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Londra

Chi sculaccia il governo del Regno Unito sui semiconduttori

Il Regno Unito deve dotarsi di una strategia sui semiconduttori, dice Rene Haas, il Ceo di Arm Holdings. L'articolo di Daniele Meloni

 

Il Regno Unito non ha una strategia sui semiconduttori e deve agire con maggiore urgenza per dotarsene. Questo il verdetto senza appello di Rene Haas, il Ceo di Arm Holdings, big dei microchip britannico, una delle industrie tecnologiche più importanti del Paese.

In un’intervista al quotidiano The Times, Haas ha affermato che “i microchip sono la linfa di tutto quello che produciamo” e che “la capacità del Regno Unito di costruire compound e progettare il loro design è fondamentale per tutta la supply chain che garantisce l’elettronica che consente di esplorare lo spazio”. La sede di Arm si trova a Cambridge e vanta oltre 2,300 dipendenti. Il gruppo è di proprietà dei giapponesi di SoftBank.

Dopo l’approvazione del Chips Act americano, il governo britannico sta conducendo due review nel settore. La loro pubblicazione, però non è ancora avvenuta, allarmando così tutti gli operatori del settore. “La pandemia ha dimostrato l’importanza della resilienza nelle supply chain“, ha affermato di Ceo della multinazionale. “La chiusura di una parte del mondo ha effetti devastanti per tutto il pianeta. Per questo agire ora è di primaria importanza per il Regno Unito”.

Il Gruppo Arm è il maker dei processori che vengono usati in pratica su tutti gli Smartphone. Tra i suoi clienti principali ci sono, infatti, Apple, Qualcomm e Samsung Electronics. Nel mondo impiega – oltre a quelli con base a Cambridge – oltre 6,400 persone. La scorsa settimana ha annunciato risultati assolutamente lusinghieri per l’esercizio in corso: aumento nella vendita dei chip del 7% rispetto al 2021, ricavi per il secondo semestre a quota 719 milioni di sterline – +6% rispetto all’anno precedente – e profitti a oltre 400 milioni di sterline, +31% sull’esercizio precedente.

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