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Tutti i subbugli nel governo Merkel su Huawei e 5G

Ecco i commenti degli esponenti di spicco del partito cristiano-democratico (Cdu) della cancelliera Merkel sulla decisione in fieri del governo di non escludere Huawei dal 5G

Anche la Germania di Angela Merkel ha deciso di non escludere nessuna azienda dalla gara per il 5G. Per preservare la sicurezza dei cittadini tedeschi e del territorio del centro-Europa, la cancelliera ha optato per un “catalogo di requisiti di sicurezza rigorosi estesi” per il 5G.

La decisione, però, non piace nemmeno ad esponenti di spicco del partito cristiano-democratico (Cdu) della cancelliera, che al quotidiano Bild hanno affermato che una scelta come questa significa vendere la Germania alla Cina.

LA DECISIONE DELLA GERMANIA

“Non stiamo prendendo una decisione preventiva per vietare qualsiasi attore o società”, ha detto due giorni fa il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert in una conferenza stampa a Berlino, ma “Deutsche Telekom, Vodafone, e Telefonica Deutschland – i tre operatori coinvolti nella partita – dovranno applicare standard di sicurezza avanzati negli elementi critici della rete, secondo il nuovo regolamento. I fornitori, da parte loro, dovranno essere “bollinati” come affidabili passando una serie di test di certificazione che, stando alle prime indiscrezioni, dovrebbero essere effettuato dall’autorità tedesca per la sicurezza informatica, l’Ufficio federale per la sicurezza delle informazioni”, ha scritto il Corriere delle Comunicazioni.

ROTTGEN: IL PROBLEMA E’ IL PARTITO COMUNISTA

“Non si tratta di fidarsi del Gruppo Huawei, ma se ci fidiamo del Partito Comunista Cinese, i cui interessi e requisiti sono naturalmente subordinati a Huawei”, ha commentato la decisione della Merkel, Norbert Röttgen (CDU), capo della politica estera del Bundestag. La questione della sicurezza nazionale, sostiene Röttgen, non può essere trattata solo “con atti amministrativi o documenti interni al governo. Questo deve essere regolato nel Bundestag e dalla legge, come la modifica delle leggi sulle telecomunicazioni”, ha aggiunto.

APRIRE AD HUAWEI E’ UN ERRORE

A fare eco alle parole di Norbert Röttgen è Elmar Brok (CDU). “Considero l’apertura per Huawei un enorme errore!”, perchè così “Creiamo una nuova dipendenza dalla Cina e ci perdiamo ancora per creare la sua soluzione europea in questo campo “, ha detto Brok, proponendo al Governo di investire per “rafforzare i produttori europei”. Si tratterebbe, spiega Brok, non di una mossa “anti-cinese ma pro-europea”.

LA GERMANIA PRENDA ESEMPIO DA USA E GIAPPONE

Ad intervenire nel dibattito è stata anche Linda Teuteberg, segretaria generale della FDP, che sempre a Bild ha detto: “Riteniamo estremamente precario garantire a Huawei l’accesso alla nostra rete 5G”, bisognerebbe prendere coscienza di come “la Cina utilizza la tecnologia di sorveglianza contro la propria gente”.

La cancelliera Angela Merkel, aggiunge ancora la Teuteberg, dovrebbe “spiegare urgentemente perché sembra valutare questo rischio in modo molto diverso rispetto ai nostri amici e alleati in Giappone, Australia o Stati Uniti”.

L’ALLARME DEI SERVIZI SEGRETI

Anche i servizi segreti tedeschi non sembrano essere felici della decisione. “In che modo la Cancelliera vuole impedire a Pechino di avere accesso alla tecnologia Huawei?”, si chiede un ex capo dei servizi segreti.

CINA ALLA RICERCA DEI DISSIDENTI?

Scegliere Huawei, poi, significa mettere a rischio “l’incolumità dei dissidenti”, tuona l’attivista per la libertà di Hong Kong, Joshua Wong. “Attraverso Huawei, i dissidenti potrebbero presto essere spiati di nuovo dallo stato cinese in Germania”.

CINA A LAVORO PER AUMENTARE CONSENSO PARTITO COMUNISTA?

Subbuglio anche in Australia. Non solo Huawei. Meglio, non solo attraverso Huawei. Secondo un rapporto dell’Australian Strategic Policy Institute (Aspi), ripreso da Ansa, la Cina ha l’obiettivo di raccogliere dati per assicurare il futuro politico del partito comunista. Lo Stato-partito cinese intende influenzare su scala globale, e se possibile controllare, gli ambienti mediatici e politici, in modo che i sentimenti pubblici nel mondo siano più favorevoli verso i suoi interessi.

“Questa espansione non è sempre apertamente coercitiva o troppo invasiva. Hoffman avverte che mentre si dà molto rilievo a tecnologie come il 5G, alla sorveglianza e allo spionaggio cibernetico, si perde la visione d’insieme”, ha commentato ‘autrice del rapporto, Samantha Hoffman del Cyber Centre dell’Aspi. “Il Partito Comunista Cinese ha obiettivi ambiziosi per imbrigliare un vasto insieme di tecnologie presenti ed emergenti, a sostengo dei propri interessi, anche in forme che possono sembrare relativamente benigne, come le tecnologie di traduzioni delle lingue”.

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