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Papa Leone XIV e l’intelligenza artificiale

"La Chiesa risponda alle sfide dell'intelligenza artificiale", ha detto Papa Leone XIV. Estratto del Settimanale "Tech e Privacy", la newsletter di Claudia Giulia Ferrauto.

(Papa Leone XIV: il nuovo primo cittadino statunitense. Estratto del Settimanale “Tech e Privacy”, la newsletter di Claudia Giulia Ferrauto)

Dall’8 maggio 2025 c’è un cittadino statunitense (e peruviano) più importante di Donald Trump: Papa Leone XIV.

Nato a Chicago il 14 settembre 1955 da una famiglia di origini francesi, italiane e spagnole, con una madre ecuadoriana, Robert Francis Prevost incarna un’identità globale che unisce radici europee, formazione americana e una doppia cittadinanza, statunitense e peruviana, acquisita grazie ai decenni trascorsi come missionario agostiniano in Perù, dove è stato vescovo di Chiclayo.

  • Laureato in matematica e filosofia alla Villanova University, con un dottorato in diritto canonico a Roma, è stato nominato cardinale da Papa Francesco nel 2023 e Prefetto del Dicastero per i Vescovi, prima di essere eletto Papa assumendo il nome di Leone XIV, in omaggio a Leone XIII, autore dell’enciclica Rerum Novarum sulla dottrina sociale della Chiesa.
  • Nel suo discorso inaugurale dalla Loggia delle Benedizioni, Leone XIV ha compiuto un gesto di straordinaria potenza simbolica, ignorato dai media: si è espresso esclusivamente in italiano e spagnolo, rivolgendo un saluto speciale alla diocesi di Callao, in Perù, senza pronunciare una sola parola in inglese.

Questa scelta non è solo un riflesso della sua anima peruviana, ma un atto deliberato che sottolinea la sua doppia identità e il rifiuto di piegarsi alla narrativa del “primo Papa americano”. Dichiarandosi “peruviano nell’animo” e cittadino peruviano a pieno titolo, ha sfidato i bias nazionalistici, che tuttavia restano nelle prime pagine dei giornali e dei tg che continuano a ignorare il gesto potente e simbolico del discorso in spagnolo di ieri, posizionandosi come un potenziale e forte ponte tra Nord e Sud del mondo.

Perché Leone XIV eclissa Trump

L’elezione di Leone XIV non è solo un evento religioso, ma un terremoto geopolitico che pone questo cittadino statunitense al di sopra di Trump:

  • Portata universale vs. nazionale: Trump, pur influente come presidente, opera entro i confini degli interessi americani. Leone XIV, guida spirituale di oltre 1,4 miliardi di cattolici, plasma dinamiche etiche, sociali e ambientali globali. Il suo appello a una “pace disarmata e disarmante” tocca corde universali, superando la politica nazionale.
  • Influenza del mandato: il mandato di Trump è limitato ad un ciclo preciso di anni; un pontificato può durare decenni. A 69 anni, Leone XIV potrebbe lasciare un’impronta profonda su temi come clima, disuguaglianze e migrazioni.
  • Simbolismo globale: un Papa con doppia cittadinanza, statunitense e peruviana, e radici europee incarna l’universalità in un mondo frammentato. La sua elezione smantella l’idea di un’egemonia nordamericana, promuovendo il dialogo tra culture.
  • Ruolo diplomatico: la Santa Sede, sotto Leone XIV, può rafforzare il suo peso di mediatore in conflitti globali, dal Medio Oriente all’Ucraina, grazie alla sua sensibilità latinoamericana e alla formazione europea.

L’intelligenza artificiale: un’eredità etica per Leone XIV

Leone XIV succede a Papa Francesco, che ha segnato il dibattito sull’etica dell’AI in diversi momenti del pontificato. Nel discorso al G7 del giugno 2024, Papa Francesco ha delineato un quadro chiaro:

  • opportunità e rischi: L’AI può democratizzare il sapere, avanzare la ricerca scientifica e delegare lavori usuranti alle macchine, ma rischia di amplificare disuguaglianze, favorendo una “cultura dello scarto” anziché dell’incontro.
  • natura strumentale: L’AI è uno strumento, i cui benefici o danni dipendono dall’uso umano, in linea con la condizione tecno-umana che media la relazione tra uomo e ambiente.
  • autonomia e responsabilità: L’AI può operare scelte algoritmiche autonome, ma la decisione ultima deve rimanere umana, per preservare dignità e libertà. Francesco ha invitato a proibire armi autonome letali, che delegano scelte sulla vita umana.
  • etica e governance: L’AI richiede una riflessione etica profonda e normative internazionali per garantirne un uso al servizio del bene comune, evitando derive come disinformazione o conflitti.

Con la sua laurea in matematica e studi in filosofia, Leone XIV è attrezzato per raccogliere questa sfida. La sua esperienza missionaria in Perù lo ha reso sensibile alle disparità che l’AI potrebbe esacerbare, mentre il suo approccio agostiniano – umiltà, carità, giustizia – suggerisce un magistero che promuova un’AI inclusiva.

Potrebbe, ma queste sono mie idee, staremo a vedere:

  • ridurre il divario digitale: promuovere l’accesso all’AI nei Paesi del “Sud globale”.
  • dialogo etico: creare piattaforme interreligiose per definire principi universali sull’AI.
  • pace e sostenibilità: condannare le armi autonome e sostenere l’AI per soluzioni climatiche, vigilando magari anche sull’impatto ambientale dei data center.

La sua competenza tecnica e vocazione pastorale lo rendono una voce autorevole in un’era in cui l’AI, come quella pervasiva sviluppata da xAI (creatori di Grok), Meta AI, OpenAI (argomenti su cui tornerò nella prossima newsletter) ridefinisce il progresso.

Continuità e rottura: il magistero di Leone XIV

Leone XIV unisce tradizione e innovazione:

  • tradizione: Le sue radici europee si inseriscono nella storia della Chiesa; il nome “Leone XIV” richiama la giustizia sociale di Leone XIII e Papa Francesco.
  • rottura: La sua doppia cittadinanza, statunitense e peruviana, e il saluto in spagnolo al Perù, senza mezza parola in inglese, sono un atto di sfida diplomatica all’egemonia culturale americana.
  • Tra pragmatismo e progressismo: notoriamente moderato, dovrebbe saper bilancia progressismo (sulle disuguaglianze) e posizioni più tradizionali della Chiesa, come quelle sui temi LGBTQ+, che già nelle ultime ore sono state oggetto di dibattito sui social. È opportuno notare che tali questioni, importanti ma complesse e delicate, rappresentano un nodo interno alla struttura della Chiesa, mai pienamente sciolto nemmeno da Papa Francesco nonostante le apparenze. Infatti a fronte della sua apertura sui temi LGBTQ+, Francesco non ha introdotto reali cambiamenti strutturali su questi temi, poiché tali riforme richiederebbero un processo sinodale e teologico approfondito, in linea con la dottrina e la tradizione cattolica, e questo processo non è stato avviato da nessuno finora.

Sfide geopolitiche

Leone XIV affronta un mondo polarizzato:

  • Stati Uniti: Trump ha lodato l’elezione – c’è da dire che Trump come molti giornalisti evidentemente non ha ascoltato il saluto in spagnolo di Leone XIV e non si è ricordato né che il Papa attuale ha una doppia cittadinanza né che il primo Papa americano è stato tecnicamente Bergoglio (repetita) – inoltre ha dimenticato le critiche di Prevost a Trump sulle politiche anti-migranti e le critiche fatte a JD Vance – su Twitter, perché da Cardinale aveva un suo account social attivo da oltre dieci anni – su questioni etiche suggeriscono prossime tensioni tra chiesa e Stati Uniti su immigrazione e clima.
  • Diplomazia vaticana: la sua esperienza globale lo rende ideale per mediare in conflitti, come auspicato da Zelensky per l’Ucraina, e per dialogare con il “Sud globale”.
  • Sfide interne: eredita una Chiesa con scandali e riforme incompiute. Un dossier su presunte accuse di abuso avvenute nelle diocesi di suo riferimento alle quali non avrebbe prestato sufficiente attenzione, cosa che sta scaldano gli animi sui social in queste ultimissime ore. Prevost è stato nominato da Papa Francesco alla guida della diocesi di Chiclayo tra il 2014 e il 2023, e durante quel periodo organizzazioni civili lo hanno accusato di aver insabbiato gli abusi commessi da alcuni sacerdoti. Le accuse “come ha fatto ora il Vaticano, anche allora sono state fermamente negate dalla diocesi”. A tal proposito sul quotidiano El Pais la vicenda appare chiara: “Negli ultimi mesi, e più esplicitamente nelle ore che hanno preceduto il Conclave, il cardinale Robert Francis Prévost è stato oggetto di una campagna orchestrata da settori ultraconservatori della Chiesa“con l’accusa di aver insabbiato gli abusi quando era in Perù. “Fonti ufficiali confermano che la Congregazione per la Dottrina della Fede, consapevole che circolavano simili accuse, ha condotto un’indagine approfondita sui casi” prima del Conclave e “ha concluso che la condotta del neoeletto Papa è stata impeccabile”. Le stesse fonti, secondo El Paìs, suggeriscono che questo attacco mediatico a Prevost, di cui si vedono in queste ore gli echi, sia avvenuto poco prima del Conclave, quando il suo nome era già considerato come potenziale candidato papale.

Conclusione

Papa Leone XIV, cittadino statunitense e peruviano con radici europee, supera Trump come figura di riferimento statunitense-globale. Il suo discorso in spagnolo, con un saluto al Perù e zero parole in inglese, è un manifesto di universalità che sfida le narrative nazionalistiche, sottolineando la sua doppia cittadinanza e la sua vicinanza al sud del mondo.

In un’epoca di AI e divisioni, la sua leadership – radicata in competenza scientifica, sensibilità pastorale e vocazione al dialogo – potrebbe promettere la costruzione di ponti tra culture e promuovere un’AI al servizio della dignità umana.

(Estratto dal Settimanale “Tech e Privacy”, la newsletter di Claudia Giulia Ferrauto)

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