Se le Intelligenze artificiali nel prossimo futuro smetteranno di lasciarsi andare a svarioni e diventeranno realmente affidabili, molti lavori con ogni probabilità cesseranno di esistere: traduttori, correttori di bozze, forse persino romanzieri e sceneggiatori, giornalisti e musicisti. Ma c’è anche un settore innovativo che oggi muove miliardi ed è alla base dello strapotere di Alphabet che potrebbe finire rottamato: quello dei motori di ricerca. Chi avrà ancora bisogno di consultare le tediose paginate offerte da Google quando per trovare una via, prenotare un tavolo al ristorante o avere contezza di un fatto storico basterà chiedere all’Intelligenza artificiale? Ma sarà davvero così?
OPENAI INSEGUE GOOGLE?
Questo è ciò che sostengono le software house che sviluppano algoritmi intelligenti, ma a ben guardare l’azienda principale, quella cioè che ha iniziato le danze e tracciato la rotta, ovvero OpenAi di Sam Altman, finora più che voler rottamare Google sembra intenda mettersi in scia e provare il sorpasso nella delicata competizione (finora senza avversari) delle ricerche.
COSA FA CHATGPTSEARCH?
Solo qualche settimana fa ha sfoderato ChatGPT Search che è un sistema a metà del guado tra l’interazione con l’Ia e la possibilità di effettuare comunque ricerche manuali. Tutto questo mentre l’avversario di OpenAi (che è poi anche il competitor numero 1 del Bing di Microsoft: Redmond è tra i principali finanziatori dell’ex startup di Altman) ovvero Google espandeva la propria funzionalità Ai Overview in oltre 100 Paesi.
UN BROWSER POTENZIATO DA CHATGPT?
E adesso OpenAi starebbe valutando il debutto di un browser web proprietario con ChatGpt integrato per le soluzioni di ricerca che sembri proprio voler competere con Chrome (ma anche con Microsoft Edge più Bing). Tutto questo mentre Google è alle prese con le decisioni del governo americano che vorrebbero lo spacchettamento di gran parte della Big Tech. A iniziare dalla vendita del browser, appunto.
SVILUPPATORI E POSSIBILI PARTNER DEL PROGETTO
Secondo le voci di corridoio riportate da The Information, il Ceo in persona, Sam Altman, si starebbe occupando del fascicolo e avrebbe intavolato discussioni con diversi potenziali partner tra cui Eventbrite e Priceline per condurre alcuni esperimenti pilota che con ogni probabilità abbiano come base l’alto traffico di utenti e dati dei due portali. Lo sviluppo del browser di OpenAi sarebbe portato avanti da un ex membro di Google, Ben Goodger, nel team che sviluppò Chrome fin dalle sue origini.
SENZA UN BROWSER NESSUNA LEADERSHIP NELLE RICERCHE?
Chi ha potuto visionare il progetto riferisce che sia ben lungi dall’essere pronto per il lancio sul mercato. Insomma, lo sviluppo sarebbe solo alle fasi iniziali. Ma perché questo improvviso interesse per la creazione di un browser proprietario? Non è già sufficientemente dura la rincorsa di Google nel campo dei motori di ricerca? Con ogni probabilità dalle parti di OpenAi devono essersi convinti che il successo in entrambi i settori sia strettamente correlato.
Non si può dire infatti che OpenAi non sia diventata famosa: non si parla d’altro, ha miliardi di interazioni quotidiane e stuoli di finanziatori che la supplicano di accettare i loro soldi. Eppure per il nuovo Bing, la risposta a Google di Microsoft, potenziato dall’Ia di OpenAi, in 12 mesi l’avanzamento sul mercato è stato minimo avendo guadagnato poco più di un punto percentuale che gli ha permesso di passare dal 3,1% di ottobre 2023 all’attuale 4,16%. Insomma, senza un browser, non ci sarà mai la leadership nel settore delle ricerche. La nuova scommessa di Altman e soci?