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Tiktok Tok Meta Tassa Ue

Pulse Premiere, così l’app cinese TikTok si butta nella pubblicità degli Indie Creator

In un momento in cui i grandi marchi tagliano l'adv, TikTok si rivolge ai creativi indipendenti: per accedere a Pulse Premiere occorre avere almeno 100.000 follower e 18 anni di età. La piattaforma cinese si terrà la metà degli introiti

Il mercato, si sa, funziona sempre allo stesso modo: quando gli affari stagnano perché ci sono pochi soldi in giro (come in questo periodo di alta inflazione), le grandi aziende tagliano i budget, partendo dalla comunicazione. Non deve perciò sorprendere che TikTok abbia appena lanciato Pulse Premiere per consentire agli inserzionisti, individuati soprattutto tra i creativi digitali indipendenti, di inserire annunci.

COME FUNZIONA PULSE PREMIERE

L’opportunità è rivolta agli editori premium e prevede di fare fifty-fifty: metà delle entrate pubblicitarie sarà condivisa con loro, metà sarà trattenuta dalla piattaforma cinese, che ci mette il medium. Per accedere a Pulse Premiere occorre avere almeno 100.000 follower e 18 anni di età.

Si tratta di un’estensione del programma Pulse di TikTok che consente agli utenti di posizionare il proprio marchio accanto ai marchi “big” presenti sulla piattaforma, ha affermato la società.

Il social media che viene dall’Oriente ha affermato che i contenuti viaggeranno assieme  a quelli premium di editori quali Buzzfeed, DotDash Meredith, NBCUniversal, UFC e WWE,  tra i primi a unirsi al lancio del prodotto chiamato Pulse Premiere.

Il fatto che l’elenco ricomprenda soprattutto testate potrebbe non essere casuale: sappiamo bene che TikTok è sotto accusa in mezzo mondo occidentale perché cancellerie e parlamenti diffidano dell’uso che questa app nata nel 2016 faccia realmente dei dati raccolti, quindi includere nell’offerta un buon numero di editori potrebbe avviare una contro-narrazione più favorevole al social network.

IL SUCCESSO DEL SOCIAL IN NUMERI

Resta il fatto che la piattaforma cinese è una vera e propria miniera d’oro sia per i grandi marchi, che la usano per raggiungere i giovanissimi (sempre più sfuggenti, considerato che guardano pochissima televisione e stanno disertando in massa Facebook), sia per i creativi che intendono sfruttarla per provare a strutturare la propria carriera digitale.

Sul fronte opposto TikTok, che a marzo ha dichiarato di avere 150 milioni di utenti attivi mensili negli Stati Uniti, rispetto ai 100 milioni del 2020, vuole battere cassa e lo fa, adesso che i big stringono i cordoni della borsa, rivolgendosi ai creativi indipendenti.

Finora, TikTok ha monetizzato il suo pubblico americano a soli 0,31 dollari l’ora, un terzo rispetto a Facebook e un quinto rispetto a Instagram. Secondo un report dell’Economist, quest’anno guadagnerà circa 67 dollari da ciascuno dei suoi utenti americani, mentre Instagram ne guadagnerà più di 200, secondo le stime di Insider Intelligence, una società di ricerca. E non si tratta solo di un problema di TikTok.

Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Meta, ha dichiarato agli investitori che “attualmente l’efficienza di monetizzazione di Reels è molto inferiore a quella di Feed, quindi più Reels cresce… più sottrae tempo a Feed e di fatto perdiamo denaro”.

Da quando è entrato in America nel 2017, TikTok ha raccolto più utenti di tutte le app di social media, tranne una manciata, che esistono da più del doppio del tempo. Tra il pubblico giovane, poi, schiaccia la concorrenza. Gli americani di età compresa tra i 18 e i 24 anni trascorrono un’ora al giorno su TikTok, il doppio del tempo che trascorrono su Instagram e Snapchat e più di cinque volte il tempo che trascorrono su Facebook.

Il fatto che sempre più politici, anche in Italia, abbiano deciso di aprire un account e oggi si battano perché le istituzioni non pestino troppo i piedi alla piattaforma cinese la dice lunga sull’immenso bacino di utenti che consente di raggiungere.

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