Era solo questione di tempo prima che due imprenditori caratterialmente molto simili data la loro insofferenza alle regole e agli ordinamenti come Elon Musk e Pavel Durov (quest’ultimo è tuttora sotto processo in Francia con una lunga sfilza di imputazioni) iniziassero a fare affari assieme.
MUSK PROVA A RIMETTERSI IN STRADA DOPO LA BATOSTA MEDIORIENTALE
Succederà tramite la startup xAI che l’uomo più ricco del mondo ha fondato in fretta e furia una volta che si è reso conto dello sbaglio commesso uscendo da OpenAi, software house esplosa grazie a ChatGpt. E mentre la società di Sam Altman è stata favorita dal viaggio d’affari nel Golfo di Donald Trump (tra gli accordi firmati anche uno per la costruzione di un data center di intelligenza artificiale da record ad Abu Dhabi) e xAI inaspettatamente esclusa (fatto che avrebbe mandato su tutte le furie Musk, secondo il Wall Street Journal), la corsa per primeggiare anche nel comparto degli algoritmi intelligenti prosegue.
LA CORSA DI MUSK PER PRIMEGGIARE ANCHE NELL’AI
L’iniezione continua di liquidità (nel solo 2024 la giovane realtà ha raccolto non meno di 12 miliardi di dollari in due round differenti mentre un nuovo aumento di capitale da 40 miliardi sarebbe all’orizzonte) ha permesso allo studio di elaborare in tempi record la propria intelligenza artificiale nota come Grok, nutrita finora con i dati degli utenti di X.
COSA FARANNO ASSIEME MUSK E DUROV
Ma presto la dispensa nella quale si serve Grok per potenziare le proprie abilità potrebbe essere ampliata notevolmente. Tra Telegram di Durov e xAI di Musk potrebbe infatti essere stipulato un accordo win-win per entrambe le parti dal valore di 300 milioni di dollari suddivisi tra liquidità e partecipazioni azionarie.
In questo modo Telegram avrà una sua intelligenza artificiale e riceverà il 50 per cento dei ricavi derivanti dagli abbonamenti all’app di Musk sottoscritti attraverso la chat dell’imprenditore russo, mentre xAI avrà a propria disposizione i dati di oltre un miliardo di utenti attivi che saranno sfruttati per affinare le capacità di comprensione, risposta, accuratezza di Grok.
Si tratterebbe di un bacino di utenza che potrebbe permettere all’intelligenza artificiale di Musk di competere con Meta AI che ha a propria disposizione post, video e foto degli iscritti a Facebook e Instagram. Ma soprattutto saremmo di fronte a una inedita alleanza tra i magnati del mondo delle Big Tech noti per la loro battaglia, spesso ben poco ideologica e molto di convenienza, a favore del free-speech.
DUROV CORRE, ELON FRENA
C’è un aspetto curioso: l’accordo è stato reso noto da Pavel Durov in termini assai entusiastici e definitivi, ingenerando nel lettore la convinzione che le carte fossero state firmate e tutto ormai pronto per decollare. L’uomo più ricco del mondo è invece intervenuto in modo ferale precisando che allo stato attuale nessun accordo sia stato ancora siglato.
La controparte russa, quasi a voler avere comunque l’ultima parola, ha a sua volta puntualizzato ribadendo come ormai i giochi siano comunque fatti. Che Musk e Durov siano così simili da litigare persino su chi dovrà comunicare ai propri follower l’annuncio? In tal caso il contratto, che dovrebbe avere la durata di un anno, potrebbe avere poche chances di essere prorogato. O di arrivare alla scadenza naturale.