(Il fact-checking del video di Davide Casaleggio su lavoro, produttività e tecnologia analizzato per il giornale web “Open” di Enrico Mentana dall’ordinario di Filosofia ed etica, Luciano Floridi, e da Marco Bentivogli, segretario della Fim-Cisl e membro del comitato tecnico del Mise sull’Intelligenza artificiale).
(Estratto di un articolo pubblicato su Open.online)
«2054, il lavoro che conoscevamo è scomparso». Sono le prime sette parole del video La fine del lavoro come lo conosciamo.
È l’ultimo documento pubblicato dalla Casaleggio Associati, la società di consulenza creata da Gianroberto Casaleggio, fondatore del M5s insieme a Beppe Grillo.
Un cortometraggio di circa 9 minuti in cui viene pronosticato come cambierà il mondo del lavoro da qui al 2054, fra intelligenza artificiale, blockchain e automazione.
Il video è stato pubblicato in occasione di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera da Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto e a guida della società fondata dal padre.
Per analizzare queste previsioni abbiamo intervistato due esperti del mondo dell’informazione e del lavoro. Luciano Floridi, professore ordinario di Filosofia ed etica dell’informazione all’Università di Oxford, e Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl.
0:27. «Ora è iniziata una nuova era, quella della produttività infinita»
Il video è costruito prevedendo lo sviluppo di tecnologie che solo quindici anni fa era difficile prevedere. È possibile essere così certi del futuro?
L.F. «Nel caso specifico di questo video, è forviante, a essere gentili. A non esserlo possiamo dire che è sbagliato del tutto. Si possono fare previsioni sul futuro partendo dai dati che abbiamo adesso ma i ragionamenti che vengono fatti sono troppo lineari. Facciamo un esempio. Prendiamo l’altezza di una bambina alla sua nascita e monitoriamola per i suoi primi anni. All’età di 3 anni decidiamo di calcolare quanto sarà alta quando ne avrà 50. Se guardassimo solo i dati dovremmo preoccuparci perché questa bambina arriverebbe a misurare decine di metri. La cosa grave è quando si passa da una banale ingenuità alla volontà di usare questo tipo di proiezioni per sostenere una tesi. Qui si parla di disinformazione».
M. B. «No, l’evoluzione tecnologica cresce a velocità esponenziale. Neanche chi inventò i primi codici degli algoritmi delle prime infrastrutture blockchain, ne immaginava le infinite applicazioni di qualche anno dopo. Così come siamo in grado di capire solo in linee generali delle evoluzioni dell’intelligenza artificiale. Il fondamento del video e cioè che nulla sarà più come prima, lo condivido e lo sostengo da tempo, ma non vi è traccia su come fare per arrivare da protagonisti a questo cambiamento. Siamo in ritardo, mi sembra il principale problema».
2:11 «Il fattorino passando dalla consegna a piedi, poi a cavallo, poi in bici, poi in motorino e poi con un camion aumenta la produttività, consegnando più pacchi nello stesso tempo»
Ci stiamo davvero muovendo verso una produttività sempre più alta?
L.F. «La produttività è una cosa seria. Per fortuna, e purtroppo, la produttività non cresce in maniera esponenziale con la tecnologia. Pensiamo alla produttività come una atleta che corre i 100 metri. Non potrà mai scendere sotto un certo limite di tempo. Magari può limare una frazione di secondo alla volta, ma prima o dopo arriverà a una soglia che, biologicamente, non riuscirà a superare. Con le tecnologie o modelli di business la produttività può crescere, ma non in maniera illimitata. Per esempio, nel caso della Gran Bretagna, abbiamo una delle economia più avanzate eppure anche la produttività è tra le più basse del G7. È solo con l’innovazione che si può cambiare. Ma l’innovazione è anche un motore che genera nuovi lavori».
M. B. «Senza dubbio la tecnologia consente un utilizzo migliore ed efficiente delle risorse. La capacità di remunerazione del capitale investito crescerà. Le produzioni hanno meno sprechi, sono più flessibili e con costi sempre più ridotti».
4:11 «I robot barman che lavorano senza paga e sosta sostituiscono i baristi che scioperano a Las Vegas»
Se l’intelligenza artificiale acquisirà un ruolo più importante, dove verranno ricollocati tutti i lavoratori sostituiti da queste tecnologie?
L.F. «La questione è più complicata. Anche qui meglio un esempio concreto. Poco tempo fa Lloyds Bank ha licenziato circa 6.200 persone a causa dell’innovazione digitale. Nello stesso bando ne ha assunte 8.200. Qual è il problema? Il problema è che quelle persone non sono le stesse. Non tutte quelle 6.000 saranno assunte di nuovo. I nuovi assunti sapranno svolgere compiti diversi, come gestire banche dati, e non saranno le persone che gestivano il conto corrente. La protezione sociale va data proprio a tutti i lavoratori che non avranno più un lavoro adatto a loro».
M. B. «L’industria 4.0, l’intelligenza artificiale e le infrastrutture di blockchain, hanno nell’immediato un effetto distruttivo su quello che incontrano. C’è però un intervallo di tempo in cui l’introduzione di queste tecnologie necessità di persone con nuove competenze. È qui che si gioca la sfida».
4:38 «Nel 2018 il tempo lavorativo medio nel mondo è di circa il 13%. (Nel 2054 sarà dell’1%)»
Nelle previsioni della Casaleggio, l’uomo impiegherà solo l’1% del proprio tempo a lavorare. Finito il lavoro, cosa faremo?
L.F. «Vorrei sapere da dove arriva questo numero. L’1% è una probabilità precisa. Si tratta di circa un quarto d’ora. Mi sembra un numero scelto a caso, senza fondamento, ma con una retorica pseudoscientifica, che vorrebbe impressionare. Inoltre c’e’ un’ambiguità: la definizione di lavoro. Guardiamo a tutte le donne che si occupano della cura della casa o della famiglia, possiamo dire che loro non lavorano? Se per lavoro si intende quello stipendiato, allora è possibile che diminuiranno le ore dedicate a questa attività durante la settimana, come sta già succedendo. Si potrà arrivare a 30, 25 ore. Quello del tempo libero, però, non credo sia un tema urgente a livello mondiale. Oggi ci sono ancora 700 milioni di persone che ogni giorno non hanno accesso all’acqua potabile. Il video generalizza troppo».
M. B. «Queste previsioni così nette non hanno fondamento. Sicuramente avremo la possibilità di liberare tempo ma soprattutto potremo conciliare meglio la vita con il lavoro. La scansione temporale che era nelle rivendicazioni delle Unions inglesi alla fine dell’800, si basava su questa formula: 8 ore di lavoro, 8 di riposo e 8 per me. Le 8 ore di riposo devono essere continuative ma lavoro e tempo libero non avranno una separazione netta. Per questo è importante il diritto alla disconnessione. Per questo bisogna saper organizzare e contrattualizzare lo smartworking».
9:08 «Il reddito viene redistribuito verso le classi più deboli»
Uno dei punti più importanti del video è il reddito garantito. Da chi può essere pagato?
L.F. «In tempi non sospetti sono stato un sostenitore dell’idea di ridistribuire il capitale accumulato dalle scorse generazioni. Questa ridistribuzione delle ricchezze è realizzabile, ma non oggi. Con quali fondi lo stiamo facendo? Bisognerebbe fare l’opposto: investire molto in tecnologia, creare ricchezza e dopo ridistribuirla».
M. B. «Ho sempre riconosciuto a Casaleggio lo sforzo, seppur troppo superficiale e spesso banale, di tentare di avere un’idea del futuro. Il resto della politica ha orizzonti al massimo semestrali. Casaleggio è il maggiore azionista del primo partito italiano. Eppure rispetto alla legge di bilancio c’è solo una coerenza con questo video: il reddito di cittadinanza. Sul resto il governo mortifica ogni possibilità di stare al passo con la grande trasformazione».