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Orecchie aperte per l’Ipo Sonos, produttrice di speaker intelligenti

Luci, ombre e scenari sulla società di altoparlanti intelligenti Sonos che si sta preparando all’Ipo Si è aperta la stagione delle Ipo tecnologiche. Dopo il debutto un po’ moscio della cinese Xiaomi questa mattina alla borsa di Hong Kong, un’altra società tech sta per sbarcare a Wall Street. Lo scorso venerdì, Sonos, il produttore californiano…

Si è aperta la stagione delle Ipo tecnologiche. Dopo il debutto un po’ moscio della cinese Xiaomi questa mattina alla borsa di Hong Kong, un’altra società tech sta per sbarcare a Wall Street.

Lo scorso venerdì, Sonos, il produttore californiano di altoparlanti intelligenti wireless, ha deposito presso la Sec la documentazione per un’Ipo (offerta pubblica iniziale). La società potrebbe valere 3 miliardi di dollari a detta degli analisti.

GLI ALTOPARLANTI DI SONOS

Da quando è stata fondata nel 2002, la società di Santa Barbara ha registrato oltre 19 milioni di dispositivi, secondo i file depositati. Sonos si è inserita nel segmento di mercato dei sistemi wireless di smart-speaker (che si integrano con servizi di streaming musicale come Spotify e Amazon Music) ed è riuscita a collocare i suoi altoparlanti in quasi 7 milioni di famiglie in tutto il mondo.

Tuttavia, la società è ancora lontana dalla redditività. L’anno scorso ha venduto fino a 3,9 milioni di dispositivi per un fatturato di 992,5 milioni di dollari nel 2017 ma ha registrato una perdita di 14,2 milioni di dollari.

UN ASSIST A GOOGLE, AMAZON E APPLE

La chiave del successo è stata la resilienza. I progressi nell’intelligenza artificiale hanno dato alla luce nuovi tipi di assistenti virtuali vocali e Sonos ha risposto al cambiamento introducendo altoparlanti compatibili con i nuovi sistemi. Le vendite sono state potenziate e Sonos ha registrato un profitto in banca grazie a queste nuove versioni. Gli altoparlanti targati Sonos sono elencati tra quelli abilitati per i servizi dei tre giganti della Silicon Valley nonché suoi concorrenti, Amazon, Google e Apple. La società ha infatti introdotto controlli vocali per i suoi diffusori tramite la tecnologia Alexa di Amazon, e prevede di incorporare Siri di Apple tramite Airplay 2 e Google Assistant nel 2018. Questa rimane però un’arma a doppio taglio: se Amazon decidesse di dare la priorità ai propri prodotti, Sonos si troverebbe in guai seri.

MOMENTO NON ROSEO

Nonostante le opportunità di crescita e profitti quest’anno, Sonos dovrà superare altre sfide per rendere questa Ipo di successo. La guerra commerciale Usa-Cina minaccia di smorzare la propensione degli investitori per le società di elettronica di consumo poiché le tariffe possono aumentare i costi. Sonos ha registrato ritardi e costi superiori alle aspettative quando ha lanciato nuovi prodotti in passato e si trova ad affrontare la concorrenza dei propri partner (come Amazon). Questa mattina il debutto di Xiaomi, produttore cinese di smartphone (e non solo) non è stato scoppiettante come ci si aspettava e gli analisti imputano il risultato non proprio soddisfacente alle tensioni sino-americane.

TAIWAN UN RISCHIO

Nel dettagliare i fattori di rischio, Sonos ha dovuto specificare nella documentazione alla Sec che l’azienda dipende da un singolo produttore: Inventec di Taiwan. Ciò potrebbe comportare un enorme onere finanziario a Sonos se le operazioni con Inventec venissero interrotte. Inoltre, Inventec ha il diritto di rescindere il contratto con Sonos per qualsiasi motivo con un preavviso di 180 giorni, in base al deposito.

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