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Perché la trimestrale e la Casa Bianca fanno esultare Nvidia

Nvidia festeggia tre volte: la Casa Bianca si schiera contro le limitazioni commerciali del Gain Ai Act, il governo autorizza le vendite in Medioriente e gli ottimi risultati del terzo trimestre allontanano i timori sulla bolla dell'intelligenza artificiale. Qualche ombra, però, è ancora presente: ecco perché.

La presidenza di Donald Trump ha chiesto al Congresso, a maggioranza repubblicana, di respingere il Gain Ai Act, un provvedimento che restringerebbe le possibilità per le aziende americane di vendere microchip avanzati alla Cina e ad altre nazioni avversarie degli Stati Uniti, così da frenarne lo sviluppo tecnologico e militare. La notizia, rivelata da Bloomberg, rappresenta una vittoria soprattutto per Nvidia – la più importante società di processori al mondo, al centro dell’industria dell’intelligenza artificiale -, che si era espressa pubblicamente contro le limitazioni commerciali. A rimetterci, al contrario, saranno le grandi compagnie tecnologiche americane come Microsoft, interessate a mantenere un netto vantaggio competitivo sulla concorrenza cinese.

In ogni caso, l’eventuale cancellazione del Gain Ai Act non metterebbe fine ai controlli governativi sulle esportazioni di microchip: i dispositivi più sofisticati di Nvidia, ad esempio, non possono venire venduti in Cina già da anni, costringendo la società a sviluppare degli appositi modelli depotenziati.

NVIDIA PUNTA SUL MEDIORIENTE

Per compensare l’impossibilità (o quasi) di accesso al mercato cinese, Nvidia sta puntando maggiormente sul Medioriente. Proprio pochi giorni fa il dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha autorizzato Nvidia a vendere un massimo di trentacinquemila microchip modello Blackwell a due aziende con sede in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti: il valore stimato di queste operazioni è di oltre 1 miliardo di dollari.

COM’È ANDATA (MOLTO BENE) L’ULTIMA TRIMESTRALE DI NVIDIA

Oltre che per l’intervento della Casa Bianca contro il Gain Ai Act e per l’autorizzazione alla vendita nei due paesi del Golfo, Nvidia può festeggiare anche per gli ottimi risultati del terzo trimestre dell’anno fiscale 2026, conclusosi lo scorso 26 ottobre. Le vendite sono cresciute del 62 per cento su base annua a 57 miliardi di dollari, un record; da record sono state anche le entrate della divisione data center, a 51,2 miliardi, il 66 per cento in più rispetto all’anno precedente.

“La domanda di calcolo continua ad accelerare e ad aumentare in modo esponenziale sia nell’addestramento che nell’inferenza. Siamo entrati nel circolo virtuoso dell’intelligenza artificiale”, ha dichiarato l’amministratore delegato Jensen Huang.

Tra le note negative, invece, c’è l’aumento ulteriore della concentrazione delle vendite di Nvidia in un gruppo ristrettissimo di clienti: appena quattro società hanno rappresentato il 61 per cento delle vendite totali, rispetto al 56 per cento nel trimestre precedente.

LE PREVISIONI PER IL QUARTO TRIMESTRE

Per il quarto trimestre, Nvidia – l’azienda a maggiore capitalizzazione di mercato al mondo – prevede di registrare vendite per circa 65 miliardi di dollari, superando i 61,6 miliardi attesi dagli analisti.

SONO GIÀ SVANITI I TIMORI SULLA “BOLLA” DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?

Parlando con gli analisti, Jensen Huang ha dichiarato che “si è parlato molto di una bolla dell’intelligenza artificiale. Dal nostro punto di vista, vediamo qualcosa di molto diverso […] Siamo ovunque, dal cloud ai software on-premise, ai sistemi robotici, ai dispositivi edge, ai pc, e chi più ne ha più ne metta. Un’unica architettura. Le cose funzionano e basta. È incredibile”. L’amministratore delegato ha anche fatto sapere che Nvidia ha, per il 2026, ordini di microchip avanzati da 500 miliardi di dollari.

Dopo la pubblicazione dei risultati, le azioni di Nvidia sono cresciute di circa il 5 per cento, permettendo alla società di aggiungere 220 miliardi alla sua capitalizzazione di mercato. Negli ultimi tre anni il titolo è cresciuto del 1200 per cento, a dimostrazione dell’assoluta centralità di Nvidia nel settore dell’intelligenza artificiale; prima della diffusione degli ultimi dati economici, però, questo mese le azioni avevano perso quasi l’8 per cento.

Molti investitori, infatti, hanno iniziato a temere che le Big Tech americane stessero spendendo troppi soldi per l’intelligenza artificiale, senza però ottenere ritorni proporzionati, quantomeno nel breve termine. Ma dopo che Nvidia ha diffuso gli ultimi conti, l’indice S&P 500 – che raccoglie le cinquecento aziende statunitensi a maggiore capitalizzazione – è cresciuto dell’1 per cento, e la salita in borsa di Nvidia ha spinto in alto anche i titoli di Amd, di Microsoft e di Alphabet.

TUTTO BENE PER NVIDIA? FORSE NO

Non tutti, però, sono convinti dell’inesistenza di una bolla dell’intelligenza artificiale, pronta a esplodere.

“La preoccupazione che la crescita della spesa per le infrastrutture di intelligenza artificiale non sia sostenibile non sembra destinata a diminuire”, ha detto Ruben Roy, analista di Stifel, come riportato da Reuters.

“Sebbene i risultati e le prospettive [di Nvidia, ndr] siano stati superiori alle aspettative, riteniamo che gli investitori continueranno a nutrire preoccupazioni circa la sostenibilità dell’aumento della spesa in conto capitale dei suoi clienti”, ha affermato Kinngai Chan di Summit Insights.

Secondo Jacob Bourne di eMarketer, “mentre la domanda di Gpu [unità di elaborazione grafica: una tipologia di processori, ndr] continua ad essere massiccia, gli investitori sono sempre più concentrati sulla capacità degli hyperscaler di sfruttare questa capacità con sufficiente rapidità. La domanda”, ha proseguito, “è se i colli di bottiglia fisici in termini di energia, terreno e accesso alla rete limiteranno la rapidità con cui questa domanda si tradurrà in una crescita dei ricavi fino al 2026 e oltre”.

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