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Realtà Virtuale

Il Metaverso diventerà il nostro nuovo ufficio?

Lavorare nel Metaverso sembra una possibilità non troppo remota, tuttavia ecco cosa è emerso dallo studio di un gruppo di ricercatori che ha osservato un gruppo di persone lavorare nella realtà virtuale per una settimana

 

Lavorare nella realtà virtuale del Metaverso? No, grazie.

Uno studio condotto dai ricercatori della slovena Faculty of Mathematics, Natural Sciences and Information Technologies (Famnit), che lavora a stretto contatto con l’università del Litorale, ha dimostrato che lavorare nella realtà virtuale rende le persone meno produttive e causa loro molti problemi psico-fisici.

La ricerca è stata resa nota attraverso l’articolo Quantifying the Effects of Working in VR for One Week.

LA PREMESSA DEI RICERCATORI

Considerando i limiti della tecnologia attuale e del fatto che la realtà virtuale fornisce un’approssimazione dell’ambiente reale, i ricercatori – fin dall’inizio dell’esperimento – non si aspettavano che il lavoro in questo mondo parallelo avrebbe superato l’efficienza del lavoro nell’ambiente fisico.

Detto ciò, i potenziali vantaggi degli ambienti di lavoro virtuali possono essere sfruttati solo se è possibile lavorarci per un periodo di tempo prolungato ma gli studi finora condotti sugli effetti a lungo termine del lavoro nella realtà virtuale sono limitati.

Questo lavoro quindi è stato utile non solo per iniziare a comprendere gli effetti a lungo termine ma anche per gettare le basi per la futura ottimizzazione dei sistemi.

LO STUDIO

Allo studio hanno partecipato 16 persone, la cui età media è 29 anni. Hanno lavorato nella realtà virtuale per una settimana – otto ore al giorno per cinque giorni – stando fisicamente in un ambiente molto simile a quello di un ufficio con computer e scrivania.

I RISULTATI

Lo studio, si legge nell’articolo, ha mostrato che la realtà virtuale produce risultati significativamente peggiori rispetto al lavoro “tradizionale”.

I ricercatori, infatti, hanno riscontrato nella maggior parte del gruppo elevati livelli di malessere causati dal visore, più ansia, minore produttività e due partecipanti, già il primo giorno, hanno interrotto l’esperienza a causa di emicrania, nausea e ansia.

Tuttavia, secondo gli studiosi, vi sono indicazioni che gli altri partecipanti hanno gradualmente superato le prime impressioni negative e il disagio iniziale.

Nel complesso, affermano gli autori, la ricerca ha contribuito quindi a gettare le basi per approfondimenti successivi, evidenziando le attuali carenze e identificando le opportunità per migliorare questo tipo di esperienza di lavoro.

IL FUTURO DELLA REALTÀ VIRTUALE

In conclusione, per i ricercatori, nonostante aziende come Microsoft e Meta abbiano investito molto nella realtà virtuale e nel mondo virtuale immersivo del Metaverso, la tecnologia non è ancora pronta per un uso diffuso sul posto di lavoro e alcune persone potrebbero non essere mai in grado di utilizzarla in modo efficace.

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