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Prime grane per Bluesky: post degli utenti usati per sfamare le IA

La conformazione stessa di Bluesky favorisce la raccolta di dati personali da dare in pasto alle intelligenze artificiali. La scoperta di un utente rischia di avere ripercussioni serie per il social della Farfalla, incluse pesanti multe per violazione della Gdpr europea che potrebbero spingere la piattaforma a lasciare la Ue. Fatti, numeri e approfondimenti

Scelta da un numero crescente di utenti in fuga da X che non condividono le politiche e la gestione del social da parte di Elon Musk, Bluesky sembra essere la piattaforma del momento. Anche se non è esente dalle critiche. Le condotte di un utente, infatti, hanno dimostrato che i post di ciascun iscritto possono essere facilmente utilizzati per sfamare le Intelligenze artificiali, in modo non dissimile appunto a quanto viene sui social media rivali.

BLUESKY PUO’ SFAMARE LE IA?

Tutto è accaduto per caso, quando tale Daniel van Strien, bibliotecario specializzato in machine learning presso Hugging Face, piattaforma open-source per lo sviluppo di modelli di AI, ha pubblicato un dataset contenente un milione di post di Bluesky.

Hugging Face rende infatti i dataset liberamente accessibili, incluso l’uso per l’addestramento di AI. Sono immediatamente divampate le polemiche degli utenti del social della Farfalla blu e van Strien ha perciò rimosso il dataset e si è scusato pubblicamente, riconoscendo di aver usato milioni di dati altrui senza aver ottenuto alcun consenso.

LA NATURA DECENTRALIZZATA E’ UN BOOMERANG

Ma il danno ormai era fatto. La condotta di van Strien ha dimostrato alla Rete che contenuti di Bluesky, senza eccezioni, sono in balia di qualsiasi sviluppatore di intelligenze artificiali interessato ad addestrare i propri affamatissimi modelli.

E per un van Strien che si ravvede e cancella tutto chiedendo scusa altre migliaia di utenti hanno iniziato a caricare dataset analoghi con un numero inferiore di premure, dunque senza nemmeno censurare i dati degli iscritti al social. Come se non bastasse, la natura decentralizzata del social network rende anche molto complesso trovare una soluzione a questo problema.

Insomma, allo stato attuale la situazione risulta particolarmente caotica e ciò che viene postato su Bluesky può immediatamente finire altrove, assieme ai dati di chi lo ha scritto e senza che questi abbia alcun potere di venirne a conoscenza e opporsi.

IL PRECEDENTE TRA LA UE E META AI

Quasi certamente tutto ciò viola la stringente legge sulla privacy del Vecchio continente. Del resto la Commissione irlandese per la protezione dei dati (Dpc) che tratta la materia in nome e per conto della Commissione Ue, continuamente sollecitata dal Centro Europeo per i Diritti Digitali (Noyb), proprio quest’anno ha bloccato Mark Zuckerberg che avrebbe voluto sfruttare i post dei propri utenti europei sui social Facebook, Instagram e Threads per alimentare l’Intelligenza artificiale in sviluppo a Menlo Park, mettendo in discussione la legittimità degli “interessi legittimi” invocati da Meta per il trattamento di tali dati.

In particolare, le critiche dei giuristi del Vecchio continente si sono concentrate sul tentativo di Meta di evitare la richiesta di consenso esplicito degli utenti, preferendo invece un sistema di opt-out che sarebbe stato attivo solo fino al 26 giugno scorso.

Tale approccio è stato visto come un tentativo di utilizzare “modelli oscuri” per raccogliere il maggior numero possibile di dati prima dell’entrata in vigore della restrizione. E Meta, com’è noto, per evitare di incorrere in pesanti sanzioni ha preferito bloccare ogni operazione.

BLUESKY VIOLA LA GDPR EUROPEA?

Il solo fatto che i dati degli ormai 25 milioni di utenti di Bluesky siano custoditi in modo tale da essere “pescati a strascico” con la tecnica dello scraping potrebbe avere conseguenze serie per il social.

Anche se d’altra parte occorre sottolineare che le differenze tra i due casi sono notevoli: rispetto alla vicenda di Meta qui non si ravvisano condotte intenzionali di chi ha in custodia tali dati di sfruttarli per sfamare delle Intelligenze artificiali.

La questione insomma è tutta da decifrare ma dato che la conseguenza è la medesima – dati personali finiti nelle mangiatoie delle IA senza il consenso degli interessati – rischia comunque di esporre Bluesky a multe assai pesanti che potrebbero spingerla ad abbandonare le operazioni in Ue al fine di evitarle.

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