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Meta smart glasses

Meta punta tutto sugli smart glasses con EssilorLuxottica

Il Meta Connect 2025 è ormai una fiera di occhiali smart. Abbandonati i visori per il metaverso, Meta punta tutto sugli smart glasses realizzati con EssilorLuxottica. Ecco novità, prezzi (non proprio popolari), ma anche interrogativi sui device che Menlo Park intende calcarci sul naso.

Tanto i visori per il metaverso (di cui nessuno, ormai, parla più) sembrano destinati all’estinzione, quanto gli occhiali smart paiono device promettenti. Lo sa bene Meta che, dopo il rebranding proprio per presidiare il fallimentare tema del metaverso, vuole comunque dimostrare di avere avuto una intuizione giusta avviando la collaborazione con EssilorLuxottica per RayBan hi-tech. Una partnership oggi potenziata non solo dalla decisione di acquisire meno del 3% per circa 3 miliardi di euro del Gruppo, il cui primo azionista è la famiglia Del Vecchio, ma anche dallo spazio riservato ai nuovi occhiali nel Meta Connect 2025.

GLI SMART GLASSES SI FANNO DAVVERO INTELLIGENTI?

Non c’è big tech che non stia al lavoro sui propri smart glasses: da Samsung a ByteDance (TikTok) passando per Tcl (più nota per i televisori) a Rollme e Xiaomi, senza dimenticare Tecno, Solos, Xreal e Google.

Senza troppe sorprese sono soprattutto aziende asiatiche e statunitensi a contendersi il mercato. Un mercato che ancora non esiste ma che, secondo i dati pubblicati da IDC, raggiungerà i 2,9 milioni di unità, con un aumento del 121% rispetto all’anno precedente, solo per ciò che concerne quello cinese, che ormai oltre a essere un riferimento per numero di utenti anticipa pure le tendenze.

USCITA E PREZZO DEI META RAY-BAN DISPLAY

I Meta Ray-Ban Display saranno disponibili sul mercato già dal prossimo 30 settembre e il prezzo non sarà dei più popolari: 799 dollari negli Usa. Inoltre, per gli altri mercati bisognerà attendere il 2026. Il costo, si diceva, non è indifferente, ma c’è da ricordare in merito il prezzo di listino assai maggiore dei visori per il metaverso (che ha contribuito alla sua scarsissima presa sul grande pubblico) e la tecnologia di bordo che peraltro aumenta sensibilmente lo spessore della montatura dei Ray-Ban tradizionali, pur permettendo comunque all’accessorio di richiamare quello stile così apprezzato un po’ ovunque nel mondo. Questi smart glasses montano uno schermo ad alta risoluzione da 42 pixels integrato direttamente nella lente, leggermente curva per ridurre i riflessi.

COSA SI NASCONDE NELLE STANGHETTE (NON PROPRIO SOTTILI)

Nelle stanghette oltre ai chip sono presenti le batterie ultra-sottili: Meta in merito parla di un’autonomia di 6 ore di uso misto, che possono persino arrivare a 30. Molto insomma dipenderà da quanto ci si giochicchia, ma tali indicazioni di massima sono tutte da appurare e si attendono in merito le prime recensioni.

A bordo ci sarà Meta AI, assistente digitale che potrà essere interpellato su ciò che i nostri occhi stanno vedendo e ciò che le nostre orecchie ascoltano. Tramite gli smart glasses di Meta sarà poi possibile gestire messaggi e videochiamate da WhatsApp e Facebook Messenger, controllare la fotocamera con funzioni di zoom e anteprima e naturalmente ottenere indicazioni di navigazione a piedi oltre alle immancabili traduzioni in tempo reale, tutte feature peraltro già mostrate da occhiali intelligenti rivali che hanno fatto il loro debutto nell’ultimo periodo.

UN BRACCIALETTO PER GHERMIRLI…

Meta ha inoltre presentato un braccialetto chiamato Emg Meta Neural Band, resistente all’acqua con certificazione Ipx7, in grado – promettono da Menlo Park – di rilevare i movimenti muscolari e i gesti delle dita, permettendo all’utente di interagire con le informazioni a schermo scorrendo, facendo clic e persino scrivendo messaggi senza toccare gli occhiali e ovviamente senza compulsare sulle lenti. Si tratta di uno strumento che, benché rischi di costringere l’utente a compiere gesti assai buffi in pubblico, gli eviterà per lo meno altri imbarazzi dovuti ai comandi vocali.

GLI OCCHIALI SMART SONO PERICOLOSI?

Ma sarà proprio il grado di isolamento di questa nuova tecnologia rispetto all’ambiente esterno il banco di prova degli smart glasses che su carta rischiano infatti di ‘imprigionare’ chi li indossa in una bolla hi-tech fatta di immagini, suoni e informazioni mentre magari ci si muove in ambienti potenzialmente insidiosi, almeno per i distratti.

E ancora una volta potrebbe toccare ai vari legislatori nazionali rincorrere le Big Tech disciplinandone l’uso (a iniziare dai divieti mentre si è alla guida) perché, si sa, quando si parla di buon senso l’Ai di bordo sugli smart glasses non è certo sufficiente.

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