skip to Main Content

Perché l’Antitrust Ue ha multato Philips, Pioneer, Asus e Denon Marantz

La Commissione Europea ha multato quattro case produttrici di articoli elettronici di consumo (Asus, Denon Marantz, Philips e Pioneer) per aver imposto prezzi fissi o minimi di vendita ai loro rivenditori al dettaglio on line, in violazione delle regole Ue sulla concorrenza Bruxelles ci ha preso gusto. Dopo la maxi multa di 4,3 miliardi di…

Bruxelles ci ha preso gusto. Dopo la maxi multa di 4,3 miliardi di dollari inflitta a Google come sanzione per l’abuso di posizione dominante la settimana scorsa, ieri la Commissione europea è tornata ad abbassare la scure in campo concorrenza.

I regolatori Antitrust Ue hanno multato per 111 milioni di euro totali, in quattro decisioni separate, i produttori di elettronica di consumo Asus, Denon & Marantz, Philips e Pioneer per aver imposto prezzi di rivendita fissi o minimi ai rivenditori online in violazione delle regole europee.

IL GIRO DI VITE UE

La Commissione europea è giunta alla sentenza a seguito un’indagine di 17 mesi sulle pratiche di vendita online come restrizioni dei prezzi basate sulla posizione di un cliente o nazionalità. L’inchiesta, iniziata a febbraio dello scorso anno, è una delle tre che riguardano 15 aziende nei settori dell’elettronica di consumo, dei videogiochi e degli alberghi.

DOVE SONO INCIAMPATE PHILIPS&CO

Asus, Denon & Marantz, Philips e Pioneer sono state giudicate colpevoli di aver limitato la capacità dei rivenditori online di valutare gli articoli come meglio credevano. Dall’indagine Ue è emerso infatti che i quattro produttori hanno minacciato o sanzionato (bloccando le forniture) i rivenditori online che non avrebbero rispettato i loro suggerimenti sui prezzi.

Le quattro incriminate hanno praticato quella che in gergo si chiama Rpm, mantenimento di un prezzo di rivendita (Resale Price Maintenance) minimo o fisso, restringendo la possibilità per i rivenditori online di fissare i propri prezzi al dettaglio per i prodotti elettronici di largo consumo.

È pratica comune per i commercianti online affidarsi ad algoritmi per fissare i prezzi al dettaglio, adattandoli automaticamente a quelli praticati dai concorrenti. Con le restrizioni imposte dalle quattro società produttrici, i prezzi finali delle merci dei rivenditori al dettaglio subivano un impatto non indifferente.

IL COMMENTO DELLA COMMISSARIA VESTAGER

Tuttavia, le violazioni non configurano un cartello bensì condotte illecite sui prezzi. ha precisato la commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager, “Il risultato di queste azioni – si legge nella nota diffusa dalla Commissione europea – è che milioni di consumatori europei hanno pagato prezzi più elevati per elettrodomestici da cucina, asciugacapelli, personal computer, auricolari e molti altri prodotti”. Si tratta pertanto di pratiche “illegali e le nostre decisioni di oggi mostrano che le regole Ue sulla concorrenza servono a proteggere i consumatori, laddove le aziende ostacolano la concorrenza sui prezzi e la possibilità di avere più scelta”.

MEA CULPA

Poteva andare peggio per le ree società. Tutte e quattro hanno visto infatti la multa ridotta tra il 40 e il 50% in quanto hanno collaborato con la Commissione sia fornendo prove sia riconoscendo espressamente i fatti e le violazioni delle norme antitrust.

Ecco gli importi finali addebitati: Asus per pagare 63,5 milioni di euro; Denon & Marantz è stato multato con 7,7 milioni di euro; Philips paga 29,8 milioni di euro e Pioneer deve 10,2 milioni di euro.

Back To Top