L’anno prossimo OpenAi, la società di intelligenza artificiale che ha sviluppato ChatGpt, darà inizio alla produzione di massa del suo primo microchip per l’intelligenza artificiale assieme all’americana Broadcom e alla taiwanese Tsmc. Stando alle fonti del Financial Times, OpenAi ha intenzione di destinare il chip all’uso interno – l’intelligenza artificiale generativa, il suo campo, richiede tanta capacità di calcolo per l’addestramento e il funzionamento dei sistemi – e non lo renderà disponibile ai clienti.
IL PIANO DI OPENAI PER RIDURRE LA DIPENDENZA DA NVIDIA
Già l’anno scorso Reuters aveva scritto che OpenAi stava lavorando con Broadcom, specializzata nella fase di progettazione, e con Tsmc, specializzata nella manifattura, alla realizzazione di un proprio microchip per l’intelligenza artificiale, da affiancare a quelli di Amd e di Nvidia. Gli obiettivi di questi sforzi sono la diminuzione della dipendenza da un piccolo numeri di fornitori esterni – in particolare da Nvidia, i cui processori sono ricercatissimi dalle società di intelligenza artificiale – e la riduzione dei costi: una singola unità di elaborazione grafica modello H100 di Nvidia, infatti, ha un prezzo che si aggira sui 30.000 dollari.
OpenAi non è l’unica a puntare sullo sviluppo interno di microchip adatti alle sue esigenze: anche Google, Amazon e Meta stanno facendo lo stesso.
LE PREVISIONI ECONOMICHE DI BROADCOM
L’amministratore delegato di Broadcom, Hock Tan, ha dichiarato giovedì di aspettarsi una crescita “significativa” delle entrate dell’unità dedicata all’intelligenza artificiale nell’anno fiscale 2026. Ha detto anche che la società ha ricevuto ordini da un nuovo cliente (non specificato) per oltre 10 miliardi di dollari in infrastrutture per l’intelligenza artificiale.