Skip to content

Zuckerberg essilor luxottica metaverso

Nel metaverso di Meta sono finiti oltre 45 miliardi di dollari

Secondo le ultime stime, il metaverso sarebbe costato a Meta almeno 45 miliardi di dollari, l'equivalente di due finanziarie italiane. Per risultati assai modesti dato che le piazze virtuali volute da Zuckerberg sono rimaste desolate. La fortuna della Big Tech Usa è che l'Adv ha sospinto come non mai i suoi bilanci negli ultimi mesi. Ma adesso Menlo Park dovrà investire somme molto ingenti per soddisfare i diktat trumpiani sull'Ai. Per il progetto che ormai è considerato uno dei più grossi flop dell'ultimo periodo si chiuderanno i rubinetti?

Quarantasei miliardi di dollari, è quanto Meta – inseguendo le direttive di Mark Zuckerberg – avrebbe speso nell’eterna incompiuta (una sorta di gemello virtuale dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria) del metaverso. Per continuare i parallelismi con le vicende di casa nostra, utili a capire meglio la portata dello sperpero, le finanziarie varate annualmente  dai governi italiani si aggirano sui 20 miliardi. E rispondono al fabbisogno di uno Stato con 58 milioni di cittadini.

Che il metaverso fosse costato tanto, tantissimo, aggiudicandosi con ogni probabilità il poco ambito trofeo di flop del decennio era noto da tempo. Ma non era stato ancora quantificato l’esatto ammontare dei soldi che ha inghiottito. O meglio, le ultime stime parlavano di 36 miliardi di dollari. Per Yahoo! Finance, però, si tratta di una cifra ormai superata: dal lancio del progetto nel 2020 a oggi i miliardi spariti nell’universo virtuale in cui Mark Zuckerberg era ansioso di spedirci tutti sarebbero circa 10 in più. Uno spreco colossale, considerato che nessuno oggigiorno entra nel metaverso.

QUALCUNO SI E’ MAI INTERESSATO AL METAVERSO?

Una situazione che si protrae da tempo. Già nel 2022, due anni dopo l’avvio del progetto, ma a un solo anno di distanza dalla sua ufficializzazione, Repubblica titolava: “Il metaverso è un mondo “vuoto e triste“. Pubblicati alcuni documenti interni di Meta”. Si legge nell’articolo pubblicato sul quotidiano romano: “Pochi utenti. Poco interessati. Tecnologie ancora poco efficienti. Il Wall Street Journal ha diffuso alcuni documenti interni di Meta, la holding creata da Mark Zuckerberg, che raccontano come i piani della società per la creazione e la diffusione del metaverso stiano procedendo a rilento”.

L’articolo dell’epoca abbonda di numeri: “Meta aveva inizialmente fissato l’obiettivo di raggiungere 500.000 utenti attivi mensili per Horizon Worlds entro la fine del 2020. Ma i documenti interni certificherebbero invece che nelle ultime settimane questa cifra è stata rivista al ribasso a 280.000. Mentre attualmente il numero di abitanti de mondo virtuale di Meta è sotto i 200.000. Il numero di utenti ancora attivi su Second Life, il capostipite dei mondi virtuali creato 19 anni fa”.

Sempre Repubblica scriveva: “Horizon Worlds è il metaverso di Meta. Lanciato ufficialmente il 28 ottobre 2021, il metaverso del fondatore di Facebook ha acceso l’interesse di aziende, società di consulenza, esperti di marketing, convinti che quella tecnologia sarebbe diventata la prossima gallina dalle uova d’oro delle società tecnologiche. Previsioni razionali. In linea con quanto è successo finora nel mondo degli affari legati alle innovazioni di frontiera. Ma per ora quelle previsioni si sono scontrate con una realtà più difficile da scalfire rispetto al previsto”.

Poche settimane prima un altro articolo del quotidiano romano titolava: “Nel metaverso non c’è nessuno“. Quindi l’articolo sottolineava: “La presentazione di Mark Zuckerberg al Meta Connect non riportava molti numeri e rimaneva un po’ vaga sulle attuali dimensioni del metaverso. Non è così strano, e non è un problema solo di Menlo Park. Prendiamo ad esempio Decentraland e The Sandbox, che fino a qualche mese fa erano sulla bocca di tutti. I loro “metaversi” – piattaforme immersive basate su Nft e criptovalute (a differenza di Horizon Worlds di Meta o di Fornite) – ospitavano eventi del calibro della Fashion Week, erano contesi da marchi come Samsung, Nike e Coca Cola ed erano bazzicati da svariate celebrità tra cui Snoop Dogg e Grimes”.

TUTTI I SOLDI INVESTITI NEL METAVERSO DI META

Nel medesimo periodo Il Post scriveva: “Perfino chi ci sta lavorando per conto di Facebook lo usa poco o niente, e c’è preoccupazione per gli investimenti miliardari voluti da Mark Zuckerberg”. E ancora: “il New York Times ha pubblicato il riassunto di una dozzina di interviste a dipendenti (ex o attuali) di Meta, tutte anonime, oltre che una serie di documenti interni, rivelando quanto questa transizione verso il metaverso abbia generato rabbia e confusione tra molti. Uno degli intervistati ha detto che la quantità di denaro investita nel progetto gli dà «il voltastomaco», mentre il numero di utenti di Horizon Worlds, per quanto in crescita, è minuscolo in confronto alle altre realtà del gruppo (circa 300 mila utenti mensili)”.

FIOCCANO I LICENZIAMENTI

Eravamo nel 2022. Di lì a poco Facebook avrebbe iniziato a tagliare dipendenti come se non ci fosse un domani in quello che il suo Ceo, Mark Zuckerberg, ha chiamato come “2023, l’anno dell’efficienza”. I primi furono annunciati a dicembre del ’22, ben 11mila riporta la Rai, il 13% della forza lavoro totale dettagliava Il Sole, altri seguirono nel marzo del ’23: diecimila licenziamenti e 5mila assunzioni congelate. Un quarto dei dipendenti è stato tagliato dopo i maxi investimenti nel metaverso, insomma. Complice anche TikTok, che ha soffiato a Meta i suoi utenti più giovani, ma lo ha fatto per mezzo di una tradizionalissima piattaforma social, niente universi virtuali.

Ancora lo scorso ottobre The Verge riportava che Meta stava mandando a casa i propri dipendenti in varie controllate, tra cui WhatsApp, Instagram e, appunto, Reality Labs. Del resto lo scorso agosto si era diffusa la notizia che Reality Labs, la divisione dedicata alla realtà virtuale e a quella aumentata, stesse insistendo sui conti del gruppo con ben 8,3 miliardi di dollari di perdite.

I DUBBI DI WIRED SUL REPORT PRO METAVERSO (COMMISSIONATO DA META)

Nel 2023, dopo che anche la Ue aveva chiuso il suo spazio nel metaverso (costato circa 400mila euro), Wired titolava: “Possiamo ancora fidarci delle promesse di Meta sul metaverso?“. E commentando uno studio pubblicato in quel periodo proprio da Meta, diceva: “È difficile non ritenere anche il report appena diffuso da Meta – che si concentra sulle potenzialità economiche del metaverso in Italia ed Europa – un altro tentativo di rilanciare la grande promessa di questo clone digitale e immersivo del mondo fisico: Il potenziale economico del metaverso in Italia potrebbe raggiungere i 28-52 miliardi di euro entro il 2035, attraverso la crescita delle competenze digitali del nostro paese, si legge infatti nel report, che più avanti sottolinea anche le potenzialità a livello europeo, dove il metaverso potrebbe raggiungere un valore economico pari a 259-489 miliardi (sempre entro il 2035), pari all’1,3%-2,4% del pil mondiale”.

E, ancora: “Cifre enormi, stimate unendo (come vedremo più avanti) cose molto diverse tra loro, proiettate su orizzonti temporali fin troppo lunghi e che sembrano decisamente sovrastimate (il pil dell’intera Unione europea è pari a 16mila miliardi di dollari). D’altra parte, questo tipo di report è sempre da prendere con le pinze, soprattutto alla luce dei tanti studi proliferati negli scorsi due anni che mostravano numeri estremamente diversi tra loro. Una cautela ancora maggiore va adottata quando a raccontare le potenzialità economiche del metaverso è la stessa società che ha ogni interesse a convincerci che la sua visione di futuro sia quella giusta.”

IL FLOP DEI VISORI IN NUMERI

Nei negozi non c’è traccia dei visori per il metaverso. Secondo l’ultimo aggiornamento del Global XR (AR/VR) Headset Model Tracker di Counterpoint le spedizioni globali di visori per realtà virtuale (VR) sono diminuite del 12% anno su anno nel 2024, il terzo anno consecutivo di cali del mercato. Nel quarto trimestre del 2024 le spedizioni sono diminuite del 5% sempre con secondo termine di paragone il 2023. Dunque le feste di Natale e il periodo dei regali non hanno cambiato più di tanto una situazione assai bigia da tempo. Le limitazioni hardware, la mancanza di contenuti VR e di “scenari di utilizzo avvincenti” per gli analisti hanno comportato un progressivo calo del coinvolgimento dei consumatori.

I CONTI DI META CORRONO COME UN TRENO

La fortuna di Mark Zuckerberg è che la sua Meta finora ha corso come un treno. Il Gruppo, grazie anzitutto ai proventi pubblicitari, ha archiviato il quarto trimestre con un utile netto di 20,8 miliardi di dollari, pari a un utile netto per azione di 8,02 dollari. Risultati che hanno superato le aspettative (6,68 dollari per azione). Il fatturato della società di social media si è attestato a 48,4 miliardi di dollari anche in questo caso superando le previsioni del mercato (46,9 miliardi). Il 2024 si è confermato un anno d’oro per gli affari della società di Menlo Park. Una situazione che ha funto da airbag permettendo di ammortizzare le colossali perdite sul fronte del metaverso.

Ma adesso, con Donald Trump che di fatto ha preteso dalle Big Tech la facoltà di dettare loro i piani industriali (si pensi ad Apple), Meta dovrà investire tra i 60 e i 65 miliardi di dollari per potenziare la sua capacità computazionale e far correre il comparto dell’Intelligenza artificiale a stelle e strisce. Uno sforzo finanziario senza precedenti richiesto appunto dalla Casa Bianca che vuole che tutte le principali aziende statunitensi contribuiscano alla costruzione di quell’età dell’oro che il tycoon cita a ogni comizio. Inoltre ci sarà da lavorare e non poco per Menlo Park per riguadagnare la fiducia nei confronti del mondo della politica dopo le accuse gravi e infamanti di Sarah Wynn-Williams, ex direttrice della politica pubblica globale di Facebook dal 2011 al 2017, già autrice di un libro intitolato “Careless People”, che davanti al Senato degli Stati Uniti ha dichiarato che Meta avrebbe collaborato con il Partito comunista cinese su un fronte caldo come quello dell’Intelligenza artificiale.

Torna su