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Apple Tata

Perché gli sviluppatori britannici fanno causa ad Apple per l’App Store

Apple dovrà affrontare una class action da 785 milioni di sterline ($ 1 miliardo) intentata da oltre 1.500 sviluppatori di app nel Regno Unito per le tariffe imposte sull'App Store.

Altra grana legale per Apple ancora per colpa delle tariffe dell’App Store.

Oltre 1.500 sviluppatori del Regno Unito hanno avviato una class action contro il colosso di Cupertino che prevede una sanzione fino a 800 milioni di sterline (oltre 1 miliardo di dollari).

I querelanti sostengono che il produttore di iPhone abbia abusato di una posizione dominante applicando una tassa “anticoncorrenziale” del 30% sulle vendite in-app effettuate dai creatori di app sul suo App Store. Inoltre, secondo TechCrunch, Apple avrebbe privato i consumatori e gli sviluppatori britannici del denaro speso in ricerca e sviluppo per promuovere l’innovazione delle app.

La causa presso il Tribunale d’appello della concorrenza del Regno Unito è stata intentata da Sean Ennis, professore di politica della concorrenza presso l’Università dell’East Anglia ed ex economista presso l’Ocse, per conto di 1.566 sviluppatori di app britannici.

Attualmente, con poche eccezioni, uno sviluppatore deve ad Apple il 30% di qualsiasi transazione che avviene sulla sua piattaforma e questo si riduce al 15% per gli abbonamenti che durano più di un anno.

E proprio la commissione del 30% dell’App Store rappresenta uno tasto dolente per il gigante tecnologico. Sempre TechCrunch ricorda che Spotify ed Epic Games hanno protestato per anni contro l’ingiusta “tassa” di Apple, presentando le loro denunce di alto profilo contro le politiche e le tariffe dell’App Store alle autorità di regolamentazione e ai tribunali di entrambe le sponde dell’Atlantico. (Qui l’approfondimento di Startmag su Com’è finito l’epico duello in tribunale tra Apple ed Epic Games?).

Senza dimenticare che già nel 2021, prima ancora di diventare il proprietario della piattaforma social Twitter, Elon Musk aveva soprannominato la commissione di Apple sugli acquisti in-app una tassa globale de facto su Internet.

Tutti i dettagli.

LA CLASS ACTION BRITANNICA CONTRO APPLE

“Apple ha abusato della sua posizione dominante sul mercato addebitando una ‘commissione’ eccessiva – in genere il 30% – su app e acquisti in-app di contenuti digitali”, si legge in una dichiarazione rilasciata dall’università East Anglia.

Con questa class action, i querelanti affermano che sperano che la loro causa possa essere unita a una causa esistente sempre riguardante l’App Store (incentrata sui danni ai consumatori) – alias Dr. Rachael Kent contro Apple – con la richiesta di un risarcimento di 1,5 miliardi di sterline per conto dei consumatori del Regno Unito. Quest’ultima causa, archiviata nel 2021, è in attesa di giudizio presso il tribunale d’appello della concorrenza.

COME FUNZIONA L’APP STORE

Il business dei servizi di Apple, che include l’App Store, ha visto crescere i ricavi a un ritmo rapido negli ultimi anni e ora si aggira intorno ai 20 miliardi di dollari a trimestre.

Tuttavia, le commissioni dal 15% al 30% che la società addebita ad alcuni produttori di app per l’utilizzo di un sistema di pagamento in-app sono state criticate dagli sviluppatori di app e prese di mira dalle autorità di regolamentazione antitrust in diversi paesi, ricorda Reuters.

Apple ha precedentemente affermato che l’85% degli sviluppatori su App Store non paga alcuna commissione e che aiuta gli sviluppatori europei ad accedere a mercati e clienti in 175 paesi in tutto il mondo attraverso l’App Store.

COSA SOSTENGONO GLI SVILUPPATORI INGLESI

“Gli addebiti di Apple agli sviluppatori di app sono eccessivi e possibili solo grazie al suo monopolio sulla distribuzione di app su iPhone e iPad”, ha affermato il professor Ennis in una nota. “Gli addebiti sono ingiusti di per sé e costituiscono prezzi abusivi. Danneggiano gli sviluppatori di app e anche gli acquirenti di app” ha aggiunto Ennis.

LA BATTAGLIA CON L’ANTITRUST UK

Infine, proprio lo scorso novembre, l’autorità britannica per la concorrenza e il mercato (Cma) aveva lanciato un’indagine sul predominio dei browser mobili di Apple e Google nel mercato cloud tramite le regole dell’App Store. In quel caso però, il colosso di Cupertino ha portato a causa una vittoria contro l’antitrust britannica: ad aprile il Competition Appeal Tribunal (Cat) ha dato ragione ad Apple, sottolineando che la Cma aveva notificato l’indagine troppo tardi.

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