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Robot a lavoro: come vincere l’automazione, secondo Jack ma

Jack Ma prevede 30 anni di sofferenze a causa dell’arrivo dei robot a lavoro   Era una guida turistica, poi, prevedendo quello che sarebbe successo nel mondo del commercio, abbandonò tutto per dar vita ad una piattaforma di shopping online, Alibaba. E allora forse, visto l’essere visionario di Jack Ma, vale la pena ascoltare il…

Jack Ma prevede 30 anni di sofferenze a causa dell’arrivo dei robot a lavoro

 

Era una guida turistica, poi, prevedendo quello che sarebbe successo nel mondo del commercio, abbandonò tutto per dar vita ad una piattaforma di shopping online, Alibaba. E allora forse, visto l’essere visionario di Jack Ma, vale la pena ascoltare il suo pensiero su quello che potrebbe accadere in futuro nel mondo del lavoro a causa dell’arrivo dei robot. Proviamo a scoprire qualcosa in più .

Robot a lavoro. E l’uomo soffrirà per i prossimi 30 anni

lavoro robotGli scenari non sono positivi. Questo quanto fatto intendere da Jack Ma in una intervista rilasciata a Cnbc. L’arrivo dei robot nelle fabbriche porterà molti più dolori che gioie. Il problema saranno i conflitti umani: l’automazione porterà ad un crescente divario tra ricchi e poveri (con i lavori meno qualificati sostituiti dalle macchine). Solo i Governi potranno scongiurare tutto questo, ma dovranno prendere “decisioni difficili”, premianti nell’ultimo periodo.

Puntare sui piccoli

Per “creare posti di lavoro bisognerà puntare sui piccoli business, aiutandoli a crescere”, a “produrre locale e vendere ovunque”. Jack Ma è convinto che il futuro sia “dei piccoli” e della “personalizzazione”. Quindi pochi intermediari di grandi dimensioni dovrebbero sostenere la diffusione di piccoli business in un unico mercato globale.

Macchine diverse dagli uomini

E ancora. Secondo Jack Ma, bisognerebbe sviluppare macchine che siano diverse dagli uomini. “Dovremmo essere certi che facciano cose che l’uomo non è in grado di fare”, anche se non potremo evitare la sostituzione di alcuni lavori.

Una formazione creativa

Meno “qualitativa e creativa” sarà la formazione dei più giovani, maggiori saranno i rischi. Ed è per questo che uomo e governi dovranno concentrarsi “su giovani, inclusione, povertà e ambiente”. E usare la tecnologia con un obiettivo: “Migliorare la vita delle persone”.

Vinceranno gli uomini

Dopo annidi sofferenza, saranno gli uomini a vincere. Se è vero che la competizione con i software a chi è più intelligente è persa in partenza, è anche vero che l’uomo ha qualcosa che i robot non hanno: la saggezza.

Prospettive: i Robot ci ruberanno il 38% dei posti di lavoro

Tra 15 anni il mondo del lavoro sarà davvero diverso, dominato da robot, da tecnologia e sempre meno dall’uomo. Uno studio di PricewaterhouseCoopers (Pwc), sostiene infatti che nel 2032 (circa), il 38% dei posti di lavoro disponibili oggi negli Stati Uniti potrebbero essere presi dai robot. In Germania, invece, l’automazione eliminerà il 35% dei posti e in Gran Bretagna il 30%. In Giappone “solo” il 21%.

Le percentuali potrebbero variare, però, se intelligenza artificiale e automazione non rispetteranno, nei prossimi anni, le attutali stime di velocità ed estensione delle capacità. Non è possibile, infatti, definire con certezza gli attuali sviluppi del progresso tecnologico e dunque le stime precise. Grosso modo, i numeri dovrebbero esser questi. E, in parte, dovrebbero farci preoccupare.

I dati ricalcano un po’ quanto già affermato nell’ultimo rapporto del McKinsey Global Institute, in cui si dimostra che ben il 49% delle attività (che producono salari complessivi per annui per 15.8 miliardi di dollari), grazie alle attuali tecnologie, potrebbe essere svolto dai robot. Meno del 5% del totale professioni potrà essere completamente automatizzato e nel 60% dei lavori, il 30% delle attività potranno essere svolte automaticamente da robot.

Robot al posto dell’uomo: la percentuale dipende dal livello di istruzione

La percentuale di penetrazione dei robot in azienda varia, come abbiamo potuto notare, di paese in paese. Il motivo è semplice: si basa sul livello di istruzione medio nei vari territori: più alto è il livello, più sarà difficile la sostituzione con gli automi. I lavori più a rischio automazione, infatti, sono quelli che richiedono un livello inferiore di studio per essere svolti.

Facciamo un esempio concreto, riferendoci ad un settore che richiede sempre un minimo di preparazione, quello della Finanza. Gli analisti di New York si concentrano sul mercato locale, quelli di Londra operano su scala globale. Appare chiaro che i primi avranno bisogno di meno conoscenze e meno dati incrociati e potrebbero essere più facilmente sostituiti dai robot.

I settori più a rischiorobot

Detto questo, è facile capire quali saranno i settori più a rischio. Secondo lo studio di Pwc, ad essere completamente automatizzati saranno i settori dell’ospitalità, dei servizi alimentari, dei trasporti e dello stoccaggio.

L’avvento della guida autonoma, per esempio, manderà in pensione gli autisti di camion e poi dei pullman e degli autobus. Alle aziende converrà impegnarsi solo nella manutenzione ordinaria e straordinaria di una vettura senza conducente, che farsi carico anche dei costi di un contratto per un dipendente alla guida della vettura.

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