Il governo prossimo a ufficializzare la candidatura italiana del sito di Sos Enattos in Sardegna a ospitare Einstein Telescope.
È la grande infrastruttura di ricerca del futuro rivelatore di onde gravitazionali da realizzare in Europa, un progetto di impatto scientifico e tecnologico di livello mondiale, che l’Italia è candidata a ospitare in Sardegna nell’area della miniera dismessa di Sos Enattos, tra i Comuni di Bitti, Lula e Onanì.
Per ospitare il futuro rivelatore europeo di terza generazione per la ricerca sulle onde gravitazionali l’Italia è candidata, in competizione con l’Olanda, che ha proposto un sito collocato nell’aerea di Limburg, al confine con Belgio e Germania e non lontana da Maastricht.
Per la sua realizzazione ci vorranno almeno 10 anni e un investimento di circa 1,6 miliardi di euro, tra finanziamenti europei e nazionali. Il potenziale sito in Sardegna porterebbe ricadute importanti per Lula, con circa 36mila posti di lavoro.
La decisione dell’Europa a chi assegnare il progetto tra Italia e Olanda è prevista entro il 2025 con l’avvio dei lavori a partire dal 2027.
Nel frattempo, “gli imprenditori sardi nell’evidenziare le opportunità e l’importanza dell’Einstein Telescope, hanno rinnovato la richiesta di attenzione sulle criticità da risolvere, che oggi continuano a compromettere la competitività delle imprese sarde”, ha reso noto Confindustria questa settimana. Tuttavia, l’associazione presieduta da Carlo Bonomi auspica allo stesso tempo il “superamento dei livelli infrastrutturali minimi, collegamenti e continuità territoriale, energia, calo demografico”.
Mentre a inizio mese Confindustria Sardegna centrale ha espresso vera e propria preoccupazione per l’ampiezza dell’area di protezione prevista dal decreto Pnrr attorno alla miniera di Sos Enattos a Lula, per favorire il progetto dell’Einstein Telescope.
Tutti i dettagli.
CHE COS’È L’EINSTEIN TELESCOPE
L’Einstein Telescope (ET) è uno dei principali progetti di ricerca europei con impatto scientifico di livello mondiale. Si tratta della grande infrastruttura sotterranea per il futuro rivelatore di onde gravitazionali di terza generazione. ET sarà in grado di osservare un volume di universo almeno mille volte maggiore rispetto agli attuali strumenti di seconda generazione, gli interferometri LIGO negli Stati Uniti e Virgo in Italia, le cui collaborazioni scientifiche hanno osservato per la prima volta, nel 2015, le onde gravitazionali, previste cento anni prima da Albert Einstein, scoperta premiata con il Nobel per la Fisica nel 2017.
Secondo l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) l’Einstein Telescope rivoluzionerà il modo di studiare il cosmo: sarà un innovativo e ancora più potente strumento per osservare le onde gravitazionali, che aprirà la via a nuove conoscenze sul nostro universo.
L’IMPEGNO DELLA REGIONE SARDEGNA PER IL SITO DI SOS ENATTOS
Tra le motivazioni che rendono l’area di Sos Enattos il luogo ideale per le attività dell’Et c’è senz’altro il rumore sismico, che condiziona le prestazioni del rivelatore a basse frequenze, molto basso grazie alle caratteristiche geologiche della Sardegna. Oltre al basso rischio sismico, il territorio è anche poco antropizzato.
Per supportare la candidatura Italiana, la Regione Sardegna, ha preso un impegno formale con il Governo per stanziare 350 milioni di euro da aggiungere al finanziamento statale, che potrebbe essere di circa 1 miliardo.
IL COMITATO A SOSTEGNO DELLA CANDIDATURA ITALIANA
Nel frattempo, lo scorso 9 febbraio il Mur ha istituito con decreto del Ministro Anna Maria Bernini, un Comitato Tecnico-Scientifico di alto profilo a sostegno della candidatura italiana. Il comitato è presieduto dal Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, ed è composto dall’ambasciatore Ettore Sequi e dagli scienziati Marica Branchesi e Fernando Ferroni, del Gran Sasso Science Institute e dell’INFN, e dal Presidente dell’INFN, Antonio Zoccoli.
I PROGETTI DEL PNRR A SOSTEGNO DELL’EINSTERIN TELESCOPE IN SARDEGNA
A sostegno dell’Einstein Telescope c’è l’ETIC, Einstein Telescope Infrastructure Consortium, progetto finanziato con 50 milioni di euro dal Pnrr, nell’ambito della Missione 4 Istruzione e Ricerca coordinata dal MUR. Il consorzio si occuperà per i prossimi 30 mesi della preparazione e della realizzazione dello studio di fattibilità e della caratterizzazione del sito di Sos Enattos individuato per ospitare l’Einstein Telescope oltre a realizzare o potenziare presso le sedi dell’INFN, le università e gli enti di ricerca che partecipano a ET, una rete nazionale di laboratori di R&S per lo studio delle tecnologie abilitanti del futuro interferometro.
C’è poi il progetto Faber/Meet, che si inserisce nel contesto del più ampio progetto Meet, guidato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia INGV e finanziato con 43 milioni di euro dal Pnrr. Obiettivi generali di Meet sono il miglioramento, l’aggiornamento tecnologico e l’implementazione delle grandi reti scientifiche dedicate al monitoraggio e all’osservazione della Terra.
Infine, con 41 milioni di euro di risorse dal Pnnr, TeRABIT realizzerà un’infrastruttura integrata di calcolo e rete a elevatissime prestazioni, basata su fibra ottica dedicata di ultima generazione altamente affidabile, che permetterà di scambiare dati alla velocità del terabit (1000 miliardi di bit) al secondo.
SLITTATA LA CONFERENZA STAMPA
Doveva tenersi il 25 maggio a Roma all’Istituto Nazionale di Astrofisica la conferenza di ufficializzazione della candidatura italiana per l’Einstein Telescope, ma l’arrivo in Italia della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che visiterà insieme alla premier Giorgia Meloni le zone alluvionate dell’Emilia Romagna, ha costretto la presidenza del Consiglio a cambiare i piani all’ultimo momento. Dal ministero dell’Università fanno sapere che sarà riprogrammata nel giro qualche settimana.
“Potrà così partire la lettera d’impegno del governo che mette nero su bianco anche l’investimento necessario per ospitare l’infrastruttura” spiega RaiNews.
BONOMI (CONFINDUSTRIA): “SOSTEGNO ALL’ET IN SARDEGNA MA SUPERARE CRITICITÀ”
Nel frattempo, in vista dell’ufficializzazione della candidatura italiana, il 23 maggio il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha partecipato al forum “Insieme per lo sviluppo”, proprio sull’ET, con la partecipazione in collegamento video delle ministre del Lavoro, la sarda Marina Elvira Calderone, e dell’Università e ricerca Anna Maria Bernini. Il progetto per Lula è stato definito “un’opera assolutamente straordinaria sul piano scientifico, tecnologico ed industriale – si legge in una nota di Confindustria -, che può rappresentare per l’Italia e per la Sardegna, un’occasione irripetibile di sviluppo economico e sociale”. Per il numero uno di Confindustria l’Einstein Telescope “rappresenta il futuro ma ha senso solo se si fanno altre infrastrutture”.
L’elenco delle criticità della Sardegna parte da un esempio: “Non si possono impiegare due ore per andare da Cagliari a Nuoro”. E poi il Pnrr per cui “è tutto fermo”, le infrastrutture che mancano, le Zes e i trasporti aerei. Criticità fondamentali da risolvere se si vuole centrare l’obiettivo di vincere sull’Olanda per ospitare l’Einstein Telescope a Lula.
LE PERPLESSITÀ DI CONFINDUSTRIA SARDEGNA
A ribadire sostegno al progetto ma anche evidenziare preoccupazioni ci aveva già pensato a inizio mese Confindustria Sardegna.
«Sul progetto dell’Einstein Telescope ci siamo già espressi e confermiamo il nostro fermo sostegno e appoggio che non intendiamo in alcun modo mettere in discussione” ha dichiarato il Presidente di Confindustria Sardegna Giovanni Bitti, intervenuto in una nota per chiedere chiarimenti rispetto alle novità normative in merito alle autorizzazioni per una serie di attività produttive in una ventina di comuni tra Nuorese e Sassarese.
“Non capiamo tuttavia come mai, in vista della realizzazione dell’infrastruttura, sia stata delimitata attorno alla miniera di Sos Enattos, già oggi scarsamente antropizzata e infrastrutturata, un’area di protezione così vasta, che risulta notevolmente più estesa rispetto a quanto si sta facendo nel sito concorrente in Olanda a Limburgo peraltro già fortemente industrializzato”, osserva Confindustria Sardegna centrale. Il riferimento è alla legge n. 41/2023 di conversione del Decreto Pnrr come modificato in sede di approvazione in Senato, pubblicato lo scorso 21 aprile in Gazzetta Ufficiale.
“Ci chiediamo che cosa accadrà nel nostro territorio per i nuovi impianti di produzione di energia elettrica che dovranno tutti attendere l’ok del Ministero e dell’Infn”, prosegue la nota di Confindustria Sardegna. “Per non parlare delle infrastrutture con la provincia meno infrastrutturata d’Italia che rischia di trovare ulteriori limiti alla possibilità di interventi strategici, comprese opere di riqualificazione e ampliamento riguardanti strade e ferrovie anche a Nuoro città capoluogo”. Confindustria Sardegna Centrale auspica “interventi correttivi al provvedimento in sede legislativa” e sollecita “un confronto tra i rappresentanti del mondo politico e scientifico e le forze economiche e produttive, al fine di evitare che norme così impattanti per il tessuto produttivo locale siano scoperte per caso senza che ci sia stato un minimo di condivisione e senza tenere conto delle esigenze del territorio”.