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Sette

Perché Comcast aggredirà Google sulla pubblicità

Tutti i dettagli sulle tensioni fra Comcast e Alphabet (Google)

Si preannuncia una battaglia infuocata quella intrapresa da Comcast, gigante Usa attivo nel settore media e comunicazione, nei confronti dei giganti del web, con Google in prima fila.

LE ACCUSE

“Durante i lavori a porte chiuse di una task force congressuale lo scorso mese, FreeWheel — piattaforma di Comcast addetta alla gestione integrata degli annunci digitali — ha accusato Alphabet Inc, controllante del gruppo californiano, di fare leva sui timori legati alla privacy per cercare di frenare la capacità di FreeWheel di vendere pubblicità per conto dei canali YouTube dei suoi clienti, hanno riferito quattro fonti – scrive Reuters -. In questo modo Comcast punta a evitare che Google si comporti con il business degli annunci pubblicitari video come in passato ha fatto con il mercato degli annunci online”.

COMCAST ATTACCA GOOGLE

È la prima volta che una delle aziende più potenti degli Stati Uniti, con un proprio apparato di lobbying a Washington, si schiera nella battaglia antitrust che si profila sul più grande venditore mondiale di annunci online. “I concorrenti di Google hanno avvertito le autorità che le nuove norme sulla privacy potrebbero aiutare Google a estendere il suo dominio – si legge su Cnbc -. ‘FreeWheel avrebbe adottato una soluzione per permetterle di continuare a servire in modo significativo i suoi clienti quando pubblicano i loro contenuti su YouTube, come ha fatto per oltre un decennio su quella piattaforma’, ha detto Comcast in un comunicato. ‘Sfortunatamente, le azioni per rimuovere o avvilire le capacità di FreeWheel su YouTube’” non vanno in quella direzione.

UN OSSO DURO PER GOOGLE

Le preoccupazioni sollevate da Comcast non hanno provocato particolari danni a Google per il momento, anche se Comcast ha contattato altre aziende tecnologiche per discutere la minaccia posta in essere dal gigante del web Usa, hanno detto altre due fonti a Cnbc. Anche perché non si tratta della prima azienda americana schiacciata da Google: tali aziende però sono “reticenti a parlare perché si affidano ai servizi di Google e temono ritorsioni – ammette Cnbc -. Ma Comcast, che possiede la società di media NBC, Universal Pictures e il servizio internet Xfinity, è un grande finanziatore delle campagne di lobbying e elettorali statali e federali e un veterano dell’organizzazione politica”.

GOOGLE SOTTO LA LENTE DELLE AUTORITA’ USA

Il Comitato giudiziario della Camera, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e una coalizione di 50 avvocati generali a livello statale hanno chiesto a Google informazioni sulle sue attività pubblicitarie nelle ultime settimane da quando cioè hanno iniziato a indagare sulle potenziali violazioni della legge antitrust. Google ha rifiutato di commentare le recenti azioni di Comcast, ma ha detto che sta collaborando con le indagini e che deve affrontare una forte concorrenza nella pubblicità, anche da parte di Comcast.

SPINTA SULLA PRIVACY

Le frizioni tra FreeWheel e Google nascono da un accordo stipulato nel 2009, quando YouTube aveva cercato di arricchire la propria galleria di immagini con clip di noti canali televisivi. L’accordo consente a società di media come NBC, Turner, ora di proprietà di AT&T, e Viacom di vendere annunci pubblicitari insieme ai loro contenuti su YouTube utilizzando la tecnologia FreeWheel piuttosto che lo strumento concorrente di Google, garantendo l’accesso al loro sistema attraverso vari siti web e applicazioni di streaming. Ma l’anno scorso, Google ha chiuso il sistema FreeWheel su YouTube in Europa, citando il regolamento generale dell’Ue sulla protezione dei dati che ha imposto nuovi requisiti alle aziende che cercano di condividere i dati dei consumatori.

PERCHÉ È NATA LA GUERRA TRA COMCAST E GOOGLE

Negli Stati Uniti, invece, Google ha continuato a permettere l’uso di FreeWheel a condizione che, a partire dai test di questo mese, le decine di aziende di media che dipendono da esso vengano escluse dall’accesso ad alcuni dati degli utenti per motivi di privacy, ha detto una delle fonti a Cnbc. La riduzione dei dati potrebbe rendere il sistema FreeWheel meno attraente per le aziende e i loro inserzionisti, spingendo potenzialmente verso il sistema utilizzato da Google, ha riferito sempre la fonte.

LA DIFESA DI GOOGLE

Google naturalmente si è difesa e secondo quanto riferisce il sito di informazione americano, sta lavorando con FreeWheel per ripristinare l’accesso in Europa e preservarlo negli Stati Uniti. “Un rappresentante di FreeWheel ha sollevato la questione a settembre durante un’udienza privata della Tech Task Force della Commissione Giudiziaria del Senato, guidata dal senatore repubblicano Marsha Blackburn. Blackburn, che sta tenendo udienze proprio per verificare potenziali violazioni della privacy, ha ammesso su C-SPAN la scorsa settimana che una legge sulla privacy del Congresso che viene pesata deve preservare la concorrenza meglio di quanto non lo siano le normative europee. Il suo portavoce ha però rifiutato di commentare i dettagli della vicenda di FreeWheel”.

LA GUERRA È ANCHE SUL WEB

Il conflitto si gioca su un altro fronte. Google ha detto il mese scorso che sta sperimentando la crittografia del traffico internet per gli utenti di Chrome. La mossa, tecnicamente nota come DNS-over-HTTPS, aumenta la privacy e la sicurezza degli utenti, limitando alcune aziende, compresi i fornitori di servizi Internet, dal monitoraggio della navigazione degli utenti. Gli esperti di Internet affermano che l’adozione della nuova tecnologia da parte di Google paralizzerebbe gli strumenti di parental control. Le associazioni di categoria per le aziende via cavo e senza fili tra cui Comcast hanno detto a loro volta al Congresso il mese scorso che la mossa potrebbe “precludere anche la concorrenza nella pubblicità e in altri settori”. Comcast ha detto a Reuters che è disposta a lavorare con Google sulla questione in modo da garantire che i parental control non siano interrotti, ma che “qualsiasi azione unilaterale che limiti la scelta del cliente non funzionerà”. Il portavoce di Google Scott Westover ha precisato invece che la proposta dell’azienda mantiente “tutti i filtri e controlli esistenti” e che “qualsiasi affermazione sul fatto che si stia cercando di diventare un fornitore di DNS crittografato centralizzato è imprecisa”.

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