La Cina lancia il passaporto vaccinale, primo Paese al mondo a farlo.
Pechino ha lanciato un certificato di vaccinazione Covid-19 digitale per i suoi cittadini che pianificano viaggi transfrontalieri.
Mentre i vaccini sono in fase di lancio a livello globale, Cina e Israele hanno già introdotto certificati che identificano le persone vaccinate. Nonostante le crescenti preoccupazioni sulla privacy dei dati.
Il 17 marzo anche l’Unione europea presenterà la sua proposta di passaporti per i vaccini sotto la pressione dei paesi del Sud Europa dipendenti dal turismo.
In Italia il Garante Privacy ritiene ci debba essere una legge nazionale anche per evitare discriminazioni tra chi ha avuto il vaccino e chi no. Oltre a evitare fughe in avanti delle singole Regioni com’è stato per l’app Immuni.
Tutti i dettagli sugli esempi di passaporto vaccinale di Cina e Israele.
IL CERTIFICATO DIGITALE CINESE
Il certificato emesso dalla Cina conterrà dettagli sulla vaccinazione Covid-19 del titolare e sui risultati del test sul coronavirus, ha detto sul suo sito web il Dipartimento degli affari consolari del ministero degli esteri cinese.
Il ministro degli Esteri Wang Yi ha detto domenica che l’obiettivo del certificato è quello di ottenere la verifica reciproca di informazioni come il test degli acidi nucleici e la vaccinazione.
ATTRAVERSO LA PIATTAFORMA WECHAT
Il certificato, digitale o cartaceo, che prova l’immunizzazione del possessore, è disponibile per i cittadini cinesi che lo richiederanno attraverso la piattaforma WeChat.
Il suo scopo è di “aiutare a promuovere la ripresa economica mondiale e a facilitare i viaggi oltre confine”, ha spiegato il ministero degli Esteri di Pechino.
NON OBBLIGATORIO (AL MOMENTO)
Il passaporto al momento non è obbligatorio ed è il primo di questo tipo emesso al mondo.
INFORMAZIONI CRIPTATE
In conferenza stampa, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha chiarito che le informazioni sono criptate in un codice QR che potrà essere verificato, decriptato e letto dalle autorità competenti quando necessario.
PECHINO PUNTA L’ISTITUZIONE DI UN “RICONOSCIMENTO DEI MECCANISMI” SUI CODICI SANITARI
Inoltre, ha affermato che Pechino è disposta a discutere con altri paesi l’istituzione di un “riconoscimento dei meccanismi” sui codici sanitari in relazione alle “preoccupazioni attuali” nel contesto della pandemia. Così da facilitare ”il rilascio dei visti e gli spostamenti tra paesi, contribuendo così alla ripresa degli incontri in maniera più sicura e ordinata”.
In Cina un sistema di codici Qr è già utilizzato per regolare l’accesso ai trasporti e ad altri luoghi pubblici, tramite app che tracciano gli spostamenti dei cittadini e producono un codice “verde” se l’interessato non e’ stato in stretto contatto con persone infette o non ha viaggiato in zone considerate focolai.
IL PASSAPORTO VERDE ISRAELIANO
Il passaporto israeliano per i vaccini è stato rilasciato il 21 febbraio.
Israele ha già somministrato cinque milioni di vaccini. Oltre 3,8 milioni dei 9,3 milioni di israeliani, più del 40%, hanno ricevuto entrambe le dosi di vaccino. Grazie a ciò, qualche giorno fa è stata decisa la riapertura di bar ristoranti, musei e locali. Molti di questi servizi sono però disponibili solo per coloro che possono dimostrare di essere stati vaccinati o di essere guariti dopo aver contratto il Covid. Ovvero mostrando il cosiddetto “passaporto verde”.
Da notare che il passaporto verde israeliano si riferisce a muoversi liberamente nella nazione, non attraversare i confini.
COME FUNZIONA
Le persone vaccinate possono scaricare un’app che mostra il loro “pass verde” quando viene chiesto loro di mostrarlo. L’app può anche mostrare la prova che qualcuno si è ripreso da covid-19. Il governo israeliano afferma che questa opzione arriverà presto nell’app, il che sarà particolarmente utile per i bambini troppo piccoli per ricevere il vaccino. I funzionari sperano così che i benefici del pass verde incoraggeranno la vaccinazione tra gli israeliani che hanno esitato, molti dei quali sono giovani.
LA QUESTIONE PRIVACY
“Il pass verde è anche un potenziale incubo per la privacy”, ha sottolineato a Mit Review, Orr Dunkelman, professore di informatica presso l’Università di Haifa e membro del consiglio di Privacy Israel. Secondo Orr Dunkelman “il pass rivela informazioni che coloro che controllano le credenziali non hanno bisogno di sapere, come la data in cui un utente si è ripreso da covid o ha ricevuto un vaccino”. “L’app utilizza anche una libreria di crittografia obsoleta che è più vulnerabile alle violazioni della sicurezza”, ha evidenziato il professore. L’app infatti non è open source, nessun esperto di terze parti può verificare se queste preoccupazioni sono fondate.
PRONTA LA PROPOSTA UE
Il 17 marzo la Commissione Ue presenterà la proposta legislativa per istituire il passaporto digitale. L’Ue sta lavorando infatti a un ” digital green pass” per permettere ai propri cittadini che siano stati vaccinati di muoversi liberamente all’interno ed all’esterno dei confini europei.
“Il pass dovrebbe facilitare la vita degli europei. L’obiettivo è consentire loro di muoversi gradualmente in sicurezza nell’Ue o all’estero, per lavoro o per turismo “.
L’annuncio del presidente della Commissione europea della proposta legislativa per istituire il “Digital Green Pass” ha suscitato reazioni contrastanti da parte dei governi dell’Ue.
Paesi dipendenti dal turismo come la Grecia e la Spagna hanno intensificato le loro pressioni nelle ultime settimane nel tentativo di salvare la stagione estiva 2021. Tra i Paesi che frenano, ritenendo la discussione prematura, Germania, Olanda e Belgio.
L’ITALIA PRONTA AD ALLINEARSI
In Italia il ministro della Salute Roberto Speranza ha spiegato che il paese si muoverà con l’Ue. A inizio marzo il Garante della Privacy italiano ha sottolineato la necessità di una legge nazionale per un pass vaccinale. Favorevole all’ipotesi di un passaporto vaccinale è Lettera 150, il think tank che riunisce circa 300 accademici, poiché — dicono — la soluzione può iniziare a far ripartire il Paese e l’economia. Il gruppo di esperti suggerisce di usare la tessera sanitaria che non è “passibile di falsificazioni” e di collegarla ad una banca dati regionale.
IL PARERE DELL’OMS
Infine, proprio questa settimana è arrivato un freno ai passaporti vaccinali per i viaggi proprio dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Un responsabile per le emergenze dell’Oms, Michael Ryan, ha affermato che i cosiddetti “passaporti vaccinali” del Covid-19 non dovrebbero essere usati per i viaggi internazionali”. Il responsabile Oms ha citato infatti “numerose preoccupazioni tra cui considerazioni etiche sul fatto che i vaccini non siano facilmente disponibili a livello globale”.
In un briefing con la stampa a inizio settimana, ha detto che ci sono “concrete considerazioni pratiche ed etiche” per i Paesi che valutano l’utilizzo della certificazione come condizione per i viaggi, aggiungendo che per ora l’agenzia sanitaria delle Nazioni unite lo sconsiglia.