Con il coronavirus che si sta diffondendo in tutto il mondo, i professionisti della sanità stanno cercando metodi alternativi per curare i pazienti senza doversi avvicinare troppo ai pazienti, sfruttando in particolare robot per il germ-zapping (la distruzione di germi, ndr) e la telemedicina per contribuire anche a ridurre al minimo l’esposizione umana al virus.
DAI ROBOT POTENZIALE CONTRIBUTO PER RALLENTARE EPIDEMIE
Secondo quanto riporta Joann Muller di Axios, si tratta di un aspetto importante perché “i droni e altre nuove tecnologie potrebbero potenzialmente rallentare la diffusione delle malattie e forse accelerare la consegna di farmaci e di altri tipi di supporto laddove è necessario un aiuto. Ma il loro impiego comporta una serie di questioni etiche”.
In effetti, riporta Axios, “centinaia di ospedali usano già i robot per disinfettare le sale operatorie e uccidere l’MRSA (stafilocchi, ndr) e altri agenti patogeni che causano infezioni associate all’assistenza sanitaria”. La novità è che ora potrebbero essere utilizzati anche nella lotta contro il coronavirus.
I ROBOT IN AZIONE
“Un robot ad emissione di raggi UV della Xenex Disinfection Services viene impiegato in più di 500 ospedali in tutto il mondo, compresi quelli della California e del Nebraska, dove ci sono casi confermati di coronavirus, per distruggere i germi”, sottolinea Axios evidenziando, tuttavia, che deve ancora essere testato sul nuovo coronavirus.
GermFalcon, un robot ad azione UV che prende di mira i germi sugli aerei, sta rispondendo alle richieste di diverse compagnie, ha detto il co-fondatore Elliot Kreitenberg. Che ora sta sviluppando un robot UV simile per gli ospedali.
Vici, un dispositivo che assomiglia a una tavoletta su ruote, ha permesso ai medici di interagire con il primo paziente americano affetto da coronavirus in un ospedale di Everett, Washington, secondo Forbes.
DRONI E UAV POTREBBE AIUTARE CONTRO LE EPIDEMIE MA ATTENTI A SPERIMENTARE SULLE PERSONE
In sostanza, evidenzia Axios, “’i droni e i veicoli aerei senza equipaggio possono ora svolgere una varietà di compiti che potrebbero essere utili nella lotta contro le epidemie. I droni devono ancora affrontare ostacoli normativi negli Stati Uniti, ma se la FAA permetterà loro di volare su distanze più lunghe, una rete di centri di distribuzione potrebbe inviare rapidamente i vaccini tramite questi velivoli’, ha detto Justin Hamilton, un portavoce della Zipline, una società di droni che fa migliaia di consegne al giorno di sangue e altre forniture mediche in Ruanda”.
“La tentazione durante una crisi umanitaria potrebbe essere quella di affrettare l’arrivo delle tecnologie prima che siano pronte, anche piegando i regolamenti per farlo, il che sarebbe un errore, avvertono gli esperti di disaster recovery. ‘Non si vuole sperimentare sulle persone e peggiorare le cose’, ha detto Robin Murphy della Texas A&M University”, ha aggiunto Axios.
QUALI SONO I PROBLEMI
“I pazienti nelle zone rurali o in paesi stranieri potrebbero non sapere come interagire con la tecnologia, creando ad esempio frustrazione o paura. Né i robot dovrebbero essere usati per sostituire i professionisti del settore medico o per prendere il lavoro necessario a coloro che non sono infetti, ha aggiunto Murphy. Alcuni ricercatori – si legge su Axios – stanno lavorando su tecnologie di localizzazione e sorveglianza che utilizzano i droni per identificare le persone e persino monitorare i segni vitali degli individui in una folla, sollevando preoccupazioni sulla privacy, ha concluso sempre Murphy”.