OpenAI ha annunciato il lancio di ChatGPT Atlas, un nuovo browser web potenziato dall’intelligenza artificiale. Disponibile inizialmente su macOS e in arrivo presto su Windows, iOS e Android, Atlas rappresenta un’evoluzione della piattaforma ChatGPT e mira a trasformare radicalmente l’esperienza di navigazione sul web. L’obiettivo dell’azienda è quello di rendere il suo chatbot non solo un assistente, ma una vera e propria porta d’accesso a internet, integrando funzionalità avanzate come la modalità agente e la personalizzazione tramite memoria.
Secondo OpenAI, ChatGPT vanta oggi oltre 800 milioni di utenti settimanali, ma la maggior parte di essi utilizza la versione gratuita. Dopo la promessa di un chatbot “per adulti” e l’intenzione di rendere la tecnologia IA più utile per le imprese in vari settori, con Atlas la società californiana mira a consolidare la propria posizione nel mercato, puntando anche su nuove fonti di guadagno legate all’uso esteso del browser.
Stando infatti al Sole 24 Ore, “oggi, il mercato globale dei browser Internet è valutato circa 73,3 miliardi di dollari e dovrebbe raggiungere circa 125 miliardi entro il 2032, con un tasso di crescita annuo composto di circa il 7%”.
UNA RARA OCCASIONE PER RIPENSARE IL BROWSER
Durante la presentazione di Atlas, il Ceo di OpenAI, Sam Altman, ha dichiarato: “Crediamo che l’intelligenza artificiale rappresenti una rara opportunità, che si presenta una volta ogni decennio, per ripensare cos’è un browser. Allo stesso modo in cui, per il vecchio modo in cui le persone usavano internet, la barra degli URL e il campo di ricerca erano un ottimo riferimento, quello che stiamo iniziando a vedere è che l’esperienza in chat e il browser web possono essere un analogo altrettanto efficace”.
Atlas integra infatti una sidebar “Ask ChatGPT”, che consente agli utenti di fare domande sui contenuti delle pagine web visitate. “Le schede sono state un’ottima invenzione – ha detto Altman -, ma da allora non abbiamo visto molta innovazione”.
Già oggi, stando a un sondaggio condotto durante l’estate dall’Associated Press-NORC Center for Public Affairs Research, circa il 60% degli americani in generale – e il 74% di quelli sotto i 30 anni – utilizza l’intelligenza artificiale per cercare informazioni almeno qualche volta, rendendo la ricerca online uno degli usi più comuni della tecnologia IA.
COME FUNZIONA
Il browser di OpenAI, spiega The Verge, include una modalità avanzata chiamata “modalità agente”, accessibile inizialmente solo agli abbonati Plus e Pro. In questa modalità, l’intelligenza artificiale può compiere azioni al posto dell’utente, come prenotare viaggi, modificare documenti o interagire con contenuti online.
Durante la demo, è stata mostrata anche l’interfaccia della modalità agente, che presenta un pulsante “prendi il controllo” e uno rosso “stop”, per consentire all’utente di interrompere le azioni dell’IA. “Puoi guardarlo mentre lavora, oppure no”, ha affermato Altman.
SEMPRE IN COMPAGNIA DI CHATGPT
Atlas è progettato per offrire un’interazione continua con ChatGPT. Cliccando su un link, il browser apre di default una vista a schermo diviso, mostrando da un lato la pagina web e dall’altro la trascrizione della conversazione con il chatbot. Gli utenti possono comunque disattivare questa opzione.
Una delle funzionalità più innovative mostrate è la “cursor chat”, che consente di selezionare del testo (ad esempio in un’email) e farlo riformulare da ChatGPT in tempo reale.
PERSONALIZZAZIONE E PRIVACY
Come riportato da Axios, Atlas è basato su Chromium, lo stesso motore open-source alla base di Google Chrome. Supporta funzioni standard come salvataggio di cookie e password, ma aggiunge anche una funzione opzionale di “memorie”, che permette una personalizzazione più profonda della navigazione.
OpenAI ha chiarito che, per impostazione predefinita, non userà i dati di navigazione raccolti con Atlas per addestrare i propri modelli, a meno che l’utente non acconsenta esplicitamente. I dati degli utenti aziendali non verranno utilizzati in nessun caso.
Gli utenti possono navigare anche in modalità incognito: in questo caso, le attività non vengono salvate nella cronologia né associate all’account ChatGPT.
UN NUOVO PARADIGMA PER LA RICERCA
Ben Goodger, responsabile tecnico del progetto Atlas e figura chiave nello sviluppo di Chrome e Firefox, ha descritto il nuovo approccio alla ricerca come un “cambio di paradigma”: “Questo nuovo modello di ricerca è davvero potente. È un’esperienza a più turni. Puoi avere questo dialogo continuo con i risultati di ricerca, invece di essere semplicemente reindirizzato a una pagina web”.
Mentre Google ha integrato l’IA nei risultati tradizionali con box aggiuntivi, Atlas offre una conversazione interattiva continua, più difficile da replicare.
UNA MINIERA D’ORO
Anche se OpenAI non ha ancora introdotto pubblicità in Atlas, l’azienda non ha escluso questa possibilità. Tuttavia, secondo TechCrunch, numerose offerte di lavoro nel settore adtech fanno pensare a un possibile sviluppo in tal senso.
Con Atlas, OpenAI può accedere direttamente al contenuto visualizzato dall’utente nel browser, ottenendo così dati molto preziosi per eventuali campagne pubblicitarie personalizzate. Questo livello di accesso, ha osservato Axios, è senza precedenti e potrebbe rivelarsi un vantaggio competitivo importante rispetto a Google o Meta.
INCENTIVI PER L’ADOZIONE DI ATLAS
Per promuovere il nuovo browser, OpenAI promette un aumento temporaneo dei limiti di dati su ChatGPT per 7 giorni a chi imposta Atlas come browser predefinito. L’iniziativa è valida per utenti sia gratuiti che a pagamento.
OpenAI ha inoltre presentato diverse iniziative che rendono Atlas parte di un ecosistema più ampio, come il cruscotto ChatGPT Pulse, l’app Sora per la creazione di video IA, e l’integrazione con servizi come Spotify, Zillow, Etsy e, prossimamente, anche Walmart.
LA FINE DI GOOGLE?
Il lancio di Atlas rappresenta un attacco diretto a Google e al suo browser Chrome, che attualmente conta circa 3 miliardi di utenti in tutto il mondo. L’iniziativa arriva dopo che il Dipartimento di Giustizia statunitense ha impedito a Google di stipulare accordi esclusivi per la ricerca, aprendo nuovi scenari per la concorrenza.
Altman ha affermato di aspettarsi che l’interfaccia chatbot sostituisca la barra degli indirizzi tradizionale.
Anche se la sfida è grande, la storia dimostra che nuovi browser possono scalzare i giganti. È successo con Chrome ai danni di Internet Explorer, ed è ciò che OpenAI spera ora di replicare.