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Non è artificiale la multa del Garante della Privacy contro OpenAI per ChatGpt

Il Garante della Privacy chiude l’istruttoria sul produttore di ChatGpt: OpenAI dovrà realizzare una campagna informativa di sei mesi e pagare una sanzione di 15 milioni di euro. Tutti i dettagli e la reazione della società

Multa per OpenAI, produttore di ChatGpt, dal Garante della Privacy italiano.

L’autorità Garante per la protezione dei dati personali ha infatti comunicato oggi di aver chiuso l’struttoria avviata nel marzo 2023 su OpenAI, società sostenuta da Microsoft che ha creato e gestisce il chatbot di intelligenza artificiale generativa ChatGpt. OpenAI dovrà realizzare una campagna informativa di sei mesi e pagare una sanzione di 15 milioni di euro.

L’Italia è stato il primo paese dell’Europa occidentale a frenare ChatGpt, ma la sua azione ha attirato l’attenzione di legislatori e regolatori in diversi paesi, ricordava l’anno scorso Reuters. Tanto che lo scorso aprile il Comitato europeo per la protezione dei dati (Edpb), l’organismo che riunisce le Autorità per la privacy dell’Unione europea, ha istituito una task force sul chatbot.

Senza dimenticare che sempre l’anno scorso il Garante per la protezione dei dati personali aveva disposto, con effetto immediato, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI comportando il blocco di ChatGpt in Italia. Successivamente ChatGpt è stata riattivata in Italia dopo che il suo creatore OpenAI ha affrontato e superato le questioni sollevate dal Garante.

Tutti i dettagli.

CONCLUSA L’ISTRUTTORIA AVVIATA L’ANNO SCORSO

Come spiega la nota dell’authority presieduta da Pasquale Stanzione, il provvedimento, che accerta le violazioni a suo tempo contestate alla società californiana, arriva all’esito di un’istruttoria avviata lo scorso anno e dopo che l’Edpb ha pubblicato il parere con il quale identifica un approccio comune ad alcune delle più rilevanti questioni relative al trattamento dei dati personali nel contesto della progettazione, sviluppo e distribuzione di servizi basati sull’intelligenza artificiale.

GLI ILLECITI COMMESSI DA OPENAI

Secondo il Garante, la società statunitense guidata da Sam Altman, oltre a non aver notificato all’Autorità la violazione dei dati nel marzo 2023, ha trattato i dati personali degli utenti per addestrare ChatGpt senza aver prima individuato un’adeguata base giuridica e ha violato il principio di trasparenza e i relativi obblighi informativi nei confronti degli utenti. Per di più, OpenAI non ha previsto meccanismi per la verifica dell’età, con il conseguente rischio di esporre i minori di 13 anni a risposte inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza.

IL DIKTAT DEL GARANTE PRIVACY PER OPENAI

Pertanto, l’Autorità, con l’obiettivo di garantire, innanzitutto, un’effettiva trasparenza del trattamento dei dati personali, ha ordinato a OpenAI, utilizzando per la prima volta i nuovi poteri previsti dall’articolo 166, comma 7 del Codice Privacy, di realizzare una campagna di comunicazione istituzionale di 6 mesi su radio, televisione, giornali e Internet.

I contenuti, da concordare con l’Autorità, dovranno promuovere la comprensione e la consapevolezza del pubblico sul funzionamento di ChatGpt, in particolare sulla raccolta dei dati di utenti e non-utenti per l’addestramento dell’intelligenza artificiale generativa e i diritti esercitabili dagli interessati, inclusi quelli di opposizione, rettifica e cancellazione.

Grazie a tale campagna di comunicazione, gli utenti e i non-utenti di ChatGpt dovranno essere sensibilizzati su come opporsi all’addestramento dell’intelligenza artificiale generativa con i propri dati personali e, quindi, essere effettivamente posti nelle condizioni di esercitare i propri diritti ai sensi del Gdpr, spiega ancora l’authority.

Ai sensi del Gdpr, entrato in vigore nel 2018, qualsiasi azienda che violi la normativa rischia multe fino a 20 milioni di euro o il 4% del suo fatturato globale.

LA SANZIONE PECUNIARIA

Allo stesso tempo, il Garante ha comminato a OpenAI una sanzione di quindici milioni di euro calcolata anche tenendo conto dell’atteggiamento collaborativo della società.

Infine, tenuto conto che la società, nel corso dell’istruttoria, ha stabilito in Irlanda il proprio quartier generale europeo, il Garante, in ottemperanza alla regola del c.d. one stop shop, ha trasmesso gli atti del procedimento all’Autorità di protezione dati irlandese (DPC), divenuta autorità di controllo capofila ai sensi del Gdpr, affinché prosegua l’istruttoria in relazione a eventuali violazioni di natura continuativa non esauritesi prima dell’apertura dello stabilimento europeo, conclude la nota del Garante Privacy.

LA REPLICA DELLA SOCIETÀ GUIDATA DA SAM ALTMAN

Pronta a fare ricorso OpenAI contro la decisione dell’autorità italiana.

“La decisione del Garante non è proporzionata e presenteremo ricorso”, ha dichiarato OpenAI, aggiungendo: “Quando il Garante ci ha ordinato di sospendere ChatGPT in Italia nel 2023, abbiamo collaborato con l’Autorità per renderlo nuovamente disponibile un mese dopo. Già allora il Garante aveva riconosciuto il nostro ruolo da capofila per quanto riguarda la protezione dei dati nell’ambito dell’IA e questa sanzione rappresenta circa venti volte il fatturato da noi generato in Italia nello stesso periodo. Riteniamo che l’approccio del Garante comprometta le ambizioni dell’Italia in materia di IA, ma rimaniamo impegnati a collaborare con le autorità preposte alla tutela della privacy in tutto il mondo per offrire un’IA capace di portare benefici alla società nel rispetto dei diritti della privacy”.

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