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Spesa Difesa

Quanto aumenterà in Italia la spesa per la difesa

Alla Camera approvato l'ordine del giorno per l'aumento spese militari fino al 2 per cento del Pil. Tutti i dettagli

L’Italia aumenterà la spesa militare.

Ieri mattina la Camera dei deputati ha approvato a larghissima maggioranza un ordine del giorno collegato al decreto Ucraina proposto dalla Lega e sottoscritto da deputati di Pd, FI, Iv, M5s e Fd’I per aumentare gli stanziamenti per la Difesa.

In particolare, l’Odg 9/3491-A/35 impegna il governo ad avviare l’incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del 2 per cento del Pil.

Ovvero, passare dai 25 miliardi l’anno attuali (68 milioni al giorno) a 38 miliardi l’anno (104 milioni al giorno), in base ai dati forniti dal ministro Guerini. “Saranno soldi che serviranno per comprare armi e per aumentare gli organici delle nostre forze armate, ormai anacronistici, da circa 150 mila soldati” sottolinea oggi La Stampa.

Una direzione già intrapresa dal governo Draghi che, secondo indiscrezioni di stampa, starebbe valutando con la prossima legge di bilancio (ottobre 2022) un incremento graduale della spesa militare di circa 8/10 miliardi di euro nei prossimi 5 anni in risposta agli attuali sviluppi geopolitici.

Con l’obiettivo della spesa militare al 2 per cento del Pil, l’Italia seguirebbe così gli altri paesi europei che hanno già previsto l’aumento del budget per la Difesa. Prima fra tutti la Germania, dove il Cancelliere Scholz ha annunciato un piano di riarmo da 100 miliardi di euro per rafforzare l’esercito in risposta all’invasione russa dell’Ucraina. Berlino porta di fatto il budget della difesa al 2 per cento del Pil, da tempo raccomandato come obiettivo Nato.

Tutti i dettagli.

L’IMPEGNO PER IL GOVERNO

Come si legge nel testo, l’odg 9/3491-A/35 “impegna il Governo: ad avviare l’incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del 2 per cento del Pil, dando concretezza a quanto affermato alla Camera dal Presidente del Consiglio il 1° marzo scorso e predisponendo un sentiero di aumento stabile nel tempo, che garantisca al Paese una capacità di deterrenza e protezione, a tutela degli interessi nazionali, anche dal punto di vista della sicurezza degli approvvigionamenti energetici; ad assicurare che la ripartizione delle risorse sia allocata secondo i criteri della delega di cui alla legge n. 244 del 2012; nell’immediato, ad incrementare alla prima occasione utile il Fondo per le esigenze di difesa nazionale, di cui all’articolo 615 del decreto legislativo n. 66 del 15 marzo 2010, recante il Codice dell’ordinamento militare”.

ODG VOTATO A LARGA MAGGIORANZA

L’ordine del giorno risalente a mercoledì 16 marzo, sottoscritto dalle forze di maggioranza e anche da FdI, è stato approvato a larga maggioranza (391 voti favorevoli su 421 presenti, 19 voti contrari). Hanno votato contro Alternativa, Sinistra italiana e Europa verde.

RIPRENDE LE PAROLE DI DRAGHI

Come ha ricordato in Aula il deputato Roberto Paolo Ferrari (Lega), primo firmatario del documento, l’odg riprende quanto spiegato da Mario Draghi alla Camera nell’ultima informativa resa al Parlamento sul conflitto in Ucraina lo scorso 1 marzo. “Si tratta di raggiungere un obiettivo che il nostro Paese si era dato, aderendo alle conclusioni del vertice dell’Alleanza atlantica nel 2014 in Galles, ovvero impegnare una quota, pari al 2 per cento del prodotto interno lordo del Paese, per gli investimenti nel settore, nel campo della difesa”.

IL COMMENTO DI MULÈ

Un “cambio di paradigma” lo ha definito Giorgio Mulè, sottosegretario alla Difesa in quota Forza Italia, intervenendo all’evento online “L’economia ai tempi della guerra. Una difesa più forte, italiana ed europea”, organizzato dalla Fondazione Ottimisti&Rrazionali. Porta a “dare certezze rispetto a un budget che è oggi di 24,5 miliardi” e che dovrà contare in futuro su una dotazione ulteriore di 8/9 miliardi.

“Passeremo da una spesa giornaliera di 68 milioni a una di 100 milioni di euro. Ma a fronte della quantità, la sfida sarà la qualità. Non possiamo permetterci di buttare i soldi dalla finestra” ha sottolineato ancora Mulè, ripreso da La Stampa.

NECESSARIO RINFORZARE LE FORZE ARMATE

Le forze armate vanno quindi rinforzate. Come spiegato ieri dal capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica generale Luca Goretti durante un’audizione in commissione Difesa.

“In venti anni — ha evidenziato il generale Luca Goretti — siamo passati da 842 a 500 aeromobili, di cui meno di 300 con funzioni combat che rappresentano uno strumento di deterrenza e intervento in caso di crisi. Considerato il tradizionale rapporto di uno a tre per esigenze di manutenzione e approntamento, l’Aeronautica Militare ha oggi disponibili meno di 100 aeromobili impiegabili continuativamente”.

“Un dimensionamento attendista della forza è sbagliato e la storia ce lo sta ricordando in questi giorni con cruda evidenza” ha rimarcato il capo dell’Arma azzurra.

MA QUANTO HA SPESO L’ITALIA FINORA?

“Invero, l’Italia, da quando Lorenzo Guerini ha assunto il dicastero della Difesa, ha costantemente aumentato il proprio bilancio della Difesa” aveva già notato su Startmag Aurelio Giansiracusa di AresDifesa.

Il bilancio della Difesa era già passato da 21,4 miliardi del 2019 a 24,5 miliardi del 2020, pari rispettivamente all’1,38 e 1,41% del Prodotto interno lordo.

Ma il vero balzo in avanti ci sarà nei prossimi anni. “Nel 2022 si passerà a 25,8 miliardi di euro l’anno (1,4% del Pil), in aumento del 3,4% rispetto al 2021 e del 19,6% rispetto al 2019” sottolinea Ginasiracusa.

Come evidenzia l’Osservatorio dei Conti pubblici italiani, “l’aumento nel 2020 è dovuto sia all’incremento degli stanziamenti (circa 1,6 miliardi), sia alla caduta del Pil indotta dalla crisi Covid-19. Anche nel 2021 gli stanziamenti sono aumentati di altri 2,2 miliardi rispetto all’anno precedente. A causa dell’aumento delle risorse nel biennio 2020-2021, il rapporto sarebbe cresciuto anche in assenza della caduta del Pil (scenario senza pandemia in Fig. 1)”.

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