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Scazzi nel governo sul progettino Intel in Italia: scontro Giorgetti-Colao

Perché l'americana Intel ha preferito investire molto di più in Germania e Francia. Governo Draghi diviso sul progetto di Intel: troppo poco e troppo incerto, secondo il ministro dello Sviluppo economico, Giorgetti, mentre il ministro Colao... Fatti, indiscrezioni e approfondimenti

 

Tensioni a fior di pelle nel governo Draghi sull’investimento annunciato dal colosso americano dei chip, Intel, in Italia nell’ambito di un più ampio progetto in Europa con Germania e Francia che avranno i maggiori investimenti del gruppo statunitense.

Ecco tutti i dettagli.

Il colosso statunitense – per fare concorrenza a Tmsc e Samsung – ha reso noto che investirà 33 miliardi di euro (36 miliardi di dollari), per aumentare la produzione di chip in tutta l’Unione, in un piano complessivo di investimenti ancora più ricco.

ECCO IL PIANO DI INTEL IN EUROPA

Del piano fa parte anche l’Italia, dove Intel ha spiegato di essere «in trattativa» per un nuovo impianto di produzione “back-end” da 4,5 miliardi. Ma il cuore di questo investimento è la Germania, dove il produttore americano conta di investire 17 miliardi di euro e di costruire due nuovi stabilimenti a Madgeburgo, ha sottolineato il Sole 24 Ore:  “La costruzione dovrebbe iniziare nella prima metà del 2023 e la produzione entrerà in linea nel 2027, «a condizione che non vi siano problemi normativi», hanno fatto sapere da Intel. Il colosso statunitense ritiene che la Germania sia il luogo ideale per il nuovo “mega Fab”. Impianto che prenderà il nome di “Silicon Junction” e creerà, secondo le stime, circa 7mila posti di lavoro nell’edilizia nel corso della costruzione e 3.000 posti di lavoro permanenti presso Intel. Ma il piano, come detto, guarda all’Europa intera. Perché oltre alle operazioni già descritte in Germania e Italia, la società si è impegnata a creare un nuovo centro di ricerca e sviluppo e design in Francia e a investire in servizi di ricerca e sviluppo, produzione e fonderie anche in Irlanda, Polonia e Spagna. Circa 12 miliardi di euro saranno investiti, ad esempio, per raddoppiare lo spazio di produzione di uno stabilimento a Leixlip, in Irlanda”.

COSA FARA’ INTEL IN GERMANIA

L’investimento da parte di Intel non sarà ripartito in maniera equanime – ha scritto il Corriere della Sera – perché la capacità industriale dei singoli Paesi e i sussidi offerti dai loro governi non sono uguali: “A Magdeburgo in Germania saranno impiegati 17 miliardi di euro per il raddoppio della fonderia già esistente e l’obiettivo di andare in produzione già nel 2027 con i semiconduttori più piccoli mai stati disegnati: quelli di 1,8 nanometri. In Italia verranno investiti 4,5 miliardi per un impianto di packaging dei semiconduttori – un processo altamente tecnologico – che dovrebbe portare alla creazione di 1.500 posti diretti e altri 3.500 nella filiera. Altri 12 miliardi andranno al raddoppio del sito irlandese di Leixlip, un impianto di produzione più tradizionale. In Francia andrà uno spazio di ricerca e sviluppo da mille posti di lavoro, mentre cresceranno anche i laboratori in Spagna e Polonia”.

SCAZZI TRA GIORGETTI E COLAO

Quando Intel ha comunicato le sue decisioni al governo, poche settimane fa in un vertice ristretto a pochi ministri, Vittorio Colao e Giancarlo Giorgetti hanno reagito in modo opposto, secondo la ricostruzione del quotidiano La Stampa: “Soddisfatto il primo, rabbuiato il secondo. E le pacche sulle spalle tra il titolare della Transizione Digitale e il vecchio collega Pat Gelsinger, ceo del gruppo americano che Colao conosce dai tempi in cui era ad di Vodafone, hanno lasciato l’amaro in bocca al ministro dello Sviluppo. La promessa di investimenti italiani fino a 4,5 miliardi per 1.500 posti di lavoro non basta a Giorgetti, convinto che qui arrivino solo le briciole: se la partita per la giga factory di microchip era considerata in salita fin dall’inizio, almeno quella per il centro ricerca e sviluppo, con Torino in lizza, era da vincere. Giorgetti contava di portarla a casa con trattative bilaterali con Intel e provando a frenare la mole di denaro in uscita dal governo francese, che ha poi conquistato l’insediamento americano, bussando alle porte di quella Commissione Europea più volte rigorosa nel vietare aiuti di Stato all’esecutivo italiano. Ha prevalso la linea Colao: dossier condiviso e tavolo europeo”.

LE INDISCREZIONI DI REPUBBLICA SU GIORGETTI E COLAO

Secondo un senatore della Commissione Industria, Colao ha suggerito a Francia e Germania di fare fronte comune per essere più forti nella trattativa con il gigante americano Intel. Il fronte comune, però, non si è realizzato, anzi. Germania e Francia hanno trattato singolarmente con Intel lasciando l’Italia sola e distaccata, ha scritto il quotidiano Repubblica: “Giorgetti, poi, è andato in pressing sulla Commissione Ue perché autorizzasse l’Italia a sostenere il progetto Intel con investimenti statali più forti. Colao non lo avrebbe appoggiato nel pressing. Il ministero di Colao definisce «infondata» questa ricostruzione e non dà una sua versione sul caso per non «alimentare inutili polemiche»”.

 

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