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Pokémon

Mostriciattoli d’oro. Quanto guadagnano i giapponesi coi Pokémon?

Il marchio Pokémon, sfruttato non solo per lo sviluppo di videogame, ma pure in film, fumetti, serie animate e ammennicoli di vario tipo, vale circa 80 miliardi di dollari e non smette di crescere

Quando, all’inizio degli anni ’90, lo sviluppatore autodidatta Satoshi Tajiri propose a Nintendo l’idea per un videogame in cui alcuni mostriciattoli se la davano di santa ragione non poteva certo immaginare di avere per le mani la proverbiale gallina dalle uova d’oro. Nintendo, probabilmente, lo aveva invece capito, perché l’azienda, all’epoca ancora guidata con il pugno di ferro da Hiroshi Yamauchi e dunque ben poco aperta all’open innovation, l’accolse subito rilanciando la posta: avrebbe finanziato lo sviluppo e la distribuzione non di uno ma dei primi tre videogiochi: Pokémon Blu, Pokémon Rosso e Pokémon Verde. Perché i mostriciattoli realizzati mettendo assieme un pugno di pixel avevano la possibilità di diventare virali come le figurine: meglio creare più edizioni dello stesso gioco, ciascuna con delle bestioline differenti per incentivare gli scambi tra gli utenti.

POKéMON, NASCITA DI UN MITO

Tre titoli che affondavano la propria ragion d’essere nell’infanzia di Tajiri. Una infanzia molto modesta, vissuta nei sobborghi di Tokyo, dove l’immensa megalopoli giapponese lasciava spazio a qualche sprazzo di paesaggio rurale.

Un fotogramma del primissimo videogioco

Negli anni Settanta il futuro papà di Pikachu & co girovagava per stagni e campi coltivati alla ricerca di insetti che catturava e faceva combattere tra loro: un hobby piuttosto strano ma particolarmente diffuso sull’arcipelago nipponico, casa di scarabei in grado di raggiungere dimensioni ragguardevoli.

In Giappone la Pokémon mania dilaga fin dai primi capitoli

Poi la costante urbanizzazione ha fatto il resto: i campi sono stati inondati di cemento, la casetta dei Tajiri è stata circondata da palazzi e il nostro ragazzo della via Gluck in salsa nipponica, orfano dei suoi amichetti con gusci, antenne e corni, ha deciso di trasferirli sul piano virtuale.

IL SUCCESSO IN NUMERI

Per la fortuna sua e di Nintendo. Tra qualche anno la saga dei Pokémon taglierà brillantemente il traguardo della terza decade. Trent’anni durante i quali i tre primissimi episodi, quelli cioè curati direttamente da Tajiri, hanno piazzato qualcosa come 47.520.000 di copie per GameBoy.

Il giornalista Patrizio Roversi gioca a Pokémon nella sede di Nintendo in una puntata di Turisti per caso di metà anni ’90

Calcolando tutti i giochi pubblicati in un quarto di secolo e poco più, la saga dei Pokémon ha superato quota 440 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Sul fronte del Gioco di Carte Collezionabili Pokémon, sono oltre 43 miliardi le carte prodotte dalla metà degli anni ’90 a oggi.

LE VENDITE DEGLI ULTIMISSIMI EPISODI PER SWITCH

Un successo che non accenna a diminuire. Persino gli ultimi capitoli per Nintendo Switch, secondo il rendiconto finanziario dell’anno fiscale 2022/23 della software house con quartier generale a Kyoto, sono in gran parte responsabili dell’incredibile successo della console ibrida giapponese.

Leggende Pokémon: Arceus, pubblicato a gennaio 22, ha piazzato 14,83 milioni di copie nel corso del suo primo anno di vita, mentre Pokémon Scarlatto e Violetto hanno raggiunto quota 22,10 milioni di unità in poco più di quattro mesi.

I Pokémon sono arrivati persino sulle livree degli aerei di linea

Per avere una idea delle proporzioni, basti pensare che gli altri titoli Nintendo più venduti, nel medesimo periodo, sono stati Splatoon 3, fermo a 10,67 milioni di unità vendute, e Nintendo Switch Sports, che ha totalizzato 9,60 milioni di copie vendute.

Insomma, se lungo i 4 angoli del globo oggi ci sono 125 milioni di Nintendo Switch (contro i 40 milioni di PlayStation 5) come si anticipava è in gran parte merito di questi buffi e colorati mostriciattoli dal successo inesauribile.

QUANTO FATTURANO I POKéMON?

Nintendo lo sa bene, visto che grazie all’afflusso di denaro che arriva dai Pokémon ha potuto concedersi qualche sbaglio strategico di troppo, soprattutto ai tempi del Nintendo 64 e del GameCube, le sue piattaforme meno vendute a dispetto dell’alta qualità dei titoli. Ma arriviamo alla domanda che più ci interessa: quanti soldi fruttano i Pokémon?

Tantissimi: 11,6 miliardi di dollari solo per quanto riguarda i prodotti su licenza, dunque il merchandise e altri prodotti collegati al brand. Sono le ultime cifre disponibili, relative al 2022 e mostrano una crescita del 36,5% rispetto ai risultati rilevati nel 2021 (8,5 miliardi di dollari), andandosi a piazzare al secondo posto delle aziende giapponesi maggiormente in crescita.

Pokémon
Un fotogramma di uno degli ultimi videogiochi sviluppati

Ricordate Pokémon GO, l’app per smartphone che ha donato un boost alla saga, portando milioni di ragazzini, smartphone in pugno, a macinare decine e decine di chilometri sulle orme di mostriciattoli virtuali? Ecco, quel software, nonostante la natura free-to-play, ha comunque fatturato più di sei miliardi grazie alle micro-transazioni in game, tanti sono stati i download e gli appassionati disposti a spendere pur di diventare ottimi cacciatori.

Proprio quest’oggi, giovedì 25 agosto, The Pokémon Company International ha annunciato che Pokémon Sleep, app che misura il sonno, ha superato i 10 milioni di download in tutto il mondo dall’uscita avvenuta a fine luglio 2023 per dispositivi iOS e Android.

In piena pandemia e dunque con milioni di persone costrette a casa alla ricerca di un hobby, The Pokémon Company ha registrato vendite per 1,6 miliardi di dollari. Un successo che ha contribuito a innalzare ulteriormente il valore del marchio, che ormai veleggia verso gli 80 miliardi di dollari.

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