I regolatori dell’Ue stanno prendendo di mira Apple per la decisione di abbandonare le app web dalla schermata principale dell’iPhone.
Secondo un rapporto del Financial Times, Apple potrebbe presto affrontare un’indagine sulla sua decisione di interrompere le web app per iPhone nell’Unione europea. Secondo quanto riferito, la Commissione europea ha inviato ad Apple e agli sviluppatori di app richieste di ulteriori informazioni per assistere nella sua valutazione.
A febbraio il colosso di Cupertino ha annunciato infatti che interromperà ufficialmente il supporto per le app web progressive, chiamate anche app web per home page, nell’Ue in iOS 17.4, a partire da marzo.
“Queste app basate sul web potevano essere precedentemente installate e avviate dalla schermata iniziale di un iPhone, inviare notifiche push e archiviare memoria separatamente da un browser web” spiega Quartz aggiungendo che queste app rappresentavano un modo per gli sviluppatori di aggirare l’App Store di Apple e le tariffe associate. Con la nuova modifica, queste app funzioneranno più come segnalibri. Tanto che gli sviluppatori sono insorti contro l’interruzione decisa dal produttore di iPhone. Ma Apple si difende chiamando in causa proprio la conformità al Digital Markets Act (DMA) dell’Ue per la sua decisione: afferma di non poter proteggere le app Web della schermata iniziale con motori browser di terze parti.
La società guidata da Tim Cook è tenuta a conformarsi al Dma entro il 6 marzo. In caso di violazione della legge europea, le aziende rischiano multe fino al 10% del fatturato annuo, salendo fino al 20% in caso di recidiva.
Tutti i dettagli.
LA POSIZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles cerca di indagare sulla mossa di Apple di disabilitare l’accesso alle app web nell’Ue a partire da marzo. Le autorità di regolamentazione della concorrenza europee hanno inviato domande agli sviluppatori sulla decisione del colosso tech, riferisce il Ft precisando che “l’Ue ha compiuto i primi passi verso un’indagine formale su Apple, in merito alla decisione di interrompere l’accesso ad alcune applicazioni che bypassano il suo app store mentre Bruxelles intensifica il controllo sull’attività del produttore di iPhone”.
“Stiamo effettivamente esaminando i pacchetti di conformità di tutti i guardiani, inclusa Apple”, afferma la Commissione europea in una dichiarazione fornita dalla portavoce Lea Zuber ai media. “In questo contesto stiamo esaminando in particolare la questione delle app web progressive e possiamo confermare di aver inviato le richieste di informazioni ad Apple e agli sviluppatori di app, che possono fornire informazioni utili per la nostra valutazione.”
LA POSIZIONE DEL COLOSSO DI CUPERTINO
Da parte sua, Apple attribuisce la ragione principale del cambiamento al Digital Markets Act (DMA) dell’Ue, poiché richiede ad Apple di consentire il pieno supporto per i motori browser di terze parti, non solo per il WebKit di Safari.
La nuova legge mira a regolamentare le grandi piattaforme definite “gatekeeper” nei mercati online – come l’App Store – al fine di rendere tali mercati più competitivi per gli operatori più piccoli. Nel caso di Apple, il Dma richiederà al colosso della tecnologia di abilitare il pieno supporto per i motori browser di terze parti, cosa che la società contesta come irrealistica, prosegue Quartz.
L’introduzione del supporto delle app Web per altri browser richiederebbe all’azienda di costruire “un’architettura di integrazione completamente nuova” che, a suo dire, “non era pratico da intraprendere date le altre richieste del DMA”. L’azienda cita anche “un’adozione da parte degli utenti molto bassa” e potenziali rischi per la sicurezza come ragioni del cambiamento.
In una sessione di domande e risposte con gli sviluppatori, Apple ha affermato che l’apertura delle funzionalità progressive delle app web a terze parti senza mettere gli utenti a rischio di violazioni della sicurezza “non era pratica da intraprendere date le altre richieste del DMA”.
LE CONSEGUENZE PER GLI SVILUPPATORI
Infine, la mossa interrompe anche la strada agli sviluppatori che cercano di evitare le commissioni del 30% che Apple addebita per gli acquisti effettuati tramite il suo App Store.
Open Web Advocacy, un’organizzazione no-profit che sostiene il web aperto, sta conducendo un sondaggio per vedere come il cambiamento avrà un impatto sugli sviluppatori, rileva The Verge.