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Garante Privacy Openai Chagpt

Perché il Garante privacy avverte OpenAI su ChatGpt

A un anno dall'avvio dell'istruttoria, l'autorità garante per la protezione dei dati personali italiana ha notificato a OpenAI l’atto di contestazione per le violazioni alla normativa privacy di ChatGpt. Tutti i dettagli

Per il Garante della privacy italiano il popolare chatbot di OpenAI, ChatGpt, viola le regole sulla privacy.

L’autorità Garante per la protezione dei dati personali ha comunicato oggi di aver notificato a OpenAI, società sostenuta da Microsoft che gestisce la piattaforma di intelligenza artificiale ChatGpt, l’atto di contestazione per aver violato la normativa in materia di protezione dei dati personali.

A seguito di un’indagine avviata lo scorso anno, l’autorità di regolamentazione ritiene che vi siano elementi indicanti potenziali violazioni, si legge in una nota.

Con un provvedimento del 30 marzo 2023, l’authority presieduta da Pasquale Stanzione aveva temporaneamente bandito il chatbot nel nostro paese e avviato un’indagine sulla sospetta violazione delle norme sulla privacy da parte dell’applicazione di intelligenza artificiale. Successivamente ChatGpt è stata riattivata in Italia dopo che il suo creatore OpenAI ha affrontato e superato le questioni sollevate dal Garante.

Ma per l’autorità ci sono elementi per procedere contro OpenAI.

L’Italia è stato il primo paese dell’Europa occidentale a frenare ChatGpt, ma la sua azione ha attirato l’attenzione di legislatori e regolatori in diversi paesi, ricordava l’anno scorso Reuters. Tanto che lo scorso aprile il Comitato europeo per la protezione dei dati (Edpb), l’organismo che riunisce le Autorità per la privacy dell’Unione europea, ha istituito una task force sul chatbot.

Tutti i dettagli.

LA NOTIFICA ODIERNA DA PARTE DEL GARANTE PRIVACY A OPENAI SU CHATGPT

A seguito del provvedimento di limitazione provvisoria del trattamento, adottato dal Garante nei confronti della società lo scorso 30 marzo, e all’esito dell’istruttoria svolta, l’Autorità ha ritenuto che gli elementi acquisiti possano configurare uno o più illeciti rispetto a quanto stabilito dal Regolamento Ue, spiega la nota odierna dell’authority.

I RILIEVI DELL’ANNO SCORSO

La scorsa primavera il Garante aveva rilevato che ChatGpt mancava “di qualsiasi base giuridica che giustifichi la massiccia raccolta e archiviazione di dati personali” per “addestrare” il chatbot.
Inoltre, l’autorità presieduta da Stanzione aveva anche accusato OpenAI di non aver controllato l’età degli utenti di ChatGpt che dovrebbero avere 13 anni o più. Da qui la disposizione del blocco dell’app per quasi un mese nel nostro paese.

ChatGpt era tornata poi a funzionare in Italia dopo le azioni correttive della società OpenAI.

LE MOSSE DI OPENAI PER TORNARE OPERATIVA IN ITALIA CON CHAGPT

Un mese dopo il provvedimento del Garante, OpenAI ha annunciato che avrebbe offerto uno strumento per verificare l’età degli utenti in Italia al momento della registrazione. Non solo, la società ha dichiarato che avrebbe fornito maggiore visibilità alla sua politica sulla privacy e al modulo di rinuncia ai contenuti degli utenti.

In quell’occasione il Garante ha riconosciuto i passi compiuti per coniugare il progresso tecnologico con il rispetto dei diritti delle persone, auspicando il proseguimento dell’azienda sulla strada del rispetto delle normative europee sulla protezione dei dati.

Ma la questione era tutt’altro che chiusa lì: l’autorità aveva precisato infatti che avrebbe continuato l’indagine su ChaGpt lavorando con la task force istituita in seno all’Edpb.

LA DENUNCIA DEL GARANTE PRIVACY

E oggi il Garante della privacy ha notificato a OpenAI l’atto di contestazione per violazione delle norme sul trattamento dei dati personali degli utenti a conclusione dell’istruttoria.

“Nella definizione del procedimento il Garante terrà conto dei lavori in corso nell’ambito della speciale task force, istituita dal board che riunisce le Autorità di protezione dati dell’Ue (Edpb)” ha aggiunto l’autorità presieduta da Stanzione.

COSA DEVE FARE OPENAI

Secondo la nota del Garante, da oggi OpenAI avrà 30 giorni per comunicare le proprie memorie difensive in merito alle presunte violazioni contestate.

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