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Niente Microsoft, siam danesi

La Danimarca intende recidere il cordone ombelicale software che la lega agli Usa: il ministro per le Emergenze ha avvisato le industrie di prepararsi a eventuali interruzioni del cloud statunitense mentre la collega degli Affari digitali ha annunciato che la pubblica amministrazione spegnerà i programmi Microsoft. Si va verso l'adozione di software europei? Il piano danese, però, potrebbe rivelare incognite di non facile soluzione

A quanto pare le ritorsioni europee ai dazi e alle tensioni alimentate dagli americani andranno a colpire ciò che gli Usa attualmente esportano con successo in tutto il mondo: la tecnologia. Mentre la Francia studia strette che, apparentemente destinate a salvaguardare i minori, vanno in realtà a colpire i bilanci di social e piattaforme online, la Danimarca, impegnata con Washington in un tira e molla sulla Groenlandia, intende bandire i software a stelle e strisce (a iniziare da quelli Microsoft) dai propri uffici pubblici. Una strategia che sembra copiata da una decisione presa dalla Cina durante il primissimo mandato presidenziale di Donald Trump come ritorsione al ban americano di Huawei.

LA DANIMARCA SALUTA MICROSOFT OFFICE & CO

Nelle stesse ore in cui la Danimarca siglava con gli Usa un patto militare contrattato sotto l’amministrazione di Joe Biden e dovuto alla rinnovata paura per le ambizioni imperialistiche di Vladimir Putin, patto che con il 2025 e con il cambio di inquilino alla Casa Bianca è divenuto di colpo assai meno vantaggioso per Copenaghen dato che permetterà agli americani di aprire basi sul proprio territorio (anche perché contestualmente il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, rivelava che gli Usa hanno pronto un piano per l’invasione della Groenlandia, terra contesa proprio con la Danimarca), il ministro per gli Affari Digitali Caroline Stage Olsen annunciava che con la fine dell’anno il Paese europeo intende procedere a uno spegnimento graduale dei programmi Microsoft in uso negli uffici della pubblica amministrazione.

VERSO L’OPEN SOURCE

La decisione, ha spiegato il membro dell’esecutivo, intende mettere al sicuro il Paese scandinavo dalle conseguenze di dipendere troppo dalle aziende tecnologiche d’oltreoceano. La soluzione non sarà affidarsi a controparti cinesi, che peraltro scarseggiano e non godono di maggiore fiducia, ma all’open source. E sarà proprio il suo ministero a dare il via al processo sostituendo Microsoft Office con Libre Office.

LA CAPITALE SI E’ GIA’ MOSSA

Già la capitale Copenhagen e la municipalità di Aarhus hanno intrapreso strade analoghe bandendo i programmi made in Redmond per sostituirli con versioni libere. Chiara insomma la volontà, da parte della Danimarca, di infastidire gli Usa colpendoli proprio nel solo punto debole di Donald Trump: il portafogli. Probabilmente Copenhagen spera pure, proprio come la Francia (che nelle ultime ore combattendo una battaglia affine destinata a colpire social ed e-commerce ha provato a tirare in ballo l’intera Ue) di essere seguita da altri Paesi del club comunitario.

COSA TEME DAVVERO LA DANIMARCA?

D’altra parte la decisione della Danimarca di salutare tutti i programmi del pacchetto Microsoft Office lasciano pure intendere che il Paese europeo non sa a quali livelli potrebbero arrivare le tensioni con gli Stati Uniti di Donald Trump e sembra volersi mettere al riparo di eventuali ritorsioni che potrebbero manifestarsi proprio attraverso quei software, magari con un improvviso blocco delle licenze che finirebbe per mandare in tilt tutti gli uffici pubblici. Con il tycoon ogni ipotesi, anche la più fantascientifica, acquista peso e va tenuta in massima considerazione.

Alla luce di quanto rivelato nelle ultime ore si comprende perché qualche settimana fa il ministro per le Situazioni di emergenza, Torsten Schack Pedersen, avesse esortato autorità e aziende danesi a prepararsi a una improvvisa chiusura delle soluzioni cloud statunitensi nel caso, remoto e al momento improbabile, fosse imposta dalla Casa Bianca alle software house americane che erogano il servizio qua in Europa. In questo modo, insomma, la Danimarca prova a blindarsi sia sul fronte pubblico, sia lato privati, anche se allo stato attuale appare impossibile recidere il cordone ombelicale hi-tech che ci rende dipendenti dagli Usa.

L’ADDIO DELLA DANIMARCA A MICROSOFT AIUTERA’ IL RINASCIMENTO DIGITALE EUROPEO

Ad ammetterlo è il direttore del Department of Digitalization della Copenhagen Business School, Jan Damsgaard, che interpellato in merito dai media locali ha fatto intendere come simili misure rischino di non avere conseguenze reali, senza un ecosistema pronto ad attuarle: “se non si dispone di membri del personale capaci di sviluppare il sistema, non è possibile implementarli”.

Il fatto che la Danimarca intenda bandire Microsoft & Co. potrebbe comunque avere ricadute positive in ambito europeo. Libre Office è open source ed è europeo, sviluppato dalla Document Foundation di Berlino. Finora gli europei stessi hanno avuto poca fiducia nei pochi prodotti sviluppati in seno alla Ue, ma date le inedite tensioni con gli Usa e visto che non è possibile fidarsi nemmeno del software made in China, quella potrebbe essere la strada da perseguire nel prossimo futuro, anche con importanti finanziamenti da parte di Bruxelles.

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