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#Roma5g

Roma 5G, cosa hanno fatto Fastweb e Zte nei Musei capitolini

Fastweb e Zte hanno presentato, nell'ambito del progetto #Roma5G, uno scenario d’uso per il monitoraggio con il 5G degli edifici, attraverso una rete di sensori attivata in due sale dei Musei capitolini

Come il 5G cambierà le città in cui viviamo? Hanno provato a spiegarlo, grazie al supporto di Roma Capitale e dell’Università de L’Aquila, Fastweb e Zte, che oggi hanno presentato a Roma, nell’ambito del progetto #Roma5G, uno scenario d’uso dell’ultima frontiera di internet. Grazie al 5G è possibile, tra le altre cose, monitorare lo stato di sicurezza degli edifici, ottenendo informazioni in tempo reale. La sperimentazione della tecnologia ha visto coinvolti due Musei capitolini. Andiamo per gradi.

LA SPERIMENTAZIONE

Tutto è iniziato ad ottobre scorso, quando sono stati installati al Palazzo dei Conservatori e alla Sala Esedra del Marco Aurelio, rispettivamente 2 e 6, sensori che registrano con regolarità informazioni sulla struttura sempre aggiornate e utili alla programmazione della manutenzione del bene.

RISCONTRI IN TEMPO REALE

Come spiegano Zte e Fastweb in una nota, l’infrastruttura tecnologia utilizzata permette la ricezione di informazioni, in tempo reale, sullo stato degli edifici, “attraverso la raccolta e l’elaborazione dei parametri strutturali più significativi (come deformazioni, variazioni di umidità, temperatura, inclinazioni, ecc…) al fine di segnalare eventuali anomalie e criticità anche in condizioni di emergenza, come durante un terremoto, grazie al posizionamento di speciali sensori in grado di rilevare anche le più minime oscillazioni e variazioni nella struttura degli edifici”.

I DISPOSITIVI UTILIZZATI

Il monitoraggio è possibile grazie a dispositivi MEMS (Micro Electro-Mechanical Systems): si tratta di sensori ad altissima risoluzione in grado di registrare oscillazioni inferiori ad 1mg (milli”g” ,dove g è l’accelerazione gravitazionale ~9.8m/s^2).

PIATTAFORMA ZTE, FREQUENZE FASTWEB

La cinese Zte ha fornito l’infrastruttura 5G stand-alone prototipale che utilizza le frequenze 5G a 3,5 GHz in licenza a Fastweb. Le informazioni registrate vengono trasmesse, utilizzando un apparato 5G e un collegamento in fibra ottica, in un sistema di raccolta ed elaborazione dati sviluppato dall’Università degli Studi dell’Aquila e dedicato al monitoraggio del complesso.

IL PROGETTO

La sperimentazione fa parte del progetto #Roma5G, presentato dalla giunta capitolina a settembre 2017 e nato dalla collaborazione con Ericsson e Fastweb, le due aziende chiamate a realizzare le infrastrutture di rete necessarie per lo sviluppo dei nuovi servizi digitali abilitati dal 5G, in sinergia con la piattaforma Wi Fi già diffusa e attiva in città. Roma Capitale, Fastweb ed Ericsson hanno acceso, il 22 febbraio 2018, il primo segnale 5G a Roma attraverso una demo di realtà virtuale presso la Biblioteca Fabrizio Giovenale, nel Municipio IV.

Ad agosto 2018 si è aggiunto come partner del progetto Atac, l’azienda dei trasporti pubblici di Roma, che si è impegnata a mettere a disposizione le proprie infrastrutture civili strategiche (capolinea, paline, cavidotti) per il passaggio della fibra ottica e lo sviluppo di soluzioni e sperimentazioni dedicate alla mobilità.

L’INGRESSO DELLA CINESE

Risale, invece, ad inizio 2018 (30 gennaio), l’ingresso nel progetto, in qualità di partner, della cinese Zte, che insieme a Fastweb ed Ericsson si è impegnata a progettare e a realizzare le infrastrutture di rete necessarie per lo sviluppo di nuovi servizi digitali, implementando così anche nuovi collegamenti alla rete Internet a banda ultralarga. Il loro della cinese, però, non compare tra quelli dei partner sul sito (aggiornato nel caso di Atac).

OBIETTIVO

Il progetto #Roma5G vuole fare della Capitale d’Italia Roma una delle prime città in Europa a disporre di collegamenti in 5G ed esempio di innovazione nel panorama nazionale.

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