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Deliveroo

Perché l’Ipo di Deliveroo fa sboom?

Tonfo in Borsa per le azioni di Deliveroo al debutto a Londra. Fatti, numeri e commenti

 

Debutto disastroso per Deliveroo alla Borsa di Londra.

Il titolo della società di consegna di cibo a domicilio, che in fase di collocamento ha dovuto abbassare le sue pretese al minimo della forchetta, è arrivato a perdere fino al 30% nelle prime contrattazioni.

Deliveroo ha bruciato 2,28 miliardi di sterline del suo valore in pochi minuti dall’apertura del mercato.

Pesa il contraccolpo degli investitori preoccupati per la struttura del capitale, con due classi di azioni, e per i diritti dei rider. Sul modello delle consegne di cibo a domicilio si stanno sollevando infatti forti preoccupazioni e proteste da parte dei fattorini.

Tutti i dettagli.

I DETTAGLI DEL COLLOCAMENTO DELLE AZIONI DI DELIVEROO

Deliveroo, società leader del food delivery, ha confermato il prezzo di offerta dell’Ipo a 3,90 sterline per azione. Pari ad una capitalizzazione di mercato all’ammissione di 7,59 miliardi di sterline (escluse eventuali quote gestite in over-allotment).

L’avvio degli scambi alla Borsa di Londra è iniziato stamattina alle ore 9 in Italia sotto la sigla “ROO”.

L’IPO PIÙ GRANDE DI LONDRA DAL 2011

La quotazione della società con sede a Londra, fondata dal capo William Shu nel 2013, è la più grande Ipo di Londra da Glencore nel maggio 2011 e anche il più grande flottante tecnologico mai registrato alla Borsa di Londra.

NONOSTANTE LA RIDUZIONE DEL TARGET DI PREZZO

La decisione di abbassare il target dell’Ipo arriva dopo una settimana in cui i principali gestori di fondi hanno dichiarato che avrebbero evitato l’offerta di Deliveroo tra le preoccupazioni sui diritti dei lavoratori.

LA FUGA DEGLI INVESTITORI

Numerosi investitori, tra cui Aberdeen Standard Life, Aviva, Legal & General Investment Management e M&G, hanno rinunciato all’Ipo, citando preoccupazioni sulle condizioni di lavoro della gig-economy e sulla struttura azionaria a doppia classe della società.

I DUBBI SULLA STRUTTURA DEL CAPITALE DI DELIVEROO

Questa conferirà all’amministratore delegato Will Shu diritti di voto fuori misura per tre anni dandogli una posizione di maggioranza ai voti degli azionisti.

In base a quanto indicato nel prospetto informativo dell’offerta pubblica, Amazon, titolare di azioni di classe A, ridurrà la propria quota dal 15,8 all’11,5%, con diritti di voto al 5,2%, mentre il fondatore Will Shu salirà dal 6,1 al 6,3%.

Anche se Shu deterrà il 6,3% della società dopo la quotazione, la partecipazione porterà il 57,5% dei diritti di voto di Deliveroo perché sarà l’unico proprietario delle azioni di Classe B, che portano 20 voti ciascuna, contro un voto ciascuna per le azioni di Classe A. Nel terzo anniversario dell’Ipo, le azioni di Classe B si convertiranno automaticamente in Classe A.

Da qui i problemi di governance aziendale secondo gli investitori.

LA STRATEGIA DI DELIVEROO

Deliveroo intende utilizzare i proventi netti derivanti dall’emissione delle nuove azioni per continuare ad investire nelle opportunità di crescita disponibili. Portare online il settore del cibo rappresenta un’enorme opportunità di mercato, secondo la società fondata a Londra.

“Il modo in cui la pensiamo è semplice — si legge in un comunicato della società — ci sono 21 occasioni di pasto in una settimana (colazione, pranzo e cena), sette giorni a settimana. Adesso, meno di una di queste 21 operazioni commerciali avviene on line. Noi siamo al lavoro per cambiarlo”. “Abbiamo eseguito bene i nostri piani, dal punto di vista della della crescita, dell’espansione e della redditività, ma siamo davvero solo all’inizio del nostro viaggio”, fa sapere ancora l’azienda.

MIGLIORARE IL MARKETPLACE

“Continueremo ad investire in innovazione per migliorare ulteriormente il nostro marketplace principale per i consumatori, i ristoranti, i supermercati, e i rider, mentre continuiamo anche a sviluppare ulteriormente le nostre attività in crescita, come in particolare Editions, Plus e Signature”.

SOCIETÀ ANCORA IN PERDITA (BENCHÉ RIDOTTA)

Deliveroo dall’esordio del 2013 non ha mai fatto utili. Il gruppo ha chiuso il 2020 con un valore delle transazioni in aumento del 64% (da 2,5 a 4,1 miliardi di sterline) e una perdita in calo del 29,4% (scesa a 223,7 milioni da un rosso 2019 di 317 milioni di sterline).

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