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Acqua Potabile Coronavirus

Perché dalla siccità ci salverà la tecnologia

I numeri della siccità, i rischi per l'economia, il ruolo della tecnologia e le attività di Engineering. L'approfondimento di Maria Scopece

 

La torrida estate 2022 sta per far colpire, nuovamente, il nostro paese con l’ennesima bolla di calore straordinario. La risalita delle temperature, effetto del cambiamento climatico, si collocherà in una situazione già molto difficile sul fronte dell’approvvigionamento idrico.

LA SICCITÀ: NEL 2022 IL 46% DI PRECIPITAZIONI IN MENO

L’Italia sta vivendo una condizione di vera emergenza climatica, la siccità e la scarsità d’acqua hanno costretto cinque Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto a far scattare lo stato di emergenza, per il quale sono stati stanziati 36.5 milioni di euro. “Giugno si chiude con la siccità che si estende al centro-sud Italia, piogge scarse e spesso dannose perché accompagnate da venti forti e grandine, e temperature record – si legge sul bollettino del CNR – . Così come maggio, infatti, a livello nazionale questo mese risulta essere il secondo più caldo, superato solo dal 2003. Se si considera il semestre Gennaio-Giugno, poi, il primato spetta proprio a questo 2022, con +0.76°C, che salgono a 1.07°C se si considera il Nord della penisola (Fonte ISAC-CNR). Il settore agricolo continua a soffrire, con il 40% delle superfici irrigate e le risaie che sono soggette a siccità severo-estrema non solo da inizio anno, ma da ben 12 mesi”.

IL 63% DELLA POPOLAZIONE RISCHIA LA SICCITÀ

È il nord Italia ad essere colpito dalla morsa della siccità da oltre 12 mesi. Particolarmente critica è la condizione delle Alpi, sulle quali è caduto tra il 50 e il 70% in meno di media di neve. “La popolazione esposta a siccità severo-estrema negli ultimi 6 mesi è pari al 31% circa, 63% se si include anche la classe moderata. Anche la produzione di energia idroelettrica e termoelettrica sta subendo dei cali a causa della scarsità idrica in fiumi e bacini”, si legge ancora nel bollettino del CNR.

PO, MAI COSÌ ASCIUTTO NEGLI ULTIMI 70 ANNI

La necessità di rivedere la politica di consumo idrico si fa sempre più pressante. Più di un quarto del territorio nazionale è a rischio desertificazione. Un dato che diventa evidente se si guarda allo stato di secca ne quale versa il fiume Po, che fa segnare i livelli più bassi degli ultimi 70 anni. “Il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca che è sceso a -3,7 metri su livelli più bassi da almeno 70 anni ma a preoccupare è anche l’avanzare del cuneo salino per la risalita dell’acqua di mare che rende impossibile la coltivazione nelle zone del delta – si legge nel bollettino della Coldiretti -. Dal monitoraggio della Coldiretti si evidenzia che è in sofferenza anche il lago Maggiore con un grado di riempimento del 22,7% così come quello di Como al 30,6%”.

NIENTE ACQUA NELLA FOOD VALLEY ITALIANA  

La carenza di risorse idriche nel bacino padano minaccia “oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana”. Inoltre in alcune zone di Piemonte e Lombardia “non piove da quasi tre mesi e in certi Paesi si ricorre alle autobotti per l’uso civile mentre sui ghiacciai del Trentino è stata misurata una quantità di neve compresa tra il 50% e il 60% del valore medio della serie storica”.

A RISCHIO IL 30% DELLA PRODUZIONE AGRICOLA

Nella pianura padana è a rischio, a causa della siccità, il 30% della produzione agricola e la metà dell’allevamento. Inoltre, secondo lo studio della Coldiretti, in tutto lo stivale si registrano cali della produzione pari al 15% nel caso della raccolta del grano, ma sono in difficoltà anche le produzioni di girasole, mais e cereali in genere, nonché quella di foraggi, ortaggi e frutta. “Con il picco del caldo da bollino arancione in molte città e la carenza idrica, rischia di aumentare la dipendenza dall’estero da dove arriva il 64% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 47% del mais per l’alimentazione delle stalle, il 44% del grano duro per la pasta e il 27% dell’orzo, secondo la Coldiretti. La siccità – sostiene la Coldiretti – è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana con danni stimati quest’anno pari a circa 2 miliardi di euro per effetto del calo dei raccolti che hanno bisogno dell’acqua per crescere”.

MA IN ITALIA L’ACQUA SCARSEGGIA DAVVERO?

La risposta è affermativa ma le ragioni non risiedono solo nei cambiamenti climatici. “Le portate dei fiumi – dice Erasmo D’Angelis, segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Italia centrale, a QN – sono in calo dal 30% al 70%. Il Po è il caso più eclatante”. Eppure l’Italia non è un paese povero di acqua. “Siamo il Paese più ricco d’acqua d’Europa – dice ancora D’Agelis -. Abbiamo 1.053 grandi falde montane, 7.494 corsi d’acqua con 1.242 fiumi a carattere torrentizio. Più 347 laghi e 526 dighe. Il problema è che stocchiamo meno acqua rispetto agli anni ’70”. Inoltre in Europa siamo il terzo Paese che dispone di acqua derivante da precipitazioni (dopo Francia e Svezia).

LA RETE IDRICA ITALIANA È UN COLABRODO

La nostra rete idrica fa acqua da tutte le parti. Fuor di battuta, l’età e lo stato di conservazione dei nostri acquedotti è parte del problema di scarso approvvigionamento idrico del paese: circa il 42% delle risorse idriche viene persa lungo il suo cammino, il doppio dei francesi, 5 volte in più degli acquedotti tedeschi. Lo studio Servizio Idrico Integrato: il momento giusto per gli investimenti di Cassa Depositi e Prestiti evidenzia che lo stato delle infrastrutture in Italia è particolarmente critico. Il 36% della rete idrica ha un’età compresa tra 31 e 50 anni, il 22% ha più di 50 anni. Persistono, poi, i ritardi nell’adeguamento dei sistemi di fognatura e depurazione che hanno portato il nostro Paese a essere soggetto a onerose procedure di infrazione europee: 993 agglomerati urbani, di cui il 73% al Sud, sono stati oggetto di infrazione. Solo nel 2021 abbiamo perso 1 miliardo di metri cubi di tutta l’acqua immessa in rete. A fronte di ciò in Italia gli investimenti negli acquedotti sono pari a 49 euro per abitante, la media europea è di 90 euro.

PNRR: 4,4 MILIARDI DI EURO ALLA RETE IDRICA ITALIANA

Secondo le previsioni del PNRR circa 4,4 miliardi di euro (il 2% del totale) saranno investiti per rinnovare la rete idrica italiana. Nella bozza del Piano sono stati individuati circa 20 interventi prioritari da qui al 2024: 1.38 mld per acquedotti (PNRR e React EU) e altri 4 mld saranno resi disponibili in futuro. Il PNRR prevede la semplificazione normativa e rafforzamento governance per l’innovazione delle Infrastrutture. Il PNRR prevede un’ottimizzazione gestionale: attualmente ci sono 1200 gestioni in essere, dovrebbero essere 91, una per ogni bacino idrico.

IL DIGITALE PUÒ PROTEGGERE LE RISORSE IDRICHE

Le nuove tecnologie e la Digital Transformation possono aiutare a risolvere problemi. La gestione sostenibile dell’acqua necessita di soluzioni innovative e a minor impatto ambientale che permettano di:

  • individuare le criticità nella rete e valutare in anticipo eventuali necessità di manutenzione;
  • alimentare una nuova consapevolezza dell’uso delle risorse idriche;
  • avere piena contezza di quanta acqua viene utilizzata.

Secondo stime di “The European House Ambrosetti 2022” gli investimenti in digitalizzazione e tecnologie possono ridurre fino al18% la spesa operativa delle aziende del Servizio Idrico Integrato.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E TRASFORMAZIONE DIGITALE AL SERVIZIO DELLE RISORSE IDRICHE

La società Engineering, che da circa 40 anni si occupa di digitalizzazione dei processi di PA e organizzazioni private. Il gruppo Engineering, player di primo livello nel settore idrico, ha nella sua “cassetta degli attrezzi” soluzioni e piattaforme tecnologiche che sfruttando l’Intelligenza Artificiale per ottimizzare l’uso dei dati per abbattere le perdite idriche ed efficientare, anche da un punto di vista energetico, gli acquedotti. In Puglia, per esempio, viene monitorato l’acquedotto pugliese attraverso una piattaforma integrata di monitoraggio multi-parametrico della rete basata su un sistema per la pre-localizzazione e l’individuazione delle perdite idriche.

“L’emergenza idrica che stiamo vivendo dimostra come negli ultimi anni non si è investito abbastanza per innovare e rendere più efficienti le nostre infrastrutture idriche anche grazie
all’utilizzo delle nuove tecnologie. In Engineering – ha detto ieri a Sportello Italia Recovery di Rai Radio 1 Maximo Ibarra, CEO e General Manager di Engineering – lo facciamo con l’Acquedotto Pugliese, che porta l’acqua in 3 regioni del Sud Italia, servendo oltre 260 Comuni: visto che per buona parte del suo percorso l’acquedotto è affiancato da una struttura in fibra ottica, abbiamo inserito lungo alcuni tratti dei sensori capaci di dialogare con una piattaforma integrata di monitoraggio multi-parametrico, che raccoglie e analizza i dati provenienti dalla rete supportando l’individuazione precisa e puntuale di flussi anomali, indice di malfunzionamenti e criticità. Inoltre, grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale, la nostra piattaforma riesce anche a fare un’analisi predittiva capace di pre-localizzare possibili guasti, così da facilitare un importante abbattimento delle perdite idriche”.

A Brescia, la gestione idrica di Acque Bresciane, è affidata a Water Operation, che permette il monitoraggio e la gestione del servizio idrico, con monitoraggio della situazione attuale e simulazione di eventi e scenari futuri. Infine, il progetto di ricerca ENERGIDRICA, finanziato dal MIUR, svilupperà un sistema di supporto alle decisioni per l’efficientamento energetico delle reti di approvvigionamento-distribuzione idrica, ottimizzando i processi relativi alla gestione dell’acqua.

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