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Hacker

Perché gli hacker prendono di mira i giganti dell’alimentazione

Già l'anno scorso l'attacco ransomware al gigante della lavorazione della carne JBS aveva sollevato la questione della sicurezza alimentare come minaccia alla sicurezza nazionale causata dagli hacker. L'approfondimento di Quartz

 

Hacker all’attacco dei produttori alimentari.

Negli Stati Uniti nelle catene dei supermercati Costco e Publix è mancato per qualche giorno Lactaid, una marca di latte senza lattosio. Il motivo: un attacco informatico riporta Quartz.

HP Hood Dairy, proprietario di Lactaid, non ha rivelato i dettagli, ma gli esperti informatici affermano che si trattava probabilmente di un attacco ransomware.

Come sottolinea Quartz, Hood Dairy è solo l’ultima vittima di una serie di attacchi di alto profilo ai produttori di cibo negli Stati Uniti.

Nell’ottobre del 2021, un attacco informatico ha colpito stabilimenti e centri di distribuzione di proprietà di Schreiber Foods, uno dei più grandi produttori di formaggio del Wisconsin, che hanno chiuso per cinque giorni. Nell’estate del 2021, un attacco informatico a Jbs, il più grande produttore di carne al mondo, ha costretto alla chiusura di tutti i suoi impianti di carne bovina statunitensi, che elaborano quasi un quinto della fornitura di carne del paese.

Questi attacchi informatici contribuiscono alla carenza di catene di approvvigionamento strette e prezzi elevati.

Inoltre gli attacchi informatici ai grandi produttori di alimenti producono profitti significativi per gli aggressori, secondo Ken Westin, direttore della strategia di sicurezza presso Cybereason, una società di sicurezza informatica. Jbs aveva pagato infatti un riscatto di 11 milioni di dollari in bitcoin.

Tutti i dettagli.

ATTACCO INFORMATICO A HOOD DAIRY

Il 15 marzo Hood Dairy ha dichiarato di essere l’obiettivo di un “evento di sicurezza informatica”. Quest’ultimo l’ha costretta a chiudere temporaneamente i suoi 13 stabilimenti lattiero-caseari in tutto il paese la settimana successiva. Con la chiusura Hood ha dovuto sbarazzarsi di alcuni prodotti lattiero-caseari. Inoltre la società ha avvertito che avrebbero potuto esserci ritardi nella consegna per alcuni clienti.

Gli impianti sono ora operativi, ma alcuni clienti possono aspettarsi un ritardo temporaneo nel trovare i prodotti Lactaid nei negozi.

DOPO QUELLO A JBS L’ANNO SCORSO

Ma come dicevamo non è la prima volta che i pirati informatici prendono di mira un produttore alimentare.

L’anno scorso l’attacco hacker a Jbs ha portato alla chiusura temporanea di diversi impianti negli Stati Uniti. E Jbs ha una catena di approvvigionamento globale che si basa su collegamenti tra l’Australia (una delle maggiori fonti di carne bovina importata negli Stati Uniti dopo il Canada) e il Nord America.

Come notava Cnbc, le aziende di lavorazione della carne dispongono di sistemi tecnologici operativi legacy che potrebbero essere stati installati decenni fa e non vengono sostituiti ogni pochi anni come i sistemi IT.

PERCHÉ SONO PREDE FACILI

Gli attacchi alle aziende alimentari sono in gran parte attacchi ransomware. Quindi alle aziende è impedito di accedere a informazioni critiche. Ciò potrebbe comportare che le aziende non siano in grado di indirizzare i camion dove andare o elaborare le fatture, ha affermato Bob Rudis, chief data scientist di Rapid 7, una società di sicurezza informatica.

Secondo Rudis, i produttori di alimenti freschi, che non sono esperti di tecnologia, sono particolarmente vulnerabili: se chiudono non arrivano entrate e il prodotto potrebbe deteriorarsi rapidamente. Dunque il pagamento del riscatto è “purtroppo ciò che accade in molti casi”.

Quindi per un hacker un’azienda di produzione e trasformazione alimentare come Jbs, un nodo centralizzato in un settore consolidato, rappresenta un buon obiettivo. L’hack può causare infatti problemi diffusi dal bestiame al pascolo alle mangiatoie e al negozio di alimentari. Come affermato da Jbs Usa, l’azienda ha la capacità di lavorare più di 200.000 bovini, 500.000 maiali, 45 milioni di polli e 80.000 piccoli animali (agnelli, pecore, capre e vitelli) a settimana.

IMPENNATA DEI CASI

E il fenomeno sta subendo un’impennata.

Secondo SonicWall, una società di sicurezza informatica Internet, nel 2021, gli attacchi ransomware sono aumentati del 105% rispetto all’anno precedente a 623,3 milioni a livello globale, più del triplo rispetto al 2019. Gli attacchi sono più diffusi negli Stati Uniti, seguiti dal Regno Unito.

ATTENZIONE A HACKER RUSSI

Infine, se gli attacchi informatici hanno successo, nel caso dei grandi produttori di alimenti portano profitti significativi. Come ha evidenziato Ken Westin, direttore della strategia di sicurezza presso Cybereason, una società di sicurezza informatica.

Ricordiamo infatti che la filiale americana del colosso Jbs ha pagato 11 milioni di dollari di riscatto ad una gang di hacker russi.

E ora, secondo Quartz, c’è la preoccupazione che gli attacchi possano essere ricondotti agli hacker russi che mirano a causare interruzioni alle catene di approvvigionamento che potrebbero avere un impatto disastroso sull’economia statunitense. “Questo potrebbe essere percepito dalla parte russa come una punizione per le sanzioni imposte al proprio paese”, ha affermato Westin. “È qualcosa di cui dovremmo essere molto preoccupati ora.”

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