Samsung.

Tuttavia, si teme che l’Europa possa sprecare denaro a causa dell’alto costo e della complessità della produzione di semiconduttori avanzati, in cui l’Asia è molto più avanti. Gli analisti — spiega il Wall Street Journal — affermano che sarà difficile per altri produttori recuperare il ritardo accumulato in un settore che richiede ingenti investimenti di capitale.

Come riporta oggi La Stampa, “Breton negli ultimi tempi ha incontrato tutti i principali produttori europei e americani, a partire dai tedeschi di Infineon, gli italo-francesi di Stm e le olandesi Nxp e Asml. Ma fino ad ora le risposte più interessanti le ha ricevute dagli americani di Intel intenzionati ad investire in Europa ben 20 miliardi, con la Ue che potrebbe garantirne ben 8. Il tutto per creare 8 diversi poli produttive tra cui uno collocato in Italia”.

IL PIANO DI BRETON SUI CHIP CONDIVISO DALL’ITALIA

Ieri il ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha incontrato Breton, in missione in Italia. Al centro dell’incontro bilaterale, informa un comunicato del Mise, il piano vaccinale europeo, i dossier relativi ai settori della difesa e dell’aerospazio e la strategia sui microprocessori.

Proprio in riferimento a quest’ultima Breton ha annunciato l’obiettivo di aumentare la quota di produzione di chip nell’Ue.

“Un obiettivo condiviso dal ministro Giorgetti che ha sottolineato la necessità di lanciare un piano straordinario di sostegno agli investimenti, in cui le imprese italiane potranno svolgere un ruolo di prima fila grazie alle loro capacità e competenze”.

“Grandi investimenti sul tavolo, oltre ai fondi messi a disposizione dal Recovery plan, ci sono i 140 miliardi euro stanziati dal «Digital Compass». L’Italia di suo ha invece appena varato un fondo da 1,7 miliardi destinato alle imprese che investono in ricerca, sviluppo e innovazione nell’ambito di «Importanti progetti di comune interesse europeo» (Ipcei)” ha ricordato La Stampa.

I SEMICONDUTTORI AL CENTRO DELL’ALLEANZA USA-UE CONTRO LA CINA

Nel frattempo, anche gli Stati Uniti hanno stanziato 52 miliardi di dollari per la produzione interna di chip.

Proprio la produzione di semiconduttori in Europa e negli Stati Uniti sarà uno dei punti chiave di una nuova alleanza tecnologica tra i due paesi per competere con la Cina. Lo scorso mese Bruxelles e Washington hanno inaugurato infatti il Trade and Technology Council (TTC).

Una dichiarazione sul vertice include l’impegno a costruire “un partenariato Ue-Usa sul riequilibrio delle catene di approvvigionamento globali nei semiconduttori”.

IL COLOSSO USA INTEL GUARDA PROPRIO ALL’UE

Ed è proprio un colosso Usa dei semiconduttori, Intel, che sta facendo pressione su diversi Stati dell’Unione europea per ottenere il sostegno finanziario europeo al suo progetto di investimenti da 20 miliardi di dollari per costruire diversi nuovi impianti per la produzione di chip avanzati.

Come riportato dal Financial Times, il ceo di Intel, Pat Gelsinger, ha recentemente incontrato e discusso del progetto con il presidente francese Emmanuel Macron e con il primo ministro italiano Mario Draghi. Intel è in grado di mettere a disposizione dell’Europa le sue conoscenze e un bel po’ di denaro, al fine di venire incontro all’obiettivo dei Paesi Ue di raddoppiare l’attuale produzione di chip.

UNA FABBRICA DI SEMICONDUTTORI IN EUROPA

Secondo il Ft, Intel è alla ricerca di 1.000 acri di terreno in cui sviluppare l’infrastruttura, nonché del supporto finanziario.

Il sito potrà supportare fino a otto impianti di produzione di chip chiamati fab. Intel ha esplorato il potenziale delle fabbriche puntando su Paesi come la Germania, i Paesi Bassi, la Francia e il Belgio. La decisione è prevista entro la fine dell’anno.

L’avvio dovrebbe prevedere due fab e per un’operazione decennale dal costo di circa 20 miliardi di dollari. L’investimento totale per tutto l’impianto potrebbe invece superare i 100 miliardi di dollari, secondo i dirigenti di Intel.

Parlando con il Financial Times, i dirigenti dell’impresa produttrice di chip non hanno nascosto il loro interesse a rafforzare la produzione di semiconduttori in più Stati membri dell’Ue, suggerendo che, se i requisiti di Intel per un nuovo impianto di produzione europeo saranno soddisfatti, potrebbe esserci un reale “interesse a livello dell’Ue” a espandere nuove strutture e servizi in questa direzione.

L’INCONTRO DI BRETON CON LA TEDESCA INFINEON

Ma oltre alla proposta di Intel, il commissario Breton punta al progetto di un’alleanza industriale tra i chipmaker europei per le tecnologie dei semiconduttori.

A inizio luglio, Breton ha incontrato l’amministratore delegato di Infineon, Reinhard Ploss. “È molto importante che Infineon, in qualità di importante attore europeo dei semiconduttori, possa partecipare alla prossima alleanza europea dei semiconduttori”, ha affermato il commissario, incoraggiando il produttore di semiconduttori a lavorare a stretto contatto con aziende di utenti finali come l’industria automobilistica.

“Infineon accoglie con favore l’iniziativa del Commissario UE Breton di espandere la produzione di chip in Europa e quindi rafforzare la sovranità tecnologica” ha dichiarato nell’occasione Ploss.

PUNTARE SU TECNOLOGIA MODERNA, NON ALL’AVANGUARDIA

Tuttavia, proprio la tedesca Infineon ha manifestato i dubbi sulle ambizioni di produzione di chip in Europa da 20 a 10 nanometri.

“Pensiamo che l’Europa dovrebbe concentrarsi sul portare avanti una tecnologia moderna, ma non all’avanguardia” per soddisfare la domanda locale, ha dichiarato in un’intervista Helmut Gassel, chief marketing officer di Infineon Technologies AG.

Come ha spiegato Bloomberg, “il declino dell’industria dell’elettronica di consumo della regione negli ultimi decenni ha lasciato l’Europa senza clienti evidenti per i componenti più piccoli e potenti. Le case automobilistiche, i cui veicoli hanno spazio per chip più datati, sono al momento la maggior parte della domanda di semiconduttori”.

LO SCETTICISMO DELL’OLANDESE NXP

Anche il produttore olandese Nxp non è troppo entusiasta dei piani europei per costruire una fabbrica all’avanguardia. “Non deve essere il tipo più avanzato”, ha detto il dirigente di Nxp Jean Schreurs alla rivista Forum quando gli è stato chiesto dei piani per costruire una nuova fabbrica di semiconduttori in Europa.

Secondo Schreurs una fabbrica per i chip automobilistici sarebbe più utile.

LA POSIZIONE DI STM

Anche l’ad del produttore franco-italiano StMicroelectronics, Jean-Marc Chery, ha allontanato la sua azienda dalle ambizioni dell’Ue. “Se si tratta di tecnologie avanzate, non abbiamo motivo di partecipare”, ha detto Chery al canale di notizie francese BFM TV questo mese. “Questo è marginale per le nostre attività”.

INEVITABILE ALLEANZA CON INTEL SECONDO GLI ESPERTI

Quindi, risulta “Inevitabile l’alleanza con Intel per gli esperti, se si vuole anche solo immaginare di scalfire il monopolio della taiwanese Tsmc, che da sola produce il 92% dei chip più sofisticati. Taiwan, assieme a Cina, Corea del Sud e Usa domina infatti il mercato dei chip. L’Europa, che nella graduatoria dei principali gruppi mondiali è assente, è invece importatrice netta di alta tecnologia. Con tutto quello che ne consegue” conclude La Stampa.

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