Lo scorso settembre Elon Musk aveva iniziato a cercare volontari disposti a farsi impiantare i chip di Neuralink per dare avvio ai test sull’uomo. I dispositivi hanno l’obiettivo di migliorare la vita di persone che convivono con gravi problemi, come l’impossibilità di muoversi o comunicare, instaurando un collegamento tra il cervello e il computer.
Ieri il primo essere umano ha ricevuto uno di questi impianti ma l’azienda, valutata a giugno fino a 5 miliardi di dollari, ha dovuto affrontare diverse accuse e per alcune è ancora sotto indagine.
L’ANNUNCIO DI MUSK SU X
Su X, ieri Musk ha annunciato che un impianto cerebrale di Neuralink è stato installato per la prima volta in un uomo, che “si sta riprendendo bene”. Il miliardario ha poi aggiunto che “i risultati iniziali mostrano un promettente rilevamento di picchi di neuroni”.
I picchi, afferma il Guardian, sono attività dei neuroni che il National Institute of Health descrive come “cellule che utilizzano segnali elettrici e chimici per inviare informazioni al cervello e al corpo”.
COSA FA L’IMPIANTO CEREBRALE DI NEURALINK
Il primo chip impiantato nel cervello di un uomo si chiama Telepathy, come riferito da Musk, e “consente di controllare il telefono o il computer e, attraverso di essi, quasi tutti i dispositivi, semplicemente pensando”.
I 1.000 elettrodi del chip sono programmati per raccogliere dati sul cervello, compresa l’attività neurale legata all’intenzione di movimento. Questi segnali, registrati dagli elettrodi, vengono poi inviati ai computer Neuralink per la decodifica.
PER CHI È PENSATO
Il Ceo di Tesla ha spiegato che “gli utenti iniziali saranno coloro che hanno perso l’uso degli arti”. “Immaginate se Stephen Hawking potesse comunicare più velocemente di un dattilografo o di un banditore d’asta. Questo è l’obiettivo”, ha scritto su X.
“L’obiettivo a breve termine dell’azienda è costruire un’interfaccia cerebrale generalizzata e restituire l’autonomia a chi soffre di condizioni neurologiche debilitanti e di esigenze mediche insoddisfatte”, ha dichiarato il co-fondatore e vicepresidente per l’ingegneria di Neuralink, DJ Seo.
“L’obiettivo a lungo termine – ha aggiunto – è quello di renderlo disponibile per miliardi di persone e sbloccare il potenziale umano e andare oltre le nostre capacità biologiche”.
QUALI CONDIZIONI VUOLE MIGLIORARE NEURALINK
L’obiettivo dello studio denominato PRIME (acronimo di Precise Robotically Implanted Brain-Computer Interface) è quello di sperimentare l’interfaccia cervello-computer wireless per valutare la sicurezza dell’impianto e del robot chirurgico, ma anche la sua funzionalità in persone affette da tetraplegia, o paralisi di tutti e quattro gli arti, di controllare i dispositivi con il pensiero.
L’azienda punta infatti a costruire canali di comunicazione diretta tra il cervello e i computer in grado di aiutare chi ha problemi neurologici e lesioni traumatiche leggendo le onde celebrarli.
Secondo la Bbc, la sperimentazione durerà circa sei anni.
L’ACCUSA DI MALTRATTAMENTI SUGLI ANIMALI…
Su Neuralink, tuttavia, pendono varie accuse, alcune delle quali ancora in sospeso. La prima riguarda una possibile violazione dell’Animal Welfare Act, una legge che regola il trattamento degli animali nella ricerca e nelle esposizioni.
Secondo alcuni dipendenti, infatti, i test condotti da Neuralink sugli animali “vengono effettuati in modo affrettato, causando sofferenze e morti inutili”. Altri hanno parlato di una mancanza di preparazione da parte del personale addetto ai test, costretto a lavorare sotto pressione, a rispettare le scadenze e a fare cambiamenti all’ultimo minuto prima degli interventi, aumentando i rischi per gli animali e portando a “esperimenti sbagliati”.
Nel luglio 2023, il capo del dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha dichiarato di non aver riscontrato alcuna violazione delle norme, tuttavia, un’indagine separata da parte dell’agenzia è ancora in corso.
…E LA MULTA PER LA MANIPOLAZIONE IMPROPRIA DI MATERIALI PERICOLOSI
All’inizio dell’anno scorso inoltre il dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti ha annunciato che stava indagando su Neuralink per una potenziale manipolazione impropria di agenti patogeni pericolosi utilizzati durante la collaborazione dell’azienda con la University of California per le sperimentazioni sugli animali tra il 2018 e il 2020.
Adesso, con la multa del dipartimento, è arrivata la conferma che qualcosa non andava. Durante le ispezioni nelle strutture di Neuralink in Texas e California nel febbraio 2023, riferisce Reuters, gli investigatori del Dipartimento hanno scoperto non solo che l’azienda non si era registrata come trasportatore di materiale pericoloso ma sono anche stati riscontrati imballaggi impropri di rifiuti pericolosi, tra cui il liquido infiammabile Xilene, che può causare mal di testa, vertigini, confusione, perdita di coordinazione muscolare e persino la morte.
La sanzione, pari a 2.480 dollari, è risultata inferiore a quanto precedentemente ipotizzato perché l’azienda ha accettato di risolvere i problemi. Non è stato, tuttavia, chiarito perché Neuralink avrebbe avuto bisogno di trasportare materiali pericolosi o se le violazioni abbiano provocato danni.
RISCHIO CONTAMINAZIONE?
Ma non finisce qui. Il Physicians Committee of Responsible Medicine, un gruppo che si oppone all’uso di animali nella ricerca medica, l’anno scorso ha scritto al dipartimento dei Trasporti per segnalare che Neuralink nel 2019 potrebbe aver trasportato gli impianti cerebrali utilizzati negli esperimenti sulle scimmie senza le dovute misure di contenimento.
Secondo loro, questi potrebbero essere stati contaminati da stafilococco resistente agli antibiotici e dal virus dell’herpes B. Dalle ultime indagini di Reuters, non risulta però che il dipartimento abbia trovato alcuna prova.