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Nvidia investe in OpenAi e accontenta (di nuovo) Trump

Nvidia investirà fino a 100 miliardi di dollari in OpenAi per realizzare centri dati e altre infrastrutture. L'azienda di microchip di Jensen Huang vuole rimanere fondamentale per l'industria dell'intelligenza artificiale, e strizza l'occhiolino a Trump. Tutti i dettagli.

Nvidia, la più importante azienda di microchip per l’intelligenza artificiale, ha annunciato lunedì un investimento fino a 100 miliardi di dollari in OpenAi, la società che ha sviluppato ChatGpt, per la realizzazione di centri dati e altre infrastrutture dalla potenza energetica complessiva di 10 gigawatt. Bloomberg ha fatto notare che 10 GW è un valore equivalente alla domanda elettrica di picco di New York.

Gli impianti saranno dotati dei processori più avanzati di Nvidia per l’addestramento e il funzionamento dei modelli di intelligenza artificiale. Le prime infrastrutture entreranno in funzione nella seconda metà del 2026 e utilizzeranno l’architettura Vera Rubin di Nvidia, che verrà commercializzata proprio in quel periodo.

LE MODALITÀ DELL’INVESTIMENTO

L’investimento di Nvidia in OpenAi si articolerà in più fasi: i primi 10 miliardi verranno forniti al momento della firma dell’accordo, mentre gli altri versamenti faranno seguito all’installazione di ogni gigawatt di potenza di calcolo. In cambio dei capitali forniti, poi, Nvidia riceverà quote di OpenAi, la cui valutazione dovrebbe raggiungere prossimamente i 500 miliardi di dollari a seguito di un’operazione di vendita di azioni.

COSA FARÀ OPENAI CON NVIDIA

Sam Altman, l’amministratore delegato di Nvidia, ha detto che l’accordo, grazie all’elevata potenza di calcolo fornita, porterà a nuove innovazioni nel campo dell’intelligenza artificiale. “Tutto inizia con il calcolo”, ha aggiunto: “l’infrastruttura di calcolo sarà la base dell’economia del futuro”. Ad oggi, la maggior parte delle applicazioni di intelligenza artificiale non sono redditizie perché i costi di sviluppo sono nettamente superiori alle entrate: ci si aspetta che la situazione cambierà una volta che l’intelligenza artificiale si sarà diffusa maggiormente tra i vari settori economici, ma lo stesso Altman pensa che l’eccitazione dei mercati sia esagerata.

ChatGpt, il chatbot sviluppato da OpenAi, conta all’incirca settecento milioni di utenti a settimana. Più in generale, la società ha bisogno di tanta capacità di calcolo per far progredire e funzionare i suoi sistemi, e per realizzarne di nuovi. Pochi giorni fa Altman ha fatto sapere che nelle prossime settimane OpenAi lancerà dei nuovi prodotti ad elevata intensità di calcolo.

Intervistato da Cnbc, l’amministratore delegato di Nvidia Jensen Huang ha definito l’accordo con OpenAi un “progetto gigante” che prevedrà l’utilizzo di cinque milioni di microchip, cioè un volume equivalente al totale delle spedizioni della società nel 2025. Considerato che per ogni gigawatt di potenza dei centri dati saranno necessari dispositivi Nvidia dal valore di decine di miliardi di dollari, le entrate generate dall’accordo potrebbero rivelarsi di molto superiori alle spese.

NVIDIA VUOLE ACCONTENTARE L’AMMINISTRAZIONE TRUMP

Dietro alla collaborazione con OpenAi c’è senz’altro la volontà di Nvidia di garantire la rilevanza delle sue tecnologie per l’intelligenza artificiale, considerati i piani di diversificazione di molti suoi clienti (inclusa la stessa OpenAi). Ma l’investimento nelle infrastrutture è anche un modo – l’ennesimo, dopo il recente investimento di 5 miliardi in Intel, sostenuta pure dal governo americano – per migliorare i rapporti con l’amministrazione di Donald Trump, che sta puntando proprio sull’espansione delle infrastrutture tecnologiche nazionali e sul potenziamento delle capacità di chipmaking.

Accontentare la Casa Bianca potrebbe forse permettere a Nvidia di ottenere normative più favorevoli sul controllo delle esportazioni in Cina, un vasto mercato dove però l’azienda non può vendere i suoi microchip più avanzati.

– Leggi anche: Che succede in Cina tra Nvidia e Huawei sui microchip per l’intelligenza artificiale

L’assoluta dominanza di Nvidia sul mercato dei processori per l’intelligenza artificiale ha attirato l’attenzione degli enti regolatori statunitensi, e il presidente Trump si era addirittura spinto a ipotizzarne lo scorporo in modo da stimolare la concorrenza nel settore; aveva finito per ammettere, però, che per le aziende rivali – come Amd, per esempio – sarebbe stato comunque difficile colmare il divario tecnologico.

Tornando alle infrastrutture, nei mesi scorsi OpenAi aveva già lanciato un mega-progetto sulle infrastrutture per l’intelligenza artificiale chiamato Stargate (assieme a Oracle e SoftBank, con il coinvolgimento di Nvidia). Stargate prevede un investimento iniziale di 100 miliardi di dollari, che potrebbe arrivare a 500 miliardi nel giro di quattro anni.

NVIDIA RASSICURA GLI ALTRI CLIENTI

Nvidia ha anche voluto rassicurare gli altri clienti che l’accordo con OpenAi non avrà ripercussioni sulle loro forniture di microchip. Per cogliere il senso di questa comunicazione, bisogna considerare che negli ultimi anni i processori di Nvidia sono diventati i dispositivi più ricercati – e più pagati – dall’industria tecnologica, con le maggiori aziende del settore impegnate ad accaparrarsene quanti più possibile in modo da non rimanere indietro nello sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Ad oggi, infatti, buona parte delle entrate di Nvidia dipendono da un gruppo ristretto di clienti, del quale fanno parte i colossi tech statunitensi Microsoft, Meta, Alphabet e Amazon.

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